Alle OGR di Torino due volti della scultura. La doppia personale di Sarah Sze e Sara Enrico

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A Torino si è appena concluso l’atteso appuntamento con Artissima, la fiera d’arte più famosa d’Italia. Ma la città continua a offrire proposte culturali imperdibili, che sono germogliate durante la settimana e che proseguiranno nei prossimi mesi: è il caso della doppia personale della statunitense Sarah Sze e della torinese Sara Enrico alle OGR – Officine Grandi Riparazioni, a ingresso gratuito. Due mostre molto diverse tra loro, entrambe curate da Samuele Piazza ed entrambe concepite come due monumentali installazioni ambientali, accomunate dalla ricerca sui linguaggi della scultura contemporanea.

Ho imparato che il tempo passa più velocemente in montagna che al livello del mare, più in basso tutti i processi sono più lenti. Due amici si separano, uno vive in pianura e l’altro va a vivere in montagna. Si ritrovano anni dopo: quello che è rimasto giù ha vissuto di meno, è invecchiato di meno, il meccanismo del suo orologio a cucù ha oscillato meno volte”, scrive Carlo Rovelli ne L’ordine del tempo, cui Sarah Sze ha dichiarato di ispirarsi.

OGR Torino, Sarah Sze, METRONOME ph Andrea Rossetti for OGR Torino

Ed è infatti il tempo ad essere protagonista del suo METRONOME, opera monumentale (in mostra fino all’11 febbraio 2024) che domina il Binario 1: una complessa griglia metallica a cui l’artista aggiunge dei semplici fogli di carta, sui quali proietta un incessante flusso di immagini.

Assumendo una forma sferica, l’installazione diventa una quasi letterale rappresentazione dell’iconosfera (o l’infosfera) contemporanea, ovvero l’intricato insieme delle immagini che veicolano le informazioni nell’era contemporanea. Lo sviluppo tecnologico, il processo di digitalizzazione e l’avvento di internet (e più tardi dei social media) hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo determinante nell’intensificazione della comunicazione di massa, con la conseguente ipersaturazione visuale. Ed è proprio questa ipersaturazione a essere puntualmente catturata da Sze. Installata originariamente nella sala d’attesa della stazione londinese di Peckham Rye, in occasione della sua riapertura al pubblico dopo oltre 60 anni nel 2023, l’opera trova la sua dimora ideale in un non-luogo di transito, e non a caso ben si coniuga con gli spazi industriali torinesi. Il tempo, in questo caso, assume una connotazione soggettiva, immobile, e sospesa.

OGR Torino, Sara Enrico, Tainted Lovers, ph Andrea Rossetti for OGR Torino

Il binario 2 accoglie invece le sculture di Sara Enrico, con la personale Tainted Lovers, in mostra fino al prossimo 10 dicembre. Quelli di Enrico sono corpi “tainted”, ovvero contaminati; non necessariamente con l’accezione negativa della malattia infettiva, ma con un riferimento alla filosofia post-umana che vede l’essere umano e il non-umano fondersi, contaminarsi appunto, diventando “agenti” immersi in un cosmo di relazioni.

OGR Torino, Sara Enrico, Tainted Lovers, ph Andrea Rossetti for OGR Torino

Mentre l’amore, quel “lovers” che completa il titolo, è tutt’altro che una banale romanticizzazione del tema trattato. Si tratta piuttosto di una tensione basata sul desiderio, matrice della contaminazione stessa. E il primo contagio è proprio quello tra i materiali scelti dall’artista: dalla compattezza del cemento e pigmento della serie The Jumpsuit Theme (2017 – in corso) che però, portando impressa la texture delle tute realizzate dall’artista, assume il morbido aspetto del tessuto; fino all’apparente durezza di Cell Keepers (2023), volumi dall’aspetto industriale in tessuto tecnico elasticizzato che, teso al limite su uno scheletro in titanio, sembra quasi diventare ferro.

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