Dottoressa, c’ho il Marxx mentale – La Sparanoia al Teatro Parenti

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“La Sparanoia è il grido perforante che muore in gola, è la voce di chi non ha voce, è il megafono del ruggito addomesticato, della rabbia scolarizzata che ha imparato a dare del lei. La Sparanoia è il pianto dei  serial killer narcolettici e dei bolscevichi da divano. Felice repressione, a tutti. Dal profondo del cuore” 

Al teatro Franco Parenti di Milano va in scena “La Sparanoia – Atto unico senza feriti gravi purtroppo”, uno spettacolo interessante ideato dal romani classe ‘96 Niccolò Fettarappa Sandri, già noto al pubblico teatrale per “Apocalisse Tascabile”*.

La scena di “La Sparanoia” è spoglia, delimitata da quattro strutture quadrate e popolata da uno stendino per la biancheria e, sul fondo, un filo da bucato a cui sono appesi degli oggetti banali, ma altamente significativi nel testo. Una sediolina di plastica, come quelle dei bambini, una giacca, un asciugamano rosso, una paletta e delle cravatte. 

Lo spettacolo è diviso in nove scene con un intermezzo, ma la narrazione rimane scorrevole e agile. I due attori in scena, Fettarappa stesso e Lorenzo Guerrieri, indossano vestiti dai colori smorti anche quando salgono sul palco e, con il sottofondo della sigla del TG1, si mettono le cravatte. Sono in tutto e per tutto due trentenni svogliati, piagati dalla vita e dal peso del mondo che sembra gravare sulle loro spalle.

In effetti, è proprio dei mali del mondo che i due si mettono a discutere, di tutte le cose che non vanno e di quelle che, per cambiarle, bisognerebbe fare la rivoluzione… Ma la rivoluzione che si propongono di mettere in atto Niccolò e Lorenzo è una rivoluzione timida, come la Sinistra, che chiede il permesso e si mette in un angolo a fare merenda con il succo di frutta.

Una bomba del cambiamento che alla fine non esplode, quindi, ma anzi ringrazia, come ringraziano i due attori a fine spettacolo, saluta e torna da dove è venuta. C’è tanto della generazione dei nati tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso in “Sparanoia”, tanto anche dell’infanzia di chi scrive questo articolo, tra l’ora della merenda insieme ai programmi per bambini – Solletico e Bim Bum Bam -, l’ansia di dover essere quelli che cambiano il mondo, le kefiah e i sensi di colpa per non essere come i genitori boomer*. 

L’effetto generale è nostalgico e un po’ melanconico, e al contempo fa sorridere, perché il testo è scritto con un’ironia pregevole e facile da cogliere, che gioca moltissimo sui pregiudizi sui giovani, tutti droga-disagio-movida, sui drammi che li colpiscono più di ogni altra fascia sociale, come l’emergenza abitativa, e sul desiderio frustrato di ribellarsi, quando a ribellarsi non si è capaci. 

Da vedere, a qualsiasi età. 

Note

“Apocalisse Tascabile”: Spettacolo teatrale andato in scena nel gennaio 2020 e poi ripreso a fine pandemia, nel 2021. Un giovane laureato gira per le strade annunciando l’imminente fine del mondo e accompagnato da un bizzarro Angelo dell’Apocalisse.  

boomer: generazione nata nel periodo del boom economico. Sono i genitori di chi è nato tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta. 

Fonti e crediti fotografici

Teatro Franco Parenti Milano

LA SPARANOIA

atto unico senza feriti gravi purtroppo

27 febbraio – 10 marzo 2024 | Sala Tre

progetto ideato e scritto da Niccolò Fettarappa
regia Niccolò Fettarappa e Lorenzo

Guerrieri


con Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri


contributo intellettuale di Christian Raimo

produzione SARDEGNA TEATRO – AGIDI
con il sostegno di Armunia Teatro,

Spazio Zut, Circuito Claps, Officine della cultura

Rassegna La nuova scena
a cura di Natalia Di Iorio

durata: 1h 15’

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