Un parco tra realtà e fantasia: il Sacro Bosco di Bomarzo

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Dettaglio Parco dei Mostri

Arte, magia e letteratura si incontrano al Parco dei Mostri a Viterbo, vera meraviglia del genio rinascimentale 

Dopo il Giardino dei Tarocchi a Capalbio, in provincia di Grosseto, e il Giardino di Boboli a Firenze, Artuu continua il suo tour tra i parchi artistici più belli e suggestivi d’Italia e vi porta oggi alla scoperta di una vera e propria meraviglia: il Sacro Bosco di Bomarzo, noto anche come Parco dei Mostri, una rarità tutta da scoprire situata proprio all’interno del comune di Bomarzo, in provincia di Viterbo. 

Realizzato a partire dalla metà del XVI secolo da parte dell’architetto e antiquario Pirro Ligorio su volere del principe Vicino Orsini, il Sacro Bosco va oltre il concetto di giardino all’italiana per dare vita ad un paesaggio surreale popolato da figure e personaggi fantastici a volte minacciosi, a volte onirici e altre volte suadenti. 

Il bosco costituisce un unicum all’interno della cultura architettonico-naturalistica del secondo Cinquecento italiano: infatti non è soltanto un parco ma è un labirinto dove silenzi, allusioni, illusioni, sogni, realtà, teatro e immaginazione si mescolano in continuazione senza tralasciare riferimenti alla filosofia, alle conoscenze scientifiche e alla letteratura del tempo. 

Il parco, che si estende su una superficie di 3 ettari, ospita al suo interno un gran numero di sculture di varia grandezza che ignorano volutamente le regole prospettiche ed estetiche, allo scopo di spaventare, confondere e meravigliare il visitatore. 

Così passeggiando per questo misterioso boschetto si possono incontrare il mostro Proteo con la sua enorme bocca spalancata che sembra emergere direttamente dalle viscere della terra, il gruppo colossale di Ercole e Caco che lottano tra di loro o la casa pendente, un piccolo edificio costruito su un masso inclinato e per questo volutamente storto: entrando il visitatore ha un’impressione di smarrimento, proprio perchè il pavimento è inclinato e irregolare.

Ci sono poi un maestoso elefante che porta sulla schiena una grossa torre e stringe nella proboscide un legionario romano ( un riferimento al condottiero cartaginese Annibale e alla sua impresa durante le Guerre Puniche?), la dea dell’amore Venere che esce da una conchiglia bagnata dalle acque di un ninfeo di ispirazione greco-romana e infine l’Orco, probabilmente l’attrazione più famosa di tutto il parco: un grande faccione di pietra con la bocca aperta, attorno al quale si legge la scritta “OGNI PENSIERO VOLA”. La figura è una camera scavata direttamente nel tufo alla quale si accede per mezzo di alcuni gradini: la forma interna dell’ambiente fa sì che le voci e i suoni rimbalzino sulle pareti creando un’eco dall’effetto spaventoso. 

Nonostante i numerosi studi che hanno tentato nel corso del tempo di sciogliere l’enigma dietro a questo fantasioso boschetto, il giardino di Bomarzo è forse destinato a rimanere un luogo sospeso, intriso di fascino e mistero: un sorprendente teatro, un luogo magico e catartico che ancora oggi genera racconti e stuzzica l’immaginario di ciascun visitatore.

Cover Photo Credits: Dettaglio Parco dei Mostri

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