Arte sostenibile: 5 artisti green che si preoccupano per la terra

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Gli artisti contemporanei sono sempre più ispirati dalle tematiche ambientali e creano opere capaci di aumentare la consapevolezza del pubblico.

Il mondo dell’arte e quello della sostenibilità ambientale non sono mai stati così vicini. 

Per gli storici e curatori d’arte Maja e Reuben Fowkes, l’origine dell’‘arte sostenibile’ si può collocare tra la fine degli anni ‘60 e i primi anni ‘70, periodo in cui molti artisti si mostrano contrari a certe scelte molto impattanti dal punto di vista ambientale dei loro colleghi.

E’ proprio in questo periodo che negli Stati Uniti prende vita la Land art, una forma d’arte contemporanea caratterizzata dall’intervento diretto dell’artista sulla natura, in particolar modo negli spazi incontaminati come deserti, laghi, mari, praterie.

L’ascesa del concetto di sostenibilità si ha però alla fine della guerra fredda (1989), momento in cui emerge una nuova consapevolezza globale in merito ai problemi ecologici e sociali.

Ma cosa intendiamo quando parliamo di ‘arte e sostenibilità’? 

L’espressione racchiude diversi punti chiave che includono ecologia, giustizia sociale, non violenza e democrazia. I materiali usati per creare delle opere di sustainable art sono di riciclo, non tossici, e il focus degli artisti è rivolto ai cambiamenti climatici e alla salvaguardia della natura.

L’arte, grazie anche alla tecnologia che può essere un valido supporto per lo sviluppo sostenibile, ha il compito di comunicare agli esseri umani le condizioni ottimali per amare e tutelare la Terra, facendo leva sui sentimenti e trasmettendo tutte le informazioni utili per smuovere le coscienze.

Molti sono gli artisti contemporanei che da ogni parte del mondo decidono di creare opere a favore della sostenibilità. Ecco 5 artisti green che si preoccupano per la terra:

  1. Olafur Eliasson

L’artista, cresciuto tra Islanda e Danimarca, nel 1995 si è trasferito a Berlino dove ha fondato lo Studio Olafur Eliasson, che oggi comprende un team di artigiani, ricercatori, storici dell’arte e molte altre figure specializzate. La sua ricerca artistica analizza il rapporto uomo-natura e l’obiettivo delle sue mostre è quello di creare relazioni all’interno di spazi espositivi tramite esperienze multisensoriali, rese indimenticabili dall’utilizzo di elementi ricorrenti come luce, acqua e aria.

Nel 2012 Eliasson insieme all’ingegnere Frederik Ottesen, ha fondato Little Sun, impresa sociale che produce e distribuisce lampade solari e caricabatterie da utilizzare nelle comunità autosufficienti. Inoltre, nel 2019 è stato nominato Goodwill Ambassador per le energie rinnovabili e per l’azione per il clima dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo.

  1. Tomás Saraceno

Artista di punta della scena contemporanea, l’argentino Tomás Saraceno crea opere suggestive, fluttuanti, da ammirare con il naso all’insù, perdendosi in mille fantasticherie.

Saraceno sogna un mondo libero da carbonio, capitalismo, patriarcato e combustibili fossili.

Da più di due decenni l’artista ha attivato progetti volti a una collaborazione etica con l’atmosfera, tra cui il Museo Aero Solar e la Fondazione Aerocene, un’organizzazione no-profit dedicata alla costruzione di comunità, ricerca scientifica, esperienza e formazione. 

Saraceno oggi vive a Berlino, dove si trova il suo studio con membri provenienti da ambienti multidisciplinari, devoti alle indagini artistico-scientifiche legate al concetto di sostenibilità.

  1. Daan Roosegaarde

Roosegaarde è un artista olandese che fa parte del New Dutch Digital Design, un gruppo di artisti interessati alla realizzazione di opere sociali interattive e sostenibili. I suoi lavori seguono il mantra olandese “schoonheid”, parola dal duplice significato: “bellezza” e “pulito”.

L’artista, insieme al suo team di esperti, lavora tra il suo studio di Rotterdam e quello di Shangai. L’obiettivo è quello di creare diversi progetti eco sostenibili, come la Van Gogh Path, pista ciclabile che riproduce il dipinto di Van Gogh “Notte stellata” pensata per riqualificare il quartiere di Nuenen o lo Smog Free Project, una serie di innovazioni urbane lanciate in Cina, Paesi Bassi e Polonia per ridurre l’inquinamento.

  1. Sebastião Salgado

Nato ad Aimorés, in Brasile, in seguito a un viaggio in Africa post- studi Salgado decide di dedicare il resto della sua vita all’avventura, alla scoperta e alla fotografia. Tra i primi progetti che lo hanno reso noto a livello mondiale troviamo quello del 1973 sulla siccità del Sahel e il lavoro pubblicato nel libro Other Americas (1986), che documenta la vita delle campagne dell’America Latina.Da decenni attraverso i suoi scatti Salgado fa riflettere sulla bellezza, le fragilità e le ingiustizie del nostro pianeta.

Dopo aver collaborato per lungo tempo con grandi realtà del mondo della fotografia come Sygma e la Magnum Photos, l’artista ha creato, insieme alla moglie Lélia, l’Amazonas Images, agenzia interamente dedicata al suo lavoro a scopo umanitario.

Recentemente, nel 2014, Sebastião Salgado è passato alle cronache per il documentario di grande successo, The Salt of the Earth, vincitore di numerosi premi e candidato come miglior documentario alla 87esima edizione degli Oscar.

  1. Ernesto Neto

Le creazioni dell’artista brasiliano Neto danno forma a pacifiche battaglie politiche, filosofiche, culturali e ambientali.

Neto viene considerato un artista-sciamano, devoto alla natura e alle energie vitali. Le sue opere sono realizzare con materiali di recupero come pietre, paglia, piante, spezie ed erbe medicinali, avvolte da sacchetti realizzati interamente a mano con la tecnica del crochet.

L’artista crede inoltre nella possibilità di vivere in un mondo basato sulla collettività e sul reciproco aiuto: “Noi un giorno saremo in grado di unirci in una società equa e liberarci di tutti i problemi che dobbiamo fronteggiare oggi: crisi sociali, povertà, riscaldamento globale… tutte cose che perdono di senso se noi crediamo alla nostra umanità più elevata. Perché non dovremmo essere in grado di vivere insieme?”.
Attualmente alla Gamec di Bergamo è in corso la sua mostra Mentre la vita ci respira, visitabile fino al 26 settembre 2021. Si tratta della prima tappa di un nuovo progetto curato da Lorenzo Giusti.

Cover Photo Credits: “Riverbed”, Olafur Eliasson

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