Bolzano Art Weeks: quando il gioco è un affare serio

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Fino all’8 ottobre 2023 la città ospiterà più di settanta tra esposizioni, performance, workshop, installazioni, aperture straordinarie ed eventi dedicati alla creatività

Ha preso il via lo scorso venerdì la seconda edizione del più grande festival di arte contemporanea di tutto l’Alto Adige, ideato dalla curatrice e manager culturale Nina Stricker ed organizzato da Cooperativa 19 e Südtiroler Künstlerbund. Tema 2023 di BAW, questo il suo acronimo, è play_ground: “parco giochi”, ma anche “spazio per il gioco” che esplora l’attività ludica sia dal punto di vista della scoperta che della sovversione delle regole. Del resto, si è “giocato” con il tessuto cittadino stesso, come si può ben notare dalla mappa della kermesse incentrata sul numero cinque: 5 zone, 5 giornate, 5 installazioni, 5 tour per esplorarle.

BAW attua la sovversione dei principi usuali scardinando concetti quali la differenziazione tra centro e periferia, tra arte e scienza, coinvolgendo e soprattutto ponendo sullo stesso livello giardini ed ambienti storici cittadini con biblioteche di quartiere, fabbriche e finanche un parco tecnologico. L’apprezzamento da parte dei bolzanini non si è di certo fatto attendere e dopo il successo dell’appuntamento 2022 quest’anno hanno aderito al festival ben 100 partner tra cui Museion, Fondazione Antonio Dalle Nogare, Libera Università di Bolzano, VBB–Vereinigte Bühnen Bozen e molti altri. Sebbene il focus principale sia la scena artistica contemporanea altoatesina, la manifestazione va ben oltre i confini provinciali. Come ci testimoniano alcuni dei progetti più significativi: io ne ho scelti 7, anche se la selezione è stata alquanto difficile visto l’innegabile valore della massima parte dei lavori esposti. Merito del comitato scientifico che, con estrema attenzione, valuta le varie candidature inoltrate in risposta all’open call.

“HOPE” – Museion

Nel famoso polo dedicato alle espressioni contemporanee ha inaugurato il terzo capitolo del progetto di ricerca a lungo termine “TECHNO HUMANITIES”, che tocca questioni urgenti della contemporaneità come ecologia, tecnologia ed economia. La mostra, a cura di Bart van der Heide e Leonie Radine in collaborazione con DeForrest Brown  Jr, visitabile fino al 25 febbraio 2024, invita il pubblico a muoversi tra spazi e tempi reali e immaginari per esplorare il sè e l’altro da sé al di là di una visione antropocentrica del mondo. Vengono presentate le opere di: Almare, Sophia Al-Maria, Ei Arakawa, Trisha Baga, Neïl Beloufa, Black Quantum Futurism, Tony Cokes, Irene Fenara, Michael Fliri, Petrit Halilaj, Matthew Angelo Harrison, AbuQadim Haqq, Andrei Koschmieder, Maggie Lee, Lawrence Lek, Nicola L., Linda Jasmin Mayer, Beatrice Marchi, Bojan Šarčević, Marina Sula, Suzanne Treister, Ilaria Vinci, LuYang, Allora & Calzadilla, Shūsaku Arakawa, Ulrike Bernard & Caroline Profanter, Shu Lea Cheang, Tacita Dean, Sonia Leimer, Ana Lupaş e Riccardo Previdi

CORPO DI DONNA / ALL YOU CAN FUCK – Letizia Battaglia & Adriana Luperto

All’interno del prestigioso Castel Hörtenberg, location ricettiva nel centro cittadino, la Crumb Gallery, unica galleria europea ad occuparsi esclusivamente di artiste, mette in dialogo le fotografie di Letizia Battaglia, ritraenti donne sfacciate e terribilmente combattive, con le opere di Adriana Luperto narranti l’umiliazione di chi è stata costretta a vendere il proprio corpo.

DREAMS THAT MONEY CAN BUY – Philip Wiegard

Poco distante da Bolzano, precisamente ad Appiano, in un magnifico castello privato l’artista tedesco Philip Wiegard condensa gli ultimi 15 anni della sua carriera tra opere e interventi site specific. In particolare questi ultimi, sotto forma di carta da parati affissa su alcune pareti dei saloni espositivi, sono stati prodotti in maniera collettiva dall’artista e dai bambini del luogo. Dal 2014 lo Schloss Gandegg è la sede del programma di residenza artistica Eau & Gaz fondato da Sarah e Kathrin Oberrauch.

BAW23 WINNER_Maria Walcher, PINO

PINO – Maria Walcher

Ma cosa ci fa un pezzo di Sicilia a Bolzano? Merito dell’artista di Bressanone Maria Walcher che in Palais Campofranco ha riprodotto il banco da lustrascarpe del Signor Pino, ultimo rappresentante siculo della categoria. L’installazione, formata da una sorta di trono e da una sedia di più piccole dimensioni, è interattiva. I passanti sono infatti invitati a sedervisi sopra e, a cadenza regolare, una voce pone quesiti sulle gerarchie, sui rapporti di lavoro e sull’importanza di determinate professioni o delle persone che le svolgono.

THE DECLINE OF THE NATION STATE AND THE END OF THE RIGHTS OF MAN – Margherita Moscardini

In occasione della mostra personale dell’artista presso la galleria cittadina Ar/Ge Kunst, all’interno del foyer del Parkhotel Laurin è stata installata l’opera che riproduce il titolo del nono capitolo di “Le Origini del Totalitarismo” (1951) di Hannah Arendt. Un progetto speciale di Margherita Moscardini per BAW23 che, grazia a espedienti come il neon, indaga i concetti incisivi di confine e appartenenza territoriale che delimitano gli spazi di azione ed esplorazione umana.

CUTTINGS OF THE BLACK SPIRALS – Charles-Antoine Chappuis

Sempre all’interno di una struttura ricettiva, il Parkhotel Mondschein, il progetto di Chappuis ruota attorno alla forma della spirale, che ha una forte presenza nel paesaggio urbano di Bolzano. L’artista riflette su questa forma specifica e la lascia espandere attraverso vari mezzi, dai disegni ai tessuti.

DAVID LAMELAS. I HAVE TO THINK ABOUT IT

Invece la Fondazione Antonio Dalle Nogare presenta al pubblico, fino al 24 febbraio 2024, la prima retrospettiva in un’istituzione italiana dell’artista argentino David Lamelas (Buenos Aires, 1946). A cura di Andrea Viliani e Eva Brioschi, la mostra occupa tutti i piani della Fondazione e scandaglia la pratica di Lamelas partendo dalle ricerche artistiche di matrice concettuale della fine degli anni Sessanta. Installazioni, sculture, disegni, fotografie, film, video, opere sonore e testuali aiutano il pubblico ad indagare i contesti e le condizioni che definiscono le nostre percezioni.  

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