Un viaggio nella Land Art con i suoi storici artisti

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La Land Art è una forma di arte contemporanea nata negli ultimi anni del 1960 negli USA come esperienza creativa concettuale

La Land Art si basa sull’intervento dell’artista sull’ambiente circostante che diventa parte stessa dell’opera d’arte che il più delle volte è temporanea.

Gli artisti agiscono direttamente sul paesaggio modificandone l’aspetto mediante interventi temporanei o facendo uso di materiali naturali.

La Land Art oltre ad uscire dai musei, trovando collocazione in uno scenario naturale o parzialmente antropico, fugge anche dal mercato artistico.

Infatti nelle opere di Land Art, per la loro natura più effimera, la loro attestazione si ha in gran parte grazie a foto e progettazione su carta.

Gli esponenti della Land Art: Robert Smithson

Robert Smithson è stato il più riconoscibile tra gli esponenti internazionali della Land Art. 

Intorno al 1967 Smithson inizia a considerare la terra come materiale da esplorare e decide di considerarla come un monumento che porta con sé il senso del luogo da dove viene prelevata.

Spiral Jetty del 1970 è probabilmente l’opera più famosa al mondo inerente alla Land Art: ubicata sulla riva del Gran Lago Salato vicino a Rozel Point nello Utah, ci sono volute 6500 tonnellate di balsalto, terra e sale per portarla a termine.

Robert Smithson, Spiral Jetty, 1970

Si tratta di una spirale in senso antiorario fatta di rocce basaltiche locali e fango. Oltre ad essere un simbolo primordiale, evocativo dei primi processi di vita, la spirale fa riferimento a specifici aspetti del lago, ricordando i gorghi d’acqua o la forma dei cristalli di sale.

Dennis Oppenheim

Molto celebre è l’artista statunitense Dennis Oppenheim, esponente dell’arte concettuale è autore di diverse opere d’intervento sull’ambiente, di environments e performances, come Annual rings del 1968, consistenti in segni sulla neve e su un fiume gelato.

Dennis Oppenheim, Annual Rings, 1968

Ha progettato diverse sculture cinetiche gigantesche e opere che riproducono in scala gli oggetti quotidiani più consueti.

I suoi lavori hanno per obiettivo il parlare di tematiche sociali e di tematiche legate all’ambiente e una delle sue opere più celebri è stata realizzata a New York ed è Garden for the accused, from alternative landscape components del 2006.

Una sorta di prigione naturale che richiama il concetto della privatizzazione della libertà e si trova al Thomas Paine park, in Foley Square, New York.

Oppenheim qui colloca un paesaggio artificiale realizzato con materiali quali l’acciaio, l’acrilico, il metallo accanto alla loro versione naturale, creando un dialogo tra organico e sintetico.

Christo e la Land Art

Tra i land artists più noti è impossibile non citare Christo che, nonostante abbia fatto parte del gruppo Nouveau Réalisme, il suo concetto di impacchettamento, con teli e corde, traslato su scala ambientale, viene considerato un intervento di Land Art.

Si ricorda sempre di Christo l’impacchettamento postumo dell’Arco di Trionfo a Parigi oppure l’opera The Floating Piers, passerelle temporanee sul Lago d’Iseo nell’estate del 2016. 

Durarono per più di due settimane e collegavano Sulzano con le isole di Montisola e San Paolo.

Christo, L’Arc Du Triomphe, Siegfried Modola | Ringraziamenti: Getty Images, Copyright: 2021 Getty Images

Richard Long

Artista e fotografo britannico, Richard Long non ama definirsi land artist ma, a partire dal 1967, la sua ricerca ha molti aspetti di tale tendenza, anche se è diversa la relazione con i territori naturali.

Le sue opere interagiscono con il paesaggio riorganizzando lo spazio e i materiali – come legno, zolle erbose, pietre, fango etc – in nuove forme essenziali come cerchi, linee, percorsi.

L’artista ha realizzato sia lavori effimeri all’esterno, documentati da un ricco repertorio di immagini fotografiche come Touareg circle del 1988 nel deserto del Sahara, oppure A line made by walking del 1967 in cui modifica il territorio in cui è immerso camminando avanti e indietro seguendo una linea retta.

Richard Long, Touareg Circle, 1988

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