MURI D’ARTISTA: Un museo a cielo aperto dedicato alla città di Milano

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La Cittadella degli Archivi di Milano per un progetto di riqualificazione urbana.

Isorropia Homegallery presenta Muri d’artista: 40 murales realizzati lungo il lato sud della Cittadella degli Archivi; 1.500 mq di arte muraria dedicata alla storia di Milano custodita all’interno dell’Archivio Comunale della città.

Un museo a cielo aperto, uno spazio condiviso, un luogo denso di storia, due milioni e mezzo di fascicoli gelosamente custoditi adesso fruibili attraverso le personali interpretazioni di 10 artisti che, con la loro poetica, hanno reinterpretato alcuni tra gli accadimenti più emblematici della città di Milano conservati all’interno del suo Archivio Comunale.

Muri d’artista, progetto nato grazie alla collaborazione tra il Comune di Milano, il Municipio 9 e l’associazione culturale no profit, con sede a Milano, Isorropia Homegallery, vuole contribuire al piano di riqualificazione urbana – avviato nel 2015 a cura di Rossella Farinotti – mediante la realizzazione di 80 muri d’artista grazie all’intervento di oltre 60 artisti provenienti da tutto il mondo.

I 10 artisti scelti per quest’anno da Isorropia Homegallery, partendo sempre da ciò che è contenuto all’interno dell’archivio, hanno dato vita ad un percorso che accompagna il visitatore e lo conduce metaforicamente tra gli scaffali, gli spazi e gli ambienti di uno dei poli archivistici più moderni di tutta l’Europa; luoghi affascinanti, erroneamente considerati come magazzini polverosi, gli archivi permettono di rivivere pezzi di storia, aneddoti sconosciuti, conversazioni private, eventi che hanno segnato questa cosmopolita ed avanguardista città, rendendola un polo attrattivo sempre in cerca di stimoli differenti e nuove opportunità.Un richiamo visivo che desta interesse, un’interrelazione tangibile tra ciò che è stato e ciò che potrebbe divenire, situazioni passate e proposte future, arte e storia che, fondendosi, sprigionano tesori che racchiudono in sé i ricordi di un’intera comunità. Uno spazio pubblico muta così il suo aspetto esteriore, rispecchiando, secondo differenziati estri creativi, ciò che è celato al suo interno e ribadendo quel legame tra due realtà difficilmente sovrapponibili.

Luca di Maggio, “Velodromno”

Un’iniziativa che conferisce nuove prospettive, una visione inconsueta di un luogo fortemente ancorato nel tessuto sociale, rappresentante di una memoria storica da tutelare ma, al contempo, valorizzare. Ed è proprio camminando lungo il lato sud della Cittadella che il nostro sguardo si sofferma sul lavoro di Omar Hassan che raffigura i primi lampioni elettrici installati nella città, sul velodromo Maspes-Vigorelli e la Nazionale Azzurra di Luca di Maggio, su Maria Pogorzhelskaya con i suoi ritratti femminili ispirati alla mostra – curata da Lea Vergine – L’altra metà delle Avanguardie e ancora su Andrea Crespi con Giorgio Strehler da giovane e da anziano, sull’opera di Andrea Bianconi che rappresenta l’Acquario Civico, sui cavalli di Marino Marini ad opera di Gianluca Ragni e su Matteo Messori e la sua simbolica reinterpretazione della strage di Gorla del ’44. Ciò che emerge alla fine è una cromatica successione di visioni multiformi, una sequenza variopinta alternata che genera una caleidoscopica narrazione traendo ispirazione dal nostro passato ma volgendo lo sguardo alla concretezza del presente.

Photo Credits: Andrea Crespi, “Giorgio Strehler”, courtesy of the artist and Isorropia Homegallery

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