Supersex: la vera storia di Rocco Siffredi, l’artista del sesso

Getting your Trinity Audio player ready...

Chi non è incuriosito della nuova serie in onda su Netfllix “Supersex”?

La vita di Rocco Siffredi, uno dei più famosi pornoattori del mondo, la guarderanno tutti. Scritta da una donna, Francesca Manieri, non vi è pornografia nei sette episodi, ma il racconto di un paese cattolico e ancora profondamente maschilista come l’Italia, dove personaggi come Siffredi e Moana Pozzi hanno reso il sesso sempre più pop e con meno tabù. Cosa ci sia da raccontare su Rocco Siffredi una figura che dovrebbe essere ormai senza misteri, dato che si è mostrata, letteralmente, in tutte le sue parti più intime? La storia di Rocco Tano (l’alias Siffredi, nome che gli diedero in Francia in onore del Roch Siffredi interpretato da Alain Delon in Borsalino) è in definitiva la storia di un’anima tormentata. 

Di umili origini cresciuto nelle case popolari, segnato dalla morte del fratellino invalido, il piccolo Rocco si contende le attenzioni della madre, Carmela, che vede il sesso come un peccato. Carmela che ha occhi soprattutto per Claudio, il fratellino malato. Rocco fa nella serie un gioco, conta fino a dieci, con la speranza che la madre lo guardi prima che finisca di contare, ma questo non succede. Fino a quando mentre legge un giornale porno, “Supersex” (buttato dal finestrino da un camionista di passaggio e da qui il nome della serie), e si tocca per la prima volta, proprio in quel momento, la madre lo guarda. E allora il sesso diventa per Rocco il modo per farsi guardare e amare. 

Alessandro Borghi è Rocco, un uomo ossessionato, schiavo del suo desiderio, perverso ma buono. L’unico legame che sembra ammettere è quello con un personaggio ancor più problematico, il fratello maggiore (adottivo) Tommaso, interpretato da un grande Adriano Giannini, che rappresenta quell’idea di maschio da cui tutti cercano di farsi amare e di cui tutti vogliono l’approvazione. 

La fidanzata e poi moglie di Tommaso, Jasmine Trinca, nei panni di Lucia, co-protagonista della serie, è lo speculare femminile di Rocco per la quale il sesso è sempre una scelta ma non negli stessi termini. Questo simboleggia la differenza che ancora oggi c’è tra donne e uomini quando si parla di corpi e sesso. Siffredi grazie al sesso si sente libero, per Lucia invece è una prigione, anche se è lei che costringe il protagonista a confrontarsi con le donne.

In un’intervista il vero Siffredi dice di lei: “rappresenta tutta la miriade di personalità femminili che ho incontrato, perché, al contrario di quello che magari la mia persona può far sembrare, cioè che tutte le donne sono uguali, che basta che ‘aprano le gambe’, in realtà da ognuna ho imparato qualcosa”. La sceneggiatrice racconta la storia di qualcuno che, a modo suo, è stato un pioniere, o che comunque, anche grazie soltanto alla sua esistenza, ha messo in discussione lo status quo. In contrapposizione al perbenismo cattolico borghese dell’epoca, parliamo degli anni Ottanta-Novanta.

Sempre di quegli anni è la condanna di Giovanni Paolo II all’uso del preservativo in piena epoca AIDS, che iniziava a mietere vittime, come l’icona del porno John Holmes, (che viene ricordato anche in una canzone di Elio e Le storie Tese) e la cui morte viene commemorata da Riccardo Schicchi (interpretato da un bravo Vincenzo Nemolato) che proietta davanti al cast il frammento di un suo film.

In un ristorante parigino, dove Rocco si è trasferito per seguire il fratello Tommaso e dove inizia la sua carriera di porno-divo, gli viene lanciata una sfida, deve riuscire a venire in dieci secondi. Lui, senza pensarci due volte lo fa e ci riesce. Il piccolo Rocco, che contava fino a dieci sperando che la madre lo guardasse, non esiste più, è nato Rocco Siffredi, l’animale, come è definito da tutti nell’ambiente. Rocco è una “bestia da monta”, così lo chiama Schicchi nella scena in cui litigano perché Rocco vorrebbe farsi le attrici anche fuori dal set e non solo davanti alle telecamere.

Rocco ha bisogno di rapporti in continuazione. Come dice lui stesso, “sono nato per questo,la vita è porno”. Nel sesso ha trovato la propria libertà, il successo, la ricchezza. Ma la sua vita privata è un disastro. La “dinamite che ha in mezzo alle gambe”, come la chiama Tommaso, è uno strumento simbolo di potere, ma anche di distruzione.  Siffredi nella storia è un supereroe tormentato, un artista del sesso. 

Ma Supersex non è una glorificazione di Rocco Siffredi, tantomeno un tribunale per giudicarlo, ma la scoperta di un essere umano. Molto fragile, come dimostra l’ultimo episodio di cronaca che lo vede protagonista. Un uomo che non riesce a controllarsi e che dopo aver insultato la giornalista che lo aveva intervistato e che, secondo lui, non aveva riportato l’intervista in maniera veritiera, si è scusato piangendo in diretta alle Iene. E così la giornalista lo ha perdonato e tutto è finito a tarallucci e vino.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Artuu consiglia

Iscriviti alla Artuu Newsletter

Il Meglio di Artuu

Ti potrebbero interessare

Seguici su Instagram ogni giorno