Velare e svelare: dialoghi visivi con la natura alla XIX Fotografia Europea

Getting your Trinity Audio player ready...

Dal 26 aprile al 9 giugno 2024, Reggio Emilia diventa nuovamente il palcoscenico per osservare i cambiamenti del contemporaneo attraverso l’obiettivo di affermati fotografi e talenti emergenti con la XIX edizione di Fotografia Europea. Organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani e dal Comune di Reggio Emilia, con il supporto della Regione Emilia-Romagna, il festival si articola intorno al tema “La natura ama nascondersi”. Questo concetto, ispirato da un frammento di Eraclito, esplora la tensione tra visibile e invisibile, tra il nascondersi e il rivelarsi distruttivo della natura in un’era di cambiamenti incessanti.

La mostra centrale si tiene a Palazzo Magnani con “Mediations”, la prima retrospettiva in Italia della fotografa americana Susan Meiselas, nota per i suoi lavori nei conflitti in America Centrale. La sua carriera è esplorata attraverso scatti che vanno dagli anni Settanta a oggi, mostrando come Meiselas espanda le potenzialità del reportage con installazioni, libri e film, indagando la relazione tra le immagini e il loro contesto di percezione.

I Chiostri di San Pietro accolgono dieci esposizioni diverse. Al piano terra, “Sky Album: 150 years of capturing clouds” di Luce Lebart e Michelle Wilson celebra la pratica storica e artistica di fotografare il cielo. Al primo piano, Helen Sear con “Within Sight” esplora la dissoluzione della prospettiva fotografica tradizionale attraverso opere che combinano fotografia e elementi disegnati a mano.

Altri artisti includono Yvonne Venegas con “Sea of Cortez”, che racconta una storia intergenerazionale legata alle miniere di rame in Bassa California, e Arko Datto con “The Shunyo Raja Monographies”, che documenta la catastrofe climatica nel Delta del Bengala. Matteo de Mayda presenta “There’s no calm after the storm”, un’indagine sugli effetti a lungo termine della tempesta Vaia sul Nord-est Italia.

Nel vasto corridoio centrale, Natalya Saprunova espone “Permafrost”, che esplora la vita nelle remote regioni del nord asiatico, mentre Terri Weifenbach con “Cloud Physics” investiga l’interconnessione tra nuvole e vita biologica terrestre. Bruno Serralongue in “Community Gardens of Vertus, Aubervilliers” documenta la resistenza locale contro l’urbanizzazione in Francia.

Palazzo da Mosto ospita i progetti vincitori della Open Call e una mostra sui libri fotografici riguardanti la natura. Karim El Maktafi, con “day by day”, esplora la relazione tra uomo e ambiente nelle “Aree Interne” dell’Appennino Emiliano, mentre “Index Naturae” presenta una selezione di libri fotografici recenti sul rapporto uomo-natura.

La Villa Zironi, con la mostra “Radici” di Silvia Infranco, riflette sul rapporto tra uomo e natura attraverso l’uso di materiali naturali e antiche pratiche fitoterapiche. Le esposizioni sono completate da un ricco programma di eventi, incontri con artisti, conferenze, e una serie di mostre partner distribuite in tutta la città, oltre a eventi musicali che fondono riflessioni ambientali e sonorità contemporanee, consolidando Fotografia Europea come una piattaforma di dialogo culturale e artistico profondamente radicata nel tessuto sociale e ambientale di Reggio Emilia.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Artuu consiglia

Iscriviti alla Artuu Newsletter

Il Meglio di Artuu

Ti potrebbero interessare

Seguici su Instagram ogni giorno