Janet Sobel, la vera inventrice del dripping

Storia dell’artista Janet Sobel che ha utilizzato il dripping anni prima di Jackson Pollock

Una madre ucraina di cinque figli, ma – soprattutto – un’artista che fa colare vernice sui suoi dipinti distesa sul pavimento del suo appartamento di Brighton Beach, quartiere del distretto newyorkese di Brooklyn. A donarci questa immagine è la fotografia di Ben Schnall scattata nel 1949 che ritrae Janet Sobel mentre utilizza la tecnica del dripping.

Janet Sobel fotografata da Ben Schnall (1949), Courtesy Gary Snyder Fine Art NY, Fonte BBC

Il dripping è la tecnica di action painting resa celebre da Jackson Pollock, che consiste nel creare dei pattern di colore facendo colare vernice da un pennello sulla tela. Il maestro dell’arte moderna contemporanea viene celebrato per essere il pioniere di questa tecnica, ma questo merito va riconosciuto a Janet Sobel.

Per celebrare l’artista e darle il giusto riconoscimento, il MoMA ha inserito alcune opere di Janet Sobel all’interno della mostra “507: In Solidarity” dedicata agli artisti di origini ucraine.

La vita di Janet Sobel

La storia di Janet Sobel è molto burrascosa. Nasce nel 1893 da una famiglia ebrea a Dnipro, in Ucraina. Suo padre perde la vita in un pogrom quando Sobel è molto giovane e per questo è costretta a fuggire a New York con la madre e due fratelli. 

All’età di 16 anni sposa un orafo con cui avrà cinque figli.

A causa della sua vita difficile, Sobel non riceve un’educazione formale, ma ha dentro di sé un naturale amore per l’arte, la musica e la letteratura, che trasmette ai figli. 

Si racconta che l’incontro con la pittura sia stato accidentale: Sobel viene spinta dal figlio adolescente a dipingere, dopo che aveva mostrato più interesse di lui per una borsa di studio per l’arte, rivelandosi un vero talento.

La carriera

Così comincia la carriera artistica di Janet Sobel quando è più che quarantenne. Il suo stile autodidatta ricorda Jean Dubuffet nel suo utilizzo di forme primitive e Marc Chagall nei suoi riferimenti al folklore est-europeo. I suoi primi dipinti risalgono alla fine degli anni ’30.

Janet Sobel è determinata ad avere successo nella sua carriera artistica. La collezionista Sidney Janis diventa una sua appassionata sostenitrice e la inserisce nella mostra “American Primitive Painting of Four Centuries” inaugurata nel 1943 all’Arts Club di Chicago.

Nel 1945 Sobel viene notata da Peggy Guggenheim e inserita nella sua mostra “The Women”, nella galleria Art of This Century. L’anno seguente raggiunge l’apice della sua carriera e ottiene la sua prima mostra personale. 

Purtroppo, il mondo dell’arte newyorkese non è ancora pronto per l’arte di Janet Sobel. Fa fatica a inquadrare la sua produzione in uno stile preciso e per questo non la comprende. 

L’artista sarà costretta ad abbandonare le sue aspirazioni e tornare a una vita da casalinga lontano da New York, anche se non smetterà di dipingere. 

Decenni dopo, il mondo è finalmente pronto a ricordarsi di Janet Sobel, di quanto il suo stile fosse innovativo e fuori dagli schemi per l’epoca, ma soprattutto di quante sono le grandi artiste donne a cui non è stato concesso il giusto spazio nella storia dell’arte. 

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