A Roma un nuovo murale mangia smog

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La fermata della stazione metro B di Pietralata a Roma si tinge di colore grazie al murale di Giovanni Anastasia che “mangia lo smog” con la speciale pittura Airlite.

Un nuovo simbolo per la rinascita del quartiere Pietralata a Roma nel segno della creatività sostenibile e dell’innovazione, ma anche un ‘regalo’ per l’intera città, ispirato alle keyword “rispetto ed equilibrio”, scelte da circa 600 ragazzi italiani.

È tutto questo Usawa (nella lingua africana swahili significa “equilibrio”), il nuovo murale realizzato con le eco-pitture Airlite che trasforma così la fermata della stazione ATAC metro B di Pietralata in una nuova ‘porta d’ingresso’ della street art sostenibile a Roma. 

Il nuovo murale – il secondo dopo quello realizzato a Borgo Universo – rientra nell’ambito del progetto Costellazioni di Negroni, nato per offrire spazi di condivisione e collaborazione ai giovani d’Italia e per favorire iniziative e ricadute positive sui territori e sulla comunità locale.

Il murale Usawa di Giovanni Anastasia a Pietralata

IL MURALE DI GIOVANNI ANASTASIA

L’opera è firmata dal giovane street artist napoletano, Giovanni Anastasia, già autore con il francese Zoer del murale Nuru (“giorno di luce” nella lingua africana swahili), realizzato a Borgo Universo (Aielli – AQ) per Costellazioni.

Grazie all’utilizzo delle vernici Airlite, i due murales sono complessivamente in grado di neutralizzare lo smog come farebbe una superficie di oltre 100 mq coperta da alberi ad alto fusto, assimilando così lo smog di circa 22 auto benzina euro 6 ogni giorno.

Nello specifico del murale della metropolitana di Pietralata, Usawa con i suoi 70 metri quadrati permetterà di ripulire l’aria come farebbe un bosco di pari superficie, assorbendo lo smog di circa 15 auto benzina euro 6 al giorno

Volto a raffigurare il delicato equilibrio delle nostre vite, caratterizzato da continuo movimento, ricerca e conoscenza di sé stessi, il murale di Giovanni Anastasia riproduce un corpo in un equilibrio che, nella danza, diventa forza creatrice.

“Così come un danzatore o un circense ricerca l’equilibrio dall’inizio alla fine della sua performance – ha spiegato l’artista napoletano – così un artigiano, un vasaio o un contadino sono spinti dalla loro stessa forza creatrice. Con questa opera intendo quindi stimolare la fantasia di chi la guarda e valorizzare temi importanti come il rispetto del territorio e il saper fare”.

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