Al MEET di Milano una mostra immersiva sull’eterna giovinezza

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Dal 14 marzo al 2 giugno 2024, il MEET Digital Culture Center di Milano, recentemente riconosciuto come museo dalla Regione Lombardia grazie al supporto della Fondazione Cariplo, apre le porte alla mostra collettiva “Forever Young: The Dorian Gray Syndrome”. Curata da Maria Grazia Mattei, mente fondatrice e presidente di MEET, insieme a Clement Thibault, direttore delle Arti visive e digitali presso il Le Cube Garges in Francia, l’esposizione si inserisce nell’ambito del Milan Longevity Summit, un evento dedicato alla longevità che vede la partecipazione di eminenti studiosi internazionali che si riuniscono per presentare e discutere le loro ultime ricerche relative alla demografia in cambiamento e alle strategie per rallentare il processo di invecchiamento.

Forever Young è prima di tutto dunque una riflessione contemporanea sull’eterna giovinezza, interpretata attraverso le lenti della digital art da dodici artisti di spicco nel campo. Attraverso opere, molte delle quali interattive, i visitatori sono invitati a esplorare la tematica dell’auto-rappresentazione ideale e perpetuamente giovane, un viaggio che tocca la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale, stimolando questioni legate all’identità, all’etica e alla condizione umana. Queste tecnologie non solo abilitano nuove forme di espressione artistica ma pongono anche interrogativi profondi sulla relazione tra umano e digitale, sull’identità e sulla percezione di sé.

Ines Alpha – Esempio di AR make – up (realizzato con filtri che non mascherano più il volto di chi li indossa, ma che permettono di esprimere le proprie emozioni e di rivelare la propria personalità )

Un esempio è sicuramente la Realtà Aumentata (AR), sfruttata magistralmente dall’artista Inès Alpha, attraverso AR Filters (filtri di realtà aumentata) da lei creati che trasformano le sculture di Esmay Wagemans, permettendo ai visitatori di interagire con le opere attraverso i propri dispositivi mobili. Questa immersione diretta fa sì che l’osservatore non sia più un semplice spettatore ma diventi parte integrante dell’opera, riflettendo sull’idea di auto-rappresentazione.

Un’altra tecnologia imprescindibile è l’apprendimento automatico (o machine learning), utilizzato nell’installazione interattiva di Chris Salter. Qui, le immagini dei visitatori vengono catturate da telecamere e trasformate istantaneamente in figure tridimensionali e dinamiche mediante algoritmi di apprendimento automatico. Queste figure sono poi proiettate in tempo reale sulle pareti della sala, creando una “folla” di esseri immateriali che si muovono e interagiscono tra loro. Questo processo non solo dimostra la potenzialità dell’intelligenza artificiale nella creazione artistica ma invita anche a riflettere sul concetto di presenza e identità in un mondo sempre più digitalizzato.

Robbie Cooper Serie Alter Ego ( fotografia di ritratto e fotografia “in – game ” a confronto)

L’esposizione si snoda attraverso tre sezioni: “The Dorian Gray Paradox”, che esplora l’uso delle tecnologie digitali per la beautification; “The Digital Beyond”, che indaga l’immortalità e l’esistenza oltre il sé; e “The Digital Human”, che riflette sulla trascendenza dei limiti fisici tramite la tecnologia. Questo evento si inserisce nel contesto del Milan Longevity Summit, intitolato “Riscrivere il Tempo – Scienza e Miti nella corsa alla Longevità”, un appuntamento cruciale per il dibattito internazionale sulla longevità e le sue implicazioni socioculturali e scientifiche. Ideato da Viviana Kasam e coordinato da BrainCircle Italia, si svolge a Milano dal 14 al 27 marzo 2024 e

Attraverso l’utilizzo di queste tecnologie avanzate, “Forever Young: The Dorian Gray Syndrome” diventa un’esplorazione pionieristica delle possibilità e dei dilemmi posti dall’integrazione tra arte, tecnologia e esistenza umana, offrendo ai visitatori una profonda esperienza riflessiva sull’impatto della digitalizzazione sulla nostra vita e sulla nostra percezione di noi stessi.

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