L’eredità di Susan Sontag oggi

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Inauguriamo oggi una nuova serie di contributi che vogliono offrire uno sguardo sui concetti dei grandi scrittori e pensatori del passato recente, in ambito estetico-artistico-culturale, per rileggerli in chiave contemporanea. Non abbiamo la pretesa di fare una critica della critica: l’obiettivo è offrire, come sempre, degli spunti di riflessione, celebrando, allo stesso tempo, l’arguzia e la profondità intellettuale di questi visionari del secolo passato.

Non potevamo che iniziare da lei, Susan Sontag, una delle teoriche dell’immagine della modernità. Le sue lucide analisi, negli anni Sessanta e Settanta, sembrano anticipare l’esplosione dei social media e non solo…

Photograph: Jean-Regis Rouston/Roger Viollet/Getty Images

Susan Sontag (1933-2004) è stata una delle figure intellettuali più influenti del XX secolo, conosciuta per il suo lavoro come critica culturale, scrittrice e attivista. Nata a New York, Sontag ha frequentato l’Università di Chicago, Harvard e l’Università di Oxford, e ha iniziato a farsi notare nel panorama culturale americano negli anni ’60.

Sontag si è distinta in vari campi, dalla critica d’arte e letteratura alla filosofia e alla teoria dei media, guadagnandosi una reputazione per la sua analisi profonda e spesso provocatoria dei temi contemporanei. I suoi saggi, molti dei quali sono stati pubblicati sul “The New York Review of Books”, esplorano una vasta gamma di argomenti, tra cui estetica, politica, sessualità e diritti umani.

Scomparsa venti anni fa, nel 2004, le sue idee continuano a essere estremamente rilevanti oggi, specialmente in un’era dominata dai media digitali e da una continua riflessione sull’arte e la cultura.

Impatto della fotografia e sovrabbondanza di Immagini

Nel suo libro “On Photography” (1977), Susan Sontag esplora in modo critico come la fotografia sia diventata un mezzo onnipresente nella società moderna, influenzando profondamente la nostra percezione della realtà. Sontag argomenta che l’abbondanza di immagini, specialmente nell’era digitale, rischia di banalizzare la tragedia e di ridurre la nostra capacità di rispondere con empatia alle esperienze altrui. In un mondo dove quasi ogni momento può essere catturato e condiviso su piattaforme come Instagram e Facebook, le riflessioni di Sontag sull’effetto desensibilizzante della fotografia continuano a essere rilevanti, stimolando un esame critico su come consumiamo e interagiamo con le immagini oggi. L’altro, il mondo nella sua totalità, viene infatti oggi esperito prima di tutto attraverso lo schermo dello smartphone, e, solo successivamente, con i nostri sensi.

Contro l’interpretazione e la valorizzazione dell’Esperienza Estetica

Nel suo saggio “Contro l’interpretazione” (1966), Sontag si oppone alla tendenza critica di cercare un significato nascosto dietro le opere d’arte, sostenendo invece l’importanza di apprezzare le opere per la loro presenza immediata e qualità sensoriali. Questa idea è particolarmente pertinente nell’attuale ambiente culturale, dove spesso l’arte viene sovraccaricata di analisi. Sontag invita a ritornare all’esperienza diretta dell’arte, a godere della bellezza e della forma senza il filtro soffocante dell’iper-analisi. Questo approccio può liberare il pubblico ad un rapporto più intimo e personale con l’arte, incoraggiando un apprezzamento più genuino e spontaneo delle opere.

Susan Sontag in 1993. Photograph: Ullstein Bild/ullstein bild via Getty Images

La Malattia come Metafora e la sua rappresentazione

In “Illness as Metaphor” (1978), Sontag discute come le malattie siano state storiche e culturalmente caricate di metafore che spesso riflettono paure e stigmi sociali. Con la recente pandemia di COVID-19, queste idee sono diventate estremamente attuali. Sontag critica l’uso di metafore nel discorso sulla malattia, sostenendo che ciò può portare a incomprensioni e pregiudizi che ostacolano la risposta effettiva alla malattia stessa. Promuovere una visione più diretta e meno caricata di simbolismo aiuta a gestire la malattia con un approccio più pratico e compassionevole, evitando gli stigmi che possono isolare o discriminare gli ammalati.

L’Importanza della Coscienza Critica nella Cultura Contemporanea

Susan Sontag ha sempre enfatizzato l’importanza di mantenere una coscienza critica di fronte all’arte e alla cultura. In un’epoca caratterizzata da un flusso costante di informazioni e da un accesso senza precedenti a contenuti culturali, l’invito di Sontag a una riflessione critica è più essenziale che mai. Il suo lavoro ci incoraggia a sfidare le opinioni prevalenti, a esaminare criticamente i media e le loro rappresentazioni, e a essere consapevoli di come le narrazioni culturali possano influenzare la nostra comprensione del mondo. Questo spirito critico è fondamentale per navigare nel complesso panorama culturale del XXI secolo, dove la capacità di analizzare e interpretare in modo critico diventa una competenza cruciale.

In conclusione, l’estetica di Susan Sontag oggi può essere vista come un invito a riflettere criticamente sull’arte e la cultura contemporanea, esaminando come le nostre percezioni siano plasmate e come possiamo resistere alla passività nell’assorbimento di contenuti culturali. Le sue opere offrono strumenti per navigare e interpretare il complesso paesaggio visuale e culturale del XXI secolo

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