Sacro è: riflessioni quotidiane sull’intimo e il collettivo alla Fondazione Merz

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La Fondazione Merz di Torino ospita fino al 16 giugno 2024 il programma “Celebrazioni”, parte integrante della mostra “Sacro è”. Questa iniziativa, curata da Giulia Turconi, coinvolge otto artisti emergenti che esplorano e reinterpretano il tema del sacro nella sua manifestazione quotidiana. L’obiettivo è evidenziare come il sacro, inteso come elemento profondamente personale, si possa espandere in una dimensione collettiva, promuovendo una celebrazione della comunità e dell’umanità attraverso eventi che includono letteratura, poesia, musica, workshop e rituali.

Il concetto di “celebrazione” è inteso non solo come evento, ma come espressione di una comunità, enfatizzando l’importanza del rituale collettivo. La mostra si snoda attraverso varie installazioni, performance, sculture, film e video, avviando un dialogo profondo con le opere di Mario Merz e Marisa Merz e arricchendosi con la proiezione del film “Teorema” di Pier Paolo Pasolini.

Tra gli artisti partecipanti vi sono Tiphaine Calmettes, la cui opera “Soupe primordiale” riflette sulle origini della vita all’interno di uno spazio che ricorda una cucina; Matilde Cassani con “Tutto”, un’installazione che trasforma lo spazio espositivo in una soglia carica di memoria collettiva; e Giuseppe Di Liberto, la cui performance “Sparge la morte” esplora la morte e i suoi rituali attraverso un suggestivo allestimento permanente.

Quỳnh Lâm, con “Dì tutta la verità ma dilla obliqua”, si ispira a Emily Dickinson per indagare le nozioni di vita e morte; GianMarco Porru presenta “Uma Fonte”, una riflessione sull’acqua come elemento spirituale; mentre Lorenzo Montinaro, con “C’eri” e “Senza titolo (Epilogo)”, esplora il tema della memoria personale e collettiva.

Tommy Malekoff, con “Desire Lines”, analizza lo spazio liminale dei parcheggi come scenari di rituali, e Lena Kuzmich chiude il percorso con “Chimera”, un’indagine sulla vita non binaria nell’ambito naturale.

Questa mostra non solo rappresenta una celebrazione del sacro nella quotidianità ma invita anche a una riflessione sulla capacità di riconoscere la meraviglia dell’esistenza e la poesia nascosta nella vita di tutti i giorni, come sottolinea la curatrice Giulia Turconi. L’esposizione è supportata dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino, con la collaborazione di Kuhn & Bülow.

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