3 capolavori inediti dall’eredità di Francesco Pellizzi incarnano la vibrante essenza degli anni ’80
Arrivano da Philips altre tre significative tele di Jean-Michel Basquiat, provenienti dalla collezione privata del compianto antropologo italiano Francesco Pellizzi, con una stima complessiva che potrebbe superare gli 86 milioni di dollari.
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Francesco Clemente, Andy Warhol, and Jean-Michel Basquiat at the Pellizzi residence in New York, NY, 1984. Photo by Francesco Pellizzi ©Francesco Pellizzi
Chi era Francesco Pellizzi
Scomparso lo scorso anno, Francesco Pellizzi era una figura di spicco nel mondo dell’arte e dell’antropologia. Co-fondatore e redattore della rivista Res: Anthropology and Aesthetics, pubblicata dal Peabody Museum of Archaeology and Ethnology di Harvard e dalla University of Chicago Press, Pellizzi ha contribuito significativamente alla comprensione dell’oggetto d’arte nel suo contesto culturale, storico e materiale. La rivista si distingue per il suo approccio interdisciplinare allo studio degli oggetti d’arte, ponendo particolare enfasi sulle loro implicazioni antropologiche e estetiche.
Oltre ai suoi contributi accademici e editoriali, Pellizzi era anche conosciuto come un collezionista d’arte di discernimento. La sua collezione includeva opere significative di artisti contemporanei, tra cui Jean-Michel Basquiat, le cui opere aveva acquisito nei primi anni ’80 dal suo primo dealer ovvero Annina Nosei.
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Le tre opere in asta da Philips
Le tre opere di Jean-Michel Basquiat provenienti dalla collezione di Francesco Pellizzi presentate all’asta da Phillips sono esemplari straordinari che incarnano il dinamismo e la profondità concettuale che caratterizzano l’arte di Basquiat.
La prima opera, “Untitled (ELMAR)” del 1982, si distingue per la sua ricca tessitura di simboli e immagini, tra cui la figura di un angelo caduto, che riflette la complessa esplorazione dell’identità e della caducità. Questa grande tela, è un vivido esempio della capacità di Basquiat di amalgamare testo e immagine in composizioni potenti e cariche di significato. “Untitled (ELMAR)” è valutata tra i 40 e i 60 milioni di dollari, testimoniando l’eccezionale rilevanza dell’opera sia nel contesto dell’arte di Basquiat sia nel mercato artistico più ampio.
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Segue “Untitled (Portrait of a Famous Ballplayer)” del 1981, un’opera che affronta con acutezza temi di razza e identità attraverso il medium del baseball, sport iconico americano. Basquiat qui intreccia riferimenti culturali e simbolismi personali per indagare le dinamiche di inclusione ed esclusione, proponendo una riflessione critica sulla società americana. Questo lavoro, evidenziato da una composizione dinamica e l’uso emblematico della corona, una delle firme di Basquiat, ha una stima di vendita tra i 6,5 e gli 8,5 milioni di dollari.
Infine, “Native Carrying Some Guns, Bibles, Amorites on Safari” del 1982 presenta una potente critica al colonialismo e alle sue conseguenze, attraverso la rappresentazione di una figura nera che si confronta con un bracconiere coloniale. Quest’opera, che fonde abilità grafica e gestualità della street art, si distingue per il suo impegno sociale e storico. Con una stima di vendita tra i 12 e i 18 milioni di dollari, riflette l’importanza di Basquiat come artista che non ha esitato ad affrontare temi complessi e provocatori.
Queste opere, oltre a rappresentare momenti salienti nella carriera di Basquiat, evidenziano la profonda comprensione di Pellizzi del valore storico e culturale dell’arte. La loro presentazione all’asta da Phillips non solo celebra l’eredità artistica di Basquiat ma anche la visione di Pellizzi come collezionista che ha saputo riconoscere e custodire opere di significativa rilevanza