Anselm Kiefer, a Roma la mostra The Consciousness of Stones  

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La Galleria Lorcan O’Neill di Roma ha ospitato fino a oggi, 17 febbraio 2024, la nuova mostra dell’artista tedesco Anselm Kiefer. L’idea di questa mostra è venuta ad Anselm durante un viaggio in barca nel Mediterraneo. Le rocce, gli schizzi del mare e i colori sono una riproduzione veritiera di quanto ha visto durante il viaggio. Sono state poi trasfigurate quindi nessuna ha un’aderenza topografica precisa, anzi, solo una ha un chiaro riferimento alla realtà: Scilla e Cariddi.

L’opera rende omaggio alle creature marine narrate da Omero che vivevano sui due lati opposti dello Stretto di Messina, tra la Sicilia e la Calabria. Nell’immaginario collettivo destavano paura e sconcerto nei marinai di passaggio. Essendo collocate molto vicino l’una all’altra, evitare una significava finire inevitabilmente nelle grinfie dell’altra.

Il titolo della mostra, letteralmente “La coscienza delle Pietre”  (Das Bewusstsein der Steine, in tedesco), è stato preso in prestito da Hans Henry Jahnn (1894-1959), autore tedesco del XX secolo, contemporaneo di Robert Musil, Bertold Brecht e Thomas Mann, i cui scritti hanno influenzato significativamente Kiefer fin dalla giovinezza.

Entrando nello spazio veniamo catapultati nell’universo di Kiefer. Sette dipinti monumentali, raffiguranti isole, prendono violentemente il sopravvento e ci affascinano. Fondamentale e utile allo sguardo è il contrasto netto tra il bianco delle pareti e i colori scuri delle opere, alla base delle quali vi è l’esigenza, che connatura l’uomo da sempre, di andare oltre l’ignoto, di dare una forma e un nome a qualcosa che non li possiede. La rappresentazione dell’Isola è un espediente perfetto: è simbolo di isolamento ma anche del desiderio umano di esplorare, di partire per arrivare, per giungere e raggiungere. Raggiungere un luogo, un obiettivo, una fine o un inizio. Questi concetti trovano il loro terreno fertile nella mitologia classica, nella letteratura, nella filosofia e nella musica, senza tralasciare le esperienze dirette dell’artista. 

Kiefer esplora temi universali come il mito, la storia, la memoria collettiva e la conoscenza umana facendo espliciti riferimenti ad Omero, Alessandro Magno, Paul Celan, Goethe e Ludwig van Beethoven.

Una delle leggende legate al condottiero macedone narra che alcuni soldati avessero trovato il luogo in cui Prometeo sarebbe stato imprigionato dopo aver rubato il fuoco agli dei per consegnarlo agli uomini. Kiefer riporta e stravolge questo aneddoto appendendo una catena di metallo al bordo superiore dell’opera, in ricordo della punizione di Prometeo.

Il titolo dell’opera (ricorrente nel lavoro di Kiefer poiché lo ha attribuito a più opere) fa riferimento al “Regno delle Madri” del Faust di Goethe: un regno tenebroso, abitato da divinità sotterranee, notturne, oscure.

Il poeta rumeno è una presenza costante nel lavoro di Kiefer, che gli ha dedicato molte opere e un’intera mostra al Grand Palais Éphémère di Parigi nel 2021. Le pietre sono ricorrenti nella scrittura di Celan; Kiefer gli rende omaggio con questa opera citando frammenti di versi della poesia “Radix Matrix”, che appaiono scritti in gesso sopra il promontorio roccioso.

Una mostra di forte impatto, caratterizzata da una veemenza artistica e umana senza eguali. Un artista poliedrico e a tutto tondo che riesce a comunicare emozioni, sensazioni, ricordi, paure, angosce e gioie attraverso l’uso sapiente della tecnica; tecnica mai fine a sé stessa ma supportata da un bagaglio di conoscenze storiche, artistiche, musicali e umane di portata sconvolgente. Osservando le sue opere sentiamo il rumore del mare, quello del vento, le urla disumane di Scilla e Cariddi e quelle di terrore dei marinai; ascoltiamo la melodia dilaniante e drammatica del Quartetto n.14 op. 131 di Beethoven; immaginiamo la disperazione di Prometeo; ci abbandoniamo totalmente alla maestosità delle opere che esalta la nostra condizione umana, ci fa sentire piccoli, inermi e inerti di fronte alla grandezza e al mistero dell’universo.

Attendiamo con ansia la prossima personale di Kiefer, in arrivo a Palazzo Strozzi il 22 marzo 2024.

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