La “Maria Stuarda” di Schiller in scena al Teatro Carcano

Maria Stuarda, capolavoro di Friedrich Schiller del 1800, racconta il confronto serrato e tragico tra Maria Stuart, cattolica regina di Scozia, e la protestante Elisabetta I. In gioco c’è la corona d’Inghilterra e lo scontro sarà implacabile: politica, religione, potere, intrighi e passioni si mescolano in questo violento affresco storico, che Davide Livermore ambienta in una scena astratta, dominata da una grande scalinata: sarà corte, prigione, parco, lo spazio in cui i due opposti si specchiano e si fondono.

“Maria Stuarda” è una bellissima tragedia in cinque atti di Friedrich Schiller*, di solito poco rappresentata nel teatro odierno perché il tema trattato e la durata ne fanno un pezzo ostico per il pubblico comune. Siamo in Inghilterra nel 1587 e la regina di Scozia, Maria Stuarda, è prigioniera di Elisabetta I a causa delle sue pretese al trono di quest’ultima. Le due donne sono cugine, anche se non si sono mai viste, ed Elisabetta è restia a firmare la condanna a morte della sua rivale. Maria tenta di avviare un dialogo con lei, affidando a uno dei suoi custodi una lettera per il conte di Leicester, in cui chiede un incontro con la regina d’Inghilterra. 

L’incontro avviene, ma la personalità delle due donne è troppo forte e il tentativo di riappacificazione sfocia in un litigio che compromette le possibilità di Maria di salvarsi. La regina di Scozia verrà decapitata. Nel finale della tragedia, Elisabetta incolpa i nobili che hanno consegnato il suo atto e ordinato la sentenza per la morte della cugina e viene lasciata sola sulla scena, con i suoi sensi di colpa. 

Courtesy of Carcano Milano

Il punto forte di tutto il dramma sta nello splendido confronto tra le due protagoniste della vicenda, dove i caratteri forti delle regine spiccano sulla scena, catturando l’attenzione dello spettatore, che è portato a parteggiare ora per l’una, ora per l’altra delle contendenti. Un dialogo così ricco e denso deve essere sostenuto da ottime capacità attoriali, e il Carcano si serve, difatti, di due vere e proprie regine del teatro italiano, Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi. 

Le due attrici non sanno quale delle regine interpreteranno fino all’inizio dello spettacolo – quindi, hanno preparato entrambe le parti e hanno pochissimo tempo per “entrare nel personaggio”! – quando un evocativo evento di scena mette in atto una specie di sorteggio che decreta ruoli, toni e sfumature della “Maria Stuarda” della serata.

La scena è cupa, caratterizzata dai toni del rosso e del nero e dominata da una scalinata che divide lo spazio in tre livelli e permette i diversi cambi di scenario che caratterizzano ogni atto. 

Courtesy of Carcano Milano

Le luci colpiscono gli interpreti con violenza e un taglio quasi caravaggesco, tanto da diventare esse stesse protagoniste della pièce teatrale, come la musica dal vivo a opera di Giua. Il sound è rock, un po’ come lo Schiller dello Sturm und Drang*, d’altronde, epico e graffiante, con un tocco dark che piace moltissimo, soprattutto ai più giovani. 

La mano di Davide Livermore è evidentissima nella messa in scena del Carcano, anche per quanto riguarda l’allestimento futuristico, l’uso delle luci e del suono. I costumi di Dolce e Gabbana donano ulteriore carattere alla rappresentazione, con una bella commistione tra lo spirito rock e il barocco. 

Come però spesso accade con le rappresentazioni di Livermore, la multisensorialità di questa “Maria Stuarda” rischia di soffocare le parole degli interpreti, e in effetti lo fa con gli attori che affiancano le due protagoniste nei ruoli minori, ma Marinoni e Pozzi sono bravissime a reggere le scena e a catalizzare l’attenzione del pubblico di tutte le età, ridando vita, passione e giovinezza a un classico del teatro tedesco. 

Note

Friedrich Schiller (1759 – 1805): poeta e drammaturgo tedesco, famoso principalmente per “I Masnadieri” e l’”Inno alla Gioia”, poi musicato da Beethoven. Fu uno dei massimi esponenti della corrente letteraria dello Sturm und Drang. 

Sturm und Drang: Movimento culturale tedesco di fine 1700, caratterizzato da una forte passionalità, una concezione utopistica della natura e una grande interiorizzazione di sentimenti ed emozioni. Tra i principali esponenti, Schiller e Goethe (in gioventù).

regia Davide Livermore

con Laura Marinoni e Elisabetta Pozzi

e Gaia Aprea, Linda Gennari, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi, Sax Nicosia

chitarra e voce Giua

costumi delle regine Dolce & Gabbana, Anna Missaglia

allestimento scenico Lorenzo Russo Rainaldi

musiche Mario Conte e Giua 

disegno luci Aldo Mantovani

produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Torino, Centro Teatrale Bresciano

durata: 180 minuti

Teatro Carcano (Milano) 8 – 12 novembre 2023

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