Omar Galliani a Piacenza, un Ecce Homo di spalle in dialogo con Antonello. Per riflettere sul mistero dell’umano

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L’Appartamento del Cardinale Alberoni è un vero e proprio scrigno d’arte e storia situato al centro del Collegio Alberoni a Piacenza, custodisce ed espone i gioielli artistici e storici della collezione di Giulio Alberoni (1664-1752), fondatore del Collegio che da lui prende il nome. Le perle più importanti della collezione sono l’Ecce Homo (o Cristo alla colonna) di Antonello da Messina e il dittico Madonna della fontana e Bicchiere con fiori di Jan Provost, fra i principali esponenti della pittura fiamminga. 

Quando si entra nel bunker dove è custodito l’Ecce Homo di Antonello da Messina si rimane senza fiato, questo Cristo piangente e deluso fa vibrare ancora adesso gli animi di chi lo ammira.

Antonello da Messina (Messina, fra il 1425 e il 1430 – 1479), Ecce Homo o Cristo alla colonna, olio su tavola, Collegio Alberoni, Piacenza.

Gesù si offre al nostro sguardo nel suo profondo dolore. I capelli madidi di sudore, la corona di spine sul capo, la corda che gli circonda il collo, la bocca all’ingiù e gli occhi rossi di pianto, la rendono un’immagine potentissima.

Siamo al cospetto di un’opera fondamentale per la storia dell’arte con la quale Antonello rivoluziona l’iconografia del soggetto sacro e il sentire religioso del suo tempo. Il Cristo rivolge gli occhi allo spettatore, esprimendo intensamente i suoi sentimenti, provocando in chi osserva un forte coinvolgimento emotivo. Le lacrime, le stille di sangue, contribuiscono a dare un effetto potentemente drammatico e realistico di questo volto doloroso di Cristo. E proprio le lacrime lasciano trapelare l’umanità del Figlio di Dio.

Comprendiamo perché, quando l’artista Omar Galliani si è trovato dopo tanto tempo ad ammirare questo quadro sia stato colto da una forte emozione al punto da affrontare un dialogo con il Maestro attraverso un nuovo dipinto, assolutamente originale. Sui tuoi passi propone un Cristo inedito, di spalle, ma realizzato con una tecnica molto simile a quella che la tradizione vuole fosse stata importata in Italia proprio da Antonello da Messina, dopo averla appresa dalle opere dei maestri fiamminghi.

Sui tuoi passi di Omar Galliani nella cornice che ha ospitato l’Ecce Homo di Antonello da Messina nel Novecento. Foto Carlo Pagani.

L’opera di Omar Galliani infatti è stata realizzata su di una tavola delle medesime dimensioni di quella utilizzata dal maestro messinese, sarà esposta nella penombra della sala dell’Appartamento del Cardinale interamente dedicata alla visione all’Ecce Homo di Antonello, le cui luci sono state studiate dal designer Davide Groppi. La tavola di Galliani è all’interno della cornice lignea che nel XX secolo ha custodito il capolavoro quattrocentesco, il che rende il dialogo ancora più intenso.

Il Cristo dipinto da Galliani volta le spalle ai fedeli, l’interpretazione è duplice: è stanco della crescente disumanizzazione dell’essere umano o, come afferma Galliani, ci chiede di seguirlo?

Omar Galliani.

“Massimo Silvotti è un po’ l’artefice di questa mia idea sull’Ecce Homo“, ci racconta Omar Galliani, “qualche tempo fa mi propose di andare a vedere l’opera, e quando entrai in questa stanza, in questa scatola buia, scura, l’opera di Antonello rifletteva pittoricamente e spiritualmente una luce straordinaria. Il Cristo, del Maestro ci guardava con questa pietas straordinariamente tragica. L’impatto fu molto forte, e poi girandomi vidi una cornice vuota e pensai che fosse la cornice originale, ma mi fu detto che era stata fatta da uno straordinario artigiano fiorentino e che aveva custodito l’opera di Antonello agli inizi del Novecento. E questo vuoto, questa mancanza mi ha ispirato. Pensai a come avrei potuto riempire quel vuoto, e immaginai qualcosa che concettualmente andasse aldilà dell’opera di Antonello, era l’inizio di un dialogo, nasce così il mio dipinto di spalle”.

I due dipinti dialogano, ma dicono cose diverse: Antonello da Messina quasi si identifica con il Cristo; infatti, la pergamena posta alla base del dipinto recita: “Antonellus Messaneus me | pinxit (Antonello da Messina mi ha dipinto)”; nell’opera di Galliani, invece, alla base dell’opera troviamo le due lettere Alfa e Omega che simboleggiano l’inizio e la fine, ma anche la base teologica che il Cristo è il verbo che si è fatto uomo.

Omar Galliani, Ecce Homo, 2005, matita su tavola + pastello, cm 50×50. Foto Luca Trascinelli.

L’intuizione di Galliani ha dato origine ad un mirabile progetto espositivo, che inaugurerà il 23 marzo e si potrà visitare su appuntamento sino al 26 maggio, il progetto è promosso da Collegio Alberoni – Opera Pia Alberoni e Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo con la curatela di Massimo Silvotti, Umberto Fornasari e Padre Erminio Antonello.

“Silenzio (il titolo della mostra è infatti, Silenzio, l’enigma del verso) è la parola regina di questa mostra”, dice Massimo Silvotti, ideatore del progetto espositivo con Galliani. “Chi vi assisterà, infatti, verrà implicato in una serie di interrogativi teologici e filosofici da cui sarà pressoché impossibile districarsi razionalmente, ragione per cui il silenzio fungerà da rifugio simbolico. Un luogo, cioè, dove accantonare le proprie congetture, per abbandonarsi ad una visionarietà totalmente aperta”.

L’esposizione proseguirà nella sala mostre della Galleria Alberoni, situata nel parco adiacente al Collegio, con una selezione di opere di Omar Galliani tutte dedicate alla Passione di Cristo, tema con il quale l’artista si è confrontato nel corso della sua carriera.

Nel presentare la mostra Padre Erminio Antonello dice: “Queste nude spalle rimandano a volgere lo sguardo dall’altra parte, al volto rigato di lacrime amare dell’Ecce Homo di Antonello. Esistono con esso. Esistono per esso. Sono la metà che richiede il tutto. Ed orientano a ripensare la parzialità insensata di una umanità che s’inganna di poter esistere senza rapporti e legami, in libera uscita, frammentata e vagabonda nell’Universo atomizzato del Nulla: illusorio gioco di specchi su cui s’infrange all’infinito la stessa immagine di sé come ombra passeggera e vana”.

Omar Galliani, Nuovi fiori nuovi santi, 2005, pastelli su tavola, dittico, cm 150×300, dittico parte 1.

Anche il catalogo pensato per questa mostra (edito da punto a capo) ha un’idea originale, fortemente voluta da Massimo Silvotti, oltre a documentare attraverso immagini l’Ecce Homo di Antonello da Messina, Sui tuoi passi di Omar Galliani, i lavori preparatori e le altre opere dell’artista esposte a Piacenza, è accompagnato da numerosi contributi a sfondo poetico. Poesie inedite dedicate all’Ecce Homo di Antonello e al Cristo di spalle di Omar Galliani di importanti poeti italiani, come Edoardo Callegari, Roberto Chiapparoli, Sabrina De Canio, Domenico Ferrari Cesena, Antonio Laneve, Roberto Mussapi, Guido Oldani, Barbara Rabita, Davide Rondoni, Antje Stehn e Stefano Torre, ed una prosa poetica di Omar Galliani.

Sicuramente questo Cristo di spalle rivoluziona il nostro modo di pensare l’iconografia religiosa e ci costringe in qualche modo a riflettere su come l’essere umano stia voltando le spalle non solo a Dio, ma all’umanità stessa perché, se noi siamo parte del tutto, questo tutto non ci guarda più.

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