We are the flood. L’uomo e l’ambiente raccontati da Stefano Cagol in mostra al MAC di Lissone

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Dall’8 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024 il MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Lissone ospiterà la personale di Stefano Cagol “We are the flood. Interazioni su ambiente e trasformazioni.”

La mostra curata da Francesca Guerisoli, ex direttrice del museo, indaga una tematica estremamente attuale, nonostante molte opere esposte risalgano a più di dieci anni fa. Mi riferisco alla questione ecologica e al rapporto, non sempre pacifico, tra uomo e natura.

L’Arte Ambientale, insieme all’ Eco-Art, all’Arte Concettuale e alla Land Art sono infatti gli ambiti di ricerca di Stefano Cagol. Nato a Trento nel 1969, studia alla Ryerson University di Toronto dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. La sua partecipazione alle Biennali è estremamente frequente, tra Venezia, Il Cairo e Singapore, oltre alle numerose mostre personali. Da anni riflette su tematiche legate a confini, virus, bandiere, energia e questioni climatiche.

Proprio quest’ultimo tema, insieme alle questioni ambientali, è al centro dell’esposizione lissonese. Nei tre piani a lui dedicati lo spettatore diventa come partecipe dei suoi viaggi di ricerca artistica. Attraverso le opere esposte, molte delle quali installazioni video in cui l’elemento sonoro è di estrema importanza, seguiamo Cagol nell’isola di Golta nella frastagliata costa norvegese, sulle Dolomiti di Fanes in Altoadige, nella foresta fluviale tropicale della Malesia ma anche nel deserto egiziano e tra le steppe centrasiatiche. In ognuno di questi luoghi l’artista ha dato vita ad operazioni performative che si sono poi tradotte in installazioni video in mostra al MAC.

Tra le più affascinanti ci sono quelle in cui acqua e fuoco, gli elementi in antitesi per eccellenza, vengono scelti da Cagol per rappresentare l’antagonismo tra uomo e ambiente. “Antagonismus. The Time of the Flood”, opera del 2020, ne è un perfetto esempio. Qui vediamo l’artista intento ad incendiare l’acqua di un lago nel vero senso della parola, lasciandoci spiazzati di fronte a questo ossimoro fisico. 

We are the flood. L’uomo e l’ambiente raccontati da Stefano Cagol

“Antagonismus” prosegue lo stesso concetto della precedente “Over Two Thousand”, opera del 2007, in cui delle lingue di fuoco infiammano le nevi delle Dolomiti. In entrambi i casi Stefano Cagol opera un tentativo quasi sciamanico di riconnessione dell’uomo con l’ambiente naturale.

Stefano Cagol, Over Two Thousand, 2007, installazione video

Over Two Thousand” è qui esposta in una piccola nicchia al secondo piano, dove passa quasi inosservata se messa a confronto con l’opera il cui titolo da il nome alla mostra. Nella stessa sala infatti, all’interno di uno spazio quasi interamente vuoto, ci appare imponente l’enorme scritta “WE ARE THE FLOOD”, che con i suoi 13 metri di larghezza ci urla in faccia che noi siamo il diluvio distruttivo ma anche la risposta positiva alla catastrofica condizione ambientale.

L’opera, intorno alla quale ruota tutta la mostra, è stata realizzata con materie plastiche di scarto, riciclate, multicolori, sintetiche e atossiche, che impiegheranno mille anni per degradarsi, diventando simbolo della società contemporanea qui messa in discussione.

Non possiamo che sentirci responsabili di fronte alla monumentalità di “WE ARE THE FLOOD”, in cui la presa di coscienza della nostra colpa è inevitabile, ma lo è anche la conseguente consapvolezza della nostra forza risolutiva.

Al termine dell’esposizione, questo vero e proprio monumento contemporaneo entrerà a far parte della collezione del museo e verrà completato da una serie di video che Cagol realizzerà nei prossimi mesi. Accanto all’opera scultorea troviamo infatti il progetto video “We Are Flood. Spedizione”, realizzato grazie al sostegno di Italian Council, nel quale vengono anticipati i luoghi dove l’artista si sposterà per le riprese. Si tratta di territori simbolici dal punto di vista naturale e antropocentrico, dove compierà performance collettive o in solitaria.

Grazie all’operato di Cagol, al termine della visita ci interroghiamo sulle più svariate problematiche ambientali e su quanto l’uomo ne sia responsabile. L’artista non ci lascia però scoraggiati di fronte a un destino inevitabilmente distruttivo, ma propone una visione più complessa del nostro rapporto con la natura: l’uomo può essere sia creazione che distruzione. Questa visione ambivalente del genere umano nella sua relazione con il mondo naturale, è alla base dell’intero lavoro dell’artista.

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