Holy Club: uno sguardo sul futuro dell’arte digitale

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Tutti ricordano l’11 marzo 2021, quando il mondo dell’arte ha assistito a una svolta epocale con la vendita della prima opera di Beeple da Christie’s, aprendo le porte a un nuovo universo: quello delle opere d’arte digitali NFT. In questo contesto di innovazione, nasce Holy Club, una galleria che abbraccia il futuro dell’arte.

Abbiamo voluto approfondire il mondo di Holy Club, una realtà che trascende i confini dell’arte tradizionale, fondendo creatività, tecnologia e filosofia. Il viaggio di Holy Club ha avuto origine da un progetto phygital del 2021 chiamato “CryptoMADONNE”, una rivisitazione pop della sacralità, dove l’arte digitale e il contesto fisico si intrecciano in una sinergia sorprendente. Da quel momento, Holy Club si è imposto nell’innovazione artistica, creando ponti tra passato e futuro attraverso progetti espositivi e importanti collaborazioni.

Ma Holy Club è molto più di una galleria d’arte digitale. È un laboratorio di idee, un crocevia di talento e innovazione. Il progetto “CryptoMADONNE” ne è un esempio: una riflessione sull’iconografia sacra reinterpretata in chiave contemporanea, guidata dall’artista Beatrice Vigoni e dal project manager Domenico Fragata. Le CryptoMADONNE non sono solo opere d’arte, ma testimonianze di un percorso di auto-conoscenza e di emancipazione femminile.

Holy Club non si ferma qui. Attraverso eventi come “Aeternum – L’arte al di là del tempo”, la galleria continua a esplorare nuove dimensioni artistiche, unendo il fisico e il digitale in un dialogo senza tempo. L’avventura del collettivo non conosce confini: da Carnate a Dubai, Holy Club porta il suo messaggio di innovazione e speranza in ogni angolo del mondo.

In un’epoca in cui l’arte e la tecnologia si fondono come mai prima d’ora, Holy Club si pone l’obiettivo di guidare il pubblico verso un futuro in cui l’arte non ha limiti. 

Preparatevi a un viaggio nell’arte del futuro con Holy Club.

L’11 marzo 2021 con la vendita della prima opera di Beeple da Christie’s il mondo dell’arte tradizionale si è reso conto che esisteva anche un mondo parallelo: quello delle opere d’arte digitali NFT. In quale frangente avete scelto di far nascere Holy Club?

Holy Club oggi rappresenta un gruppo di artisti e professionisti impegnati nello sviluppo di progetti creativi che integrano l’innovazione nel settore dell’arte e del marketing. 

Ma l’esigenza di creare Holy Club, nasce a seguito di un progetto phygital del 2021 chiamato “CryptoMADONNE” composto da madonne pixelate elaborate a partire da un dipinto di Masaccio (Sant’Anna Metterza – 1424, Masaccio e Masolino). 

In quel frangente di piena elaborazione del progetto, il mondo del Web3 viene scosso da alcuni importanti fatti: il crollo della criptovaluta Terra LUNA e contestualmente il collasso della piattaforma di exchange FTX. Scegliamo quindi di non legare necessariamente il progetto al digitale, ma di dargli anche un contesto fisico: a Carnate, in Brianza, all’interno di un ampio spazio di oltre 600mq creiamo il primo evento espositivo dedicato a CryptoMADONNE. L’evento ha un successo inaspettato. 

Da quel momento comprendiamo che ci dovremo impegnare nel fondere l’arte con la tecnologia, creando un ponte tra il futuro e il presente offrendo soluzioni all’avanguardia, costantemente aggiornate e in sintonia con le ultime tendenze del mercato. Nasce così Holy Club come galleria d’arte digitale, con un approccio che combina creatività, originalità e competenza tecnologica.

Una delle “CryptoMADONNE”

Abbiamo parlato del progetto “CryptoMADONNE”, andiamo più nel dettaglio.

Come detto prima, CryptoMADONNE è un progetto pop phygital dalla sacralità irriverente, nato da un’idea dell’artista Beatrice Vigoni e il project manager Domenico Fragata.

Obiettivo del progetto era quello di creare pixel art digitale in formato NFT (Non Fungible Token) su Blockchain Ethereum con un valore non solo artistico, ma anche sociale e filosofico, attraverso la mission di portare all’attenzione del pubblico in maniera pop e provocatoria il tema della donna, dei diritti e dell’arte sacra nel mondo contemporaneo e nel metaverso.

Partendo da una riflessione sul proprio rapporto con il femminile e i modelli culturali della società contemporanea, Beatrice prende spunto dalla rielaborazione dei significati laici, sociali, religiosi legati alla figura della Madonna e del suo ruolo di donna per antonomasia nell’ambito della cultura occidentale degli ultimi 2000 anni. Sul piano artistico si concretizza attraverso una radicale e innovativa rilettura della sua iconografia. 

Maria, tolta dalla condizione di madre e vergine, torna ad essere una ragazza preadolescente che conosce se stessa, fa le proprie scelte, le sue esperienze di vita e viaggia per il mondo. 

L’obiettivo primario del progetto CryptoMADONNE è stato quello di trasformare l’icona cattolica della Madonna in un nuovo archetipo femminile calato, sotto ogni aspetto, nella storia e nella quotidianità dei nostri giorni. 

Le fattezze delle CryptoMADONNE rendono la Madonna (in quanto archetipo femminile) più umana, calata nell’esistenza e nell’esperienza del mondo divenendo testimone e riferimento della vita della donna contemporanea in tutte le sue possibili accezioni. 

CryptoMADONNE, in questo modo, diventa un vero e proprio percorso aperto a tutte le donne e, soprattutto, a chiunque voglia intraprendere un percorso di conoscenza e di autodeterminazione di sé. 

Il progetto partito dalla desacralizzazione di un simbolo strumentalizzzato è culminato con la risacralizzazione di ciò che per Beatrice è importante: la conoscenza di sé, la libertà di potersi esprimere, la conoscenza del mondo e la tutela dei valori come l’amore e il rispetto. Oggi il progetto prosegue e supporta progetti sociali di grande rilevanza in tutto il mondo.

Non si tratta quindi del solito progetto di NFT Collectible al pari dei conosciutissimi “CryptoPunks” o “Bored Ape Yacht Club”.

“CryptoMADONNE” è sicuramente molto più di un progetto NFT Collectible, perché trattiamo l’NFT per quello che è ovvero un certificato. “CryptoMADONNE” non è mai stato un progetto puramente Web3, ma ha creato un percorso proprio e unico, composto di collaborazioni artistiche, opere pittoriche ed installative fino a sconfinare nella Urban Art, con il bellissimo e recente progetto di riqualificazione urbana a cui abbiamo partecipato grazie alla fondazione Custom Made Story (diretto da con Valentina Picozzi) che punta a dare nuova vita al quartiere Zacamil di San Salvador. 

All’interno del vostro spazio espositivo di Carnate, a pochi chilometri da Milano, avete realizzato mostre ed eventi dal respiro internazionale e di grande impatto come “Aeternum”.

“Aeternum – L’arte al di là del tempo” a cura di Sara Calandra è l’ultima mostra inaugurata lo scorso 16 febbraio all’interno del nostro spazio. La mostra esplora la dimensione atemporale dell’arte attraverso una selezione molto diversificata di lavori tra sculture, dipinti e produzioni digitali, ma a livello curatoriale è stata fatta una selezione di artisti che avevano un legame nel proprio linguaggio e nella propria ricerca artistica. Tra questi il collettivo Nebvla, Roberto Giavarini, Emanuele Dascanio, Federico Fauli e Paulo Renftle.

Con questa mostra gli artisti guardano al passato, agiscono nel presente guardando al futuro creando opere che intrecciano fisico e digitale.

All’interno del nostro spazio inoltre abbiamo scelto di creare un legame tra la mostra realizzata ed eventi site specific, per rendere interattivo e funzionale il momento di fruizione da parte delle persone, che vogliamo si appassionino. Come il momento di performance musicale “Il mistico ribelle” con musicisti che hanno collaborato con Battiato nella sua sperimentazione di musica elettronica. La galleria Holy Club presenta inoltre un padiglione CyberPunk all’interno del quale abbiamo incluso altri nomi del panorama artistico digitale come Gabriele La Teana, Dvrk, Piero Turino, Yu Cai, Gebelia, Jeibi, Adriano Lombardo e Reno. 

Sempre ad Adriano Lombardo, artista parte di Holy Club, dobbiamo la meravigliosa installazione chiamata “Cattedrale”, che è diventata il simbolo l’icona della galleria.

“The Cathedral”, di Adriano Lombardo

Dopo questa importante mostra, avete fatto un grande salto alla volta di Dubai per partecipare ad Art Dubai 2024: com’è stata l’esperienza e che cosa ha rappresentato per Holy Club?

Per noi è stata la prima volta all’interno di una fiera d’arte, e come partenza è stata molto importante. Abbiamo fatto questa scelta perché, nonostante conosciamo bene le realtà fieristiche italiane, abbiamo riconosciuto in una realtà estera migliori possibilità di comprensione del nostro linguaggio e quindi abbiamo scelto di investire in quella di Art Dubai. 

L’Italia è un paese meraviglioso, con una storia ricchissima culturalmente e artisticamente, con un grande passato, ma questo porta le persone a guardare sempre indietro invece di andare verso il futuro o almeno guardarlo con occhi differenti. 

Per questo abbiamo scelto la leggerezza di un Paese che ha poco passato alle sue spalle, ma una grande voglia di futuro e di innovazione. 

Il progetto che abbiamo presentato ad Art Dubai ha visto la presenza di tre artisti molto differenti tra di loro: Valentina Picozzi, che fa della sua arte attivismo vero e proprio, poi Matteo Mandelli in arte You che crea performance affascinanti nel ponte tra fisico e digitale, infine il collettivo Them dall’estetica cyberpunk. 

Come avete coniugato queste ricerche artistiche così differenti tra di loro?

Valentina Picozzi racconta il mondo della Blockchain e di Bitcoin che nasce da movimenti cypherpunk, se vogliamo il mondo e l’origine di quello che è stata poi l’Arte Digitale; Matteo Mandelli in arte You rappresenta un ponte, utilizzando strumenti fisici – gli schermi – che sono anche il mezzo attraverso cui fruiamo tutto ciò che è digitale, e li taglia per andare oltre. Infine THEM, che è un progetto con una natura fortemente cyberpunk legata allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e alla dialettica che sussiste fra Uomo e Macchina.

Il nostro stand era sempre ricco di performance e di persone che hanno compreso il nostro linguaggio di richiamo al passato, ma con una struttura narrativa innovativa.

Holy Club rappresenta uno dei pochi casi in Italia che prosegue il proprio percorso nel legame tra Arte, Innovazione e Digitale: che cos’è cambiato dal 2021 – anno del successo degli NFT – ad oggi, che il mercato si è placato e l’entusiasmo della prima ora è cambiato?

Vogliamo essere molto schietti su questo punto: molte persone hanno visto nell’arte digitale una nuova opportunità lavorativa, non una possibilità di espressione artistica. Per questo motivo si è molto confuso il fatto che questo filone fosse in qualche modo distaccato dall’arte contemporanea; chi invece ha creduto nel fatto che, al di là dell’ondata di speculazione legata agli NFT, l’arte digitale sia un filone dell’arte contemporanea ha continuato a lavorare e a crederci.
In questo senso Holy Club è una realtà che crede nel continuo sviluppo e nella continua ricerca dell’arte digitale, senza alcuna suddivisione dall’arte contemporanea. Ciò che diventa importante non è il medium in sè, ma l’espressione artistica, la contemporaneità del messaggio e l’integrazione del medium nel concetto. 

Un altro punto importante è quello legato alla fruizione: nel momento in cui ci saranno gli strumenti giusti con cui esporre le opere d’arte digitali – non semplici monitor TV – ci sarà una vera rivoluzione.

Quali sono i prossimi progetti a cui state lavorando?

Oltre alle nuove opere che realizzeremo in collaborazione con degli artisti a Zacamil, sicuramente l’obiettivo è di andare ancora più a Oriente, verso Hong Kong, Seoul, mete future per Holy Club.

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