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Inaugura oggi presso la KROMYA Art Gallery di Verona la personale dell’artista svizzero Andrea Gabutti, fino al 20 aprile 2024.
Nato a Manno nel 1961, Gabutti ha sviluppato la sua carriera artistica parallelamente all’insegnamento del diritto, esplorando senza soluzione di continuità la complessa interazione tra uomo, natura e arte. Intitolata “S.T.” (senza titolo), in linea con l’abitudine dell’artista di non nominare le sue opere, la mostra di Verona offre una panoramica sui temi e sulle tecniche che caratterizzano l’intera ricerca artistica di Gabutti. Il pubblico potrà infatti trovare 25 opere tra tele e lavori su carta, molte delle quali di grande formato e mai presentate al pubblico prima d’ora. Tra i pezzi esposti a Verona, spiccano alcuni dipinti ad olio su tela del recente ciclo dedicato all’elemento acqua, realizzati nel 2023.
Le opere di Gabutti manifestano una profonda connessione con l’ambiente naturale, attraverso segni e tratteggi che evocano il sentimento del paesaggio, mescolando sensi, ragione e immaginazione. La sua, come testimonia l’opera S.T., 2020, è una ricerca della texture e del contrasto, che pare rappresentare “fisicamente” i fitti intrichi di vegetazione tropicale. Il disegno, creato con tecniche di incisione o a china, utilizza la sola gamma dei grigi, dal chiaro allo scuro, per rivelare dettagli finemente lavorati che offrono una sensazione di profondità e complessità organica. Si può quasi percepire la freschezza e l’umidità dell’ambiente rappresentato, con la luce che filtra debolmente attraverso le fronde.
In un’altra S.T., 2020, invece, i toni gialli luminosi e accesi formano la base per onde e correnti delineate con pennellate di blu e verde in varie tonalità. La superficie sembra essere catturata in un momento di calmo movimento, dove la luce del sole sembra danzare sull’acqua. La composizione ricorda la qualità fluida dell’acqua e le sue capacità riflettenti, giocando con la percezione e invitando l’osservatore a considerare la profondità sotto la superficie apparentemente tranquilla.
L’ispirazione per un nuovo ciclo di disegni monumentali a inchiostro è scaturita dall’acquisto, nel 2012, di una piccola incisione paesaggistica di Barthélemy Menn, che ha segnato l’avvio di un’intensa riflessione su paesaggio e natura. Gabutti gioca con figurazione e astrazione, esplorando nuovi temi e modalità espressive, dalla grafite all’inchiostro, fino a varianti monocromatiche realizzate con matite colorate.