Dietro le quinte dell’arte: progetti, interviste, incontri, misteri: tutto quello che avreste voluto sapere sulla scena contemporanea ma non avete mai osato chiedere.
Daniela Pes e Alessandra Mura condividono da oltre un decennio un legame profondo, fatto di ascolto reciproco, intuizioni condivise e una tensione comune verso il linguaggio dell’essenziale.
In questa intervista ci racconta come intende declinare le sue esperienze internazionali nel contesto ticinese, perché non crede nei formati calati dall’alto e cosa significa, oggi, fare di un museo un luogo necessario.
Si è appena conclusa a Sassari la terza edizione di ArtiJanus/ArtiJanas, che dal 5 al 7 giugno 2025 ha trasformato gli spazi rinnovati dell’Ex Ma.ter in un laboratorio di dialogo tra artigianato, design e nuove generazioni.
LIFE è il nuovo festival ideato da ZONA K. Dopo la prima parte svoltasi in maggio alla Fabbrica del Vapore, il festival prosegue dal 4 al 21 giugno 2025, espandendosi in tutta Milano
Se nella prima parte dell’intervista abbiamo ripercorso le origini di quella voce — da La Macarena su Roma a DIE, passando per la nozione di suono come spazio e attraversamento — in questa seconda parte entriamo nel cuore delle sue recenti esperienze cinematografiche.
In questa intervista, raccolta in occasione dell’iniziativa Giro d’Arte – un itinerario di studi aperti a Pietrasanta in programma i prossimi 24 e 25 maggio –, ci raccontano come si costruisce una narrazione partendo da un blocco di marmo, e perché oggi, più che mai, vale la pena toccare l’arte con mano.
In questa prima parte dell’intervista, Incani riflette su quel momento spartiacque rappresentato da DIE, rivendicandone la coerenza poetica, ma anche i limiti artigianali.
Cosa resta dell’arte dopo una guerra? È questa la domanda centrale della mostra Arte Salvata. Capolavori oltre la guerra dal MuMa di Le Havre, ospitata all’M9 di Mestre fino al 31 agosto 2025.
L’opera di Gianluca Balocco – in arte M.O.O.R. “vive attraverso la nostra percezione” che ci porta “a riscoprire una nostra dimensione interiore” dove il tempo non è lineare, ma creativo e aperto
In un settore lavorativo come quello dell’arte contemporanea, che normalizza forme di lavoro sottopagato e sommerso e svaluta, precarizza e frammenta il corpo sociale, associarsi è un radicale gesto di resistenza
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