Alla Cittadella degli Archivi di Milano 4 artisti indagano l’ignoto

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Dal 7 aprile al 31 maggio 2024, gli spazi della Cittadella degli Archivi di Milano si animano con l’inaugurazione della mostra “WANDERING OUT INTO THIS GREAT UNKNOWN”. Questo evento, curato da Domenico de Chirico e organizzato in collaborazione tra Isorropia Homegallery e Ribot Gallery, s’iscrive perfettamente nel palinsesto della Milano Art Week, proponendo un’esplorazione articolata della natura umana attraverso le opere di Olivia Bax, Michele Bubacco, Bénédicte Peyrat e Davide Serpetti.

Olivia BaxWarren, 2022, steel, polystyrene, cardboard, epoxy clay, newspaper, plaster, UV resistant PVA, household paint, UV varnish, cm 73x119x93

L’esposizione si colloca concettualmente in un punto di congiunzione tra ricerca artistica contemporanea e indagine filosofica, aprendo uno spazio di riflessione sulla condizione umana che è tanto immemoriale quanto attuale. Attingendo ispirazione dalla “Città del Sole” di Tommaso Campanella, l’esposizione si avventura nel profondo interrogativo sull’origine del mondo e dell’essere, ponendo le basi per una riflessione che trascende il tempo e lo spazio. Questa domanda fondamentale, che riflette sulla creazione dal nulla, dalle rovine di mondi precedenti o dal caos, funge da catalizzatore per un’esplorazione più ampia dei temi della conoscenza, dell’esistenza e della percezione umana.

Queste opere diventano dunque un terreno fertile per l’esplorazione delle dicotomie intrinseche alla natura umana: bellezza e bruttezza, luce e ombra, pieno e vuoto. Questi concetti, lungi dall’essere valutati attraverso lenti morali convenzionali, vengono destrutturati e riformulati attraverso il linguaggio visivo degli artisti partecipanti. Ciascuno di loro, attraverso i propri mezzi espressivi, indaga aspetti distinti dell’esperienza umana, spogliando il bello e il brutto delle loro connotazioni tradizionali per esplorare le qualità intrinseche dell’uomo e della sua esistenza.

Davide Serpetti, The Beautiful Boy #1, 2024. Olio, acrilico e spray su lino belga, 50 x 50 cm

Le sculture di Olivia Bax, per esempio, invitano lo spettatore a una partecipazione attiva, a muovere lo sguardo oltre la superficie, esplorando la complessità dello spazio interiore ed esteriore. Questo dialogo tra pieni e vuoti può essere visto come una metafora della ricerca individuale di significato, in cui l’esplorazione e la comprensione dello spazio personale diventano atti di scoperta dell’io.

Michele Bubacco, attraverso il suo “metabolismo pittorico”, manifesta una continua evoluzione di immagini che emergono dal profondo del subconscio, suggerendo che l’arte può fungere da veicolo per l’esplorazione degli abissi più nascosti della psiche umana. L’atto di creazione diventa così un processo di introspezione e di rivelazione, dove il subconscio si materializza in forma artistica.

Michele Bubacco, Your bones (and samba), 2024. Olio e collage su lavagna e legno, 106 x 64 cm (dettaglio)

Bénédicte Peyrat, con il suo approccio duale alla pittura, riflette sulla tensione tra l’istintivo e il riflessivo, suggerendo che l’esperienza artistica, nella sua essenza, oscilla tra la pura espressione emotiva e la meditata costruzione concettuale. Questo dualismo può essere interpretato come un parallelo alla continua ricerca di equilibrio nell’esistenza umana, tra la forza delle emozioni grezze e la guida della ragione.

Bénédicte PeyratMorso, 2018, watercolor on linen, cm 210×90 (dettaglio)

Infine, Davide Serpetti, esplorando il dualismo di luce e ombra, invita a considerare come questi elementi coesistano nella psiche umana, riflettendo sulla necessità di integrare aspetti contrastanti del sé per raggiungere un’armonia interiore. La sua indagine sulle icone e il potere suggerisce una riflessione sul ruolo delle immagini nella costruzione della nostra realtà personale e collettiva.

La Cittadella degli Archivi non è solo il contenitore di questo ricco dialogo artistico, ma anche protagonista attiva nel tessuto culturale e sociale di Milano. Con i suoi 70 km di documenti, l’archivio si erge a custode della memoria storica, contribuendo attivamente alla valorizzazione del patrimonio culturale attraverso la promozione di eventi che, come “WANDERING OUT INTO THIS GREAT UNKNOWN”, intrecciano il passato con le espressioni contemporanee dell’arte.

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