I corpi “ibridi” di Giannelli al Parma360 festival

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Il Festival della Creatività contemporanea Parma 360 è giunto alla sua ottava edizione, sino al 19 maggio cinque grandi mostre di pittura, scultura, illustrazione, arte digitale e nuovi media sono allestite in un percorso diffuso in tutta la città. 

Il fil rouge e anche il titolo del Festival è Homo Deus. L’Umanità del futuro, e prende spunto dal saggio di Yuval Noah Harari, uno dei più grandi intellettuali, filosofi e divulgatori contemporanei, “HOMO DEUS. Breve storia del futuro”.

Harari racconta sogni e incubi che daranno forma al XXI secolo e ci mette in guardia, il genere umano rischia di rendere sé stesso superfluo. Coltiviamo con strumenti sempre più potenti l’ambizione antica di elevarci al rango di divinità, di trasformare “Homo sapiens” in “Homo Deus”. E allora cosa accadrà quando robotica, intelligenza artificiale e ingegneria genetica saranno messe al servizio della ricerca dell’immortalità e della felicità eterna?

Il tema è di grande attualità e ha stimolato le curatrici del Festival, Chiara Canali e Camilla Mineo nella scelta delle mostre da proporre al pubblico.  È un’epoca, la nostra, di grande prosperità, ma anche di grandi instabilità, sono molte le sfide che siamo chiamati ad affrontare dal cambiamento climatico, al mutamento degli habitat e al drammatico esaurimento delle risorse del pianeta blu. È qui che si inserisce la scelta di Camilla Mineo, in qualità di curatrice, di proporre le opere dello scultore Emanuele Giannelli e ad esporle in una sua personale a Parma nella mostra intitolata “Humanoid”.

Mr. Arbitrium, ph Greta Margherita Rinaldi

Il percorso espositivo parte dalla scultura monumentale Mr. Arbitrium posta sulla facciata della Chiesa di San Francesco del Prato, gioiello gotico della Città di Parma, riaperta dopo 200 anni di storia travagliata, è stata carcere di Parma, luogo di detenzione di criminali comuni ma anche e soprattutto di dissidenti politici, partigiani e persone invise ai nazifascisti, nel carcere vennero rinchiusi, in tempi diversi, anche il giornalista e scrittore Giovannino Guareschi e Gaetano Bresci, l’anarchico che uccise re Umberto Primo. Oggi è stata restituita al suo primario uso ed è in corso un imponente restauro. 

Mr. Arbitrium spinge o sorregge la Chiesa? Gioca su questa ambivalenza il lavoro di Giannelli e nel duplice significato di questa azione che si cela il concetto che sta alla base dell’opera. In un momento storico di grandi cambiamenti e di ritmi sempre più accelerati come quello che stiamo attraversando, esiste realmente questo dilemma, che inevitabilmente ci chiede di scegliere, spazzare via la Chiesa o invece sostenere e difendere la nostra storia millenaria, i simboli della cultura dell’Occidente? Dovremo fare delle scelte, Mr. Arbitrium invita il passante ad interrogarsi, a riflettere, e cerca di provocare emozioni.

Come racconta la curatrice,“l’opera di Giannelli per la prima volta si confronta con un luogo francescano e si rapporta simbolicamente anche con uno dei brani pittorici maggiormente simbolici delle Storie di San Francesco della Basilica superiore di Assisi attribuiti a Giotto, in particolare con la scena in cui Papa Innocenzo III vede in sogno il povero frate che sorregge la Basilica del Laterano, sede del soglio pontificio, che vacilla e rischia di crollare.”

Totem Tooth, ph Greta Margherita Rinaldi

L’esposizione continua con un’opera inedita di oltre tre metri Totem Tooth raffigurante un enorme molare con in cima un piccolo uomo. L’uomo che diventa una piccola figura insignificante di fronte all’Universo.  L’uomo deve ridimensionare il proprio ruolo, sia nei confronti dell’universo che lo ospita sia nei confronti della società di cui fa parte.

Sono quaranta le opere scelte per essere allestite nella Chiesa sconsacrata di San Ludovico che completano il percorso espositivo. È un universo post-apocalittico quello di Emanuele Giannelli. La tecnologia non è più solo uno strumento nelle mani dell’uomo, bensì il mondo stesso in cui l’uomo si trova a vivere. Questo capovolgimento è la spina dorsale della tematica su cui Giannelli si interroga: siamo una civiltà dall’altissima competenza tecnica e dalla bassissima umanità, con un forte senso di autodistruzione. 

Nato a Roma nel 1962, Emanuele Giannelli poco prima dei vent’anni si trasferisce a Carrara, capitale del marmo, e nel 1984 si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti. È in quegli anni che si avvia il progressivo distacco dalle correnti classiche, parallelamente a un sempre più stimolante avvicinamento alla scultura contemporanea, attraverso la cultura industriale da cui viene sempre più assorbito (la musica industriale ed elettronica, i libri, gli amici, i dischi, i fumetti), il punk come movimento giovanile di protesta, il movimento studentesco e gli scontri politici di fine anni ’70, che vede e vive da vicino. L’artista sperimenta nuovi materiali e nuove tecniche, fino a trovare una sua narrazione, che quasi come un’ossessione ritorna in tutte le sue opere e che vediamo ancora oggi, la figura umana in preda al caos della contemporaneità e alla trasformazione.

ph Greta Margherita Rinaldi

Nelle sculture dell’artista vediamo, infatti, l’esaltazione dell’uomo occidentale, con gli occhialini da industrializzato, che sente in sé una potenza immensa e tenta di governarla. La sua è una forza che sta per saltare in aria e si scontra violentemente con l’istinto all’autodistruzione, costringendolo ad uno sforzo enorme per tenere insieme le due energie contrastanti in uno scenario post-apocalittico. Un mondo in cui si possa ricostruire quell’umanità che conduca l’uomo fuori dal processo che lo rende schiavo dell’industrializzazione.

Mr. Arbitrium, ph Greta Margherita Rinaldi

In mostra è esposta una selezione di opere degli ultimi anni, realizzate prevalentemente in resina e ceramica: gruppi scultorei composti da singole figure o da gruppi di umani che dialogano strettamente fra loro, creando un universo dall’estetica futuristica impregnata di atmosfere filmiche e letterarie. 

Nello stesso periodo, la Galleria Art&Co. di Simone Viola a Parma, ospita le sculture di Emanuele Giannelli, ma in piccole dimensioni. Sempre in Galleria, sino al 5 maggio, è esposta una serie inedita di gioielli di Vito Giannelli, che ha realizzato in una visione del tutto nuova le sculture del padre Emanuele.

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