Il Giappone in Italia: 4 musei da non perdere

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In Italia ci sono oltre 5000 musei, ma pochi sanno che tra questi si nascondono dei veri e propri tesori provenienti dal Sol Levante.

Due personaggi femminili di un trittico. Courtesy MAO.

Il fascino che l’Italia prova nei confronti del Giappone non è una novità. Infatti, i tanto amati cartoni animati e i manga non sono che la punta dell’iceberg. Ma come e quando è nato questo profondo interesse verso la cultura giapponese? 

Tutto ha inizio nel 1542, quando una nave europea approda nella terra del Sol Levante. Quarant’anni dopo, l’ambasciata giapponese Tenshō parte alla scoperta di terre straniere, arrivando così sul suolo italiano. Fino alla metà del 1600 però, il Giappone preferisce non aprirsi totalmente al mondo esterno, decidendo di rimanere comunque in contatto con il Bel Paese: seta pregiata, paraventi e contenitori finemente decorati venivano venduti a papi, re, cardinali e nobili italiani.

Durante il periodo Edo, la politica giapponese opta per un completo isolamento. Questo non fece altro che alimentare la curiosità della nobiltà italiana ed europea, trasformandosi  in una vera e propria corsa all’oro per aggiudicarsi i sempre più rari e pregiati oggetti orientali.

Con il fenomeno del Japonisme cambia ogni cosa: i contatti diretti con l’Occidente vengono ripristinati e l’intera Europa si lascia corteggiare dalle diversità della cultura giapponese. Artisti, ricchi borghesi, mercanti d’arte e nobili appassionati iniziano a raccogliere e collezionare opere e manufatti del Giappone, dando vita così a collezioni che ancora oggi possiamo ammirare in svariati musei d’Italia.

Dove poter ammirare questi tesori? Ecco di seguito i 4 musei da non perdere:

  1. Mao di Torino

E’ tra le più recenti istituzioni dedicate all’arte Orientale in Italia. La collezione comprende circa 2200 opere suddivise in cinque gallerie dedicate ai Paesi del Medio ed Estremo Oriente e al Giappone. Nella galleria dedicata all’arte del Paese del Sol Levante si trovano imponenti statue, raffinati paraventi e diversi dipinti e xilografie.

  1. Museo d’arte orientale “Edoardo Chiossone” a Genova

Edoardo Chiossone è stato un grande disegnatore ed incisore, invitato nel 1875 in Giappone durante il periodo di modernizzazione del Paese. Durante la sua permanenza, Chiossone accumulò un ricchissimo patrimonio d’arte, custodito oggi all’interno del museo: dipinti, stampe, armi e armature, bronzi, lacche, ceramiche, porcellane, costumi e tessuti, con un totale di circa 2000 pezzi esposti. Inoltre, da non dimenticare, i dipinti e le stampe Ukiyo-e di celebri autori quali Harunobu, Utamaro, Hiroshige e Hokusai.

  1. Museo Orientale di Ca’ Pesaro a Venezia

La collezione che si trova all’interno di Ca’ Pesaro a Venezia costituisce una delle più importanti raccolte mondiali di arte giapponese del Periodo Edo. Questa è composta da oltre 30.000 pezzi, tra questi: spade e pugnali, armature giapponesi, raffinate lacche e preziose porcellane.

  1. Museo civico d’arte Orientale di Trieste

Inaugurato nel 2001, gli ultimi due piani del Museo sono interamente dedicati a una ricca collezione di manufatti giapponesi: porcellane, armi, armature e stampe dell’Ukiyo-e, con opere di grandi maestri dell’arte giapponese tra cui Hiroshige e Hokusai. Non mancano mostre periodiche e svariati eventi sulla cultura giapponese, tra corsi di calligrafia, gastronomia e origami.

Cover Photo Credits: Fondo Ambiente Italiano.

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