Suzanne Jackson, Somethings in the World per un’osmosi tra l’uomo e la natura

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Suzanne Jackson, Somethings in the World per Furla Series di Fondazione Furla alla GAM – Galleria d’Arte Moderna Milano, curata da Bruna Roccasalva 

Suzanne Jackson (St. Louis, Missouri, 1944) è una donna delicata e discreta. Come le grandi artiste lascia che sia il suo lavoro a parlare di lei. E il suo è un immaginario abitato da figure simboliche e archetipe, dalla natura che fa capolino attraverso un repertorio di forme prelevate da un erbario (non) umano. Ma anche da presenze che nel tempo artistico, lentamente si astraggono. Corpi rintracciabili in anatomie che sfaldano la loro fisicità nella pittura. Eppure, è proprio dalla consistenza materica del colore, che il corpo pittorico conquista nuove rappresentazioni, riconoscibili nell’astrazione e nei suoi lavori chiamati “anti-canvas” o “l’environmental abstraction”. La pittura si espande su supporti diversi, dalle tele di Triplical Communic ations, alle raffinate carte ricercate come quelle di lino o recuperate dai set teatrali, come nella serie Idyllwild leaves series che riproducono una delicata vegetazione, ma anche dai materiali assemblati di Quick Jack Slide in cui recupera parti di una sedia in vimini. Nelle sperimentazioni più audaci, invece, la sospensione della materia pura si sedimenta e si stratifica, fino a formare la plasticità di un solido come in The “white-eyes” shift. È qui che l’acrilico si addensa e si indurisce, formando strati di pelle colorata su cui la luce si riflette.

Furla Series – Suzanne Jackson. Somethings in the World, 2023. Installation view of the exhibition promoted by Fondazione Furla and GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milan. Ph. Andrea Rossetti / Héctor Chico. Courtesy Fondazione Furla

La trama si infittisce in un gioco di luminosi colori, la trasparenza del materiale rende manifesta l’espediente artistico, e la poetica mostra Somethings in the World (fino al 17 dicembre 2023) si trasforma in un elegante danza tra le luci naturali che entrano dalle finestre della Villa Belgiojoso. Un luogo la GAM – Galleria d’Arte Moderna Milano che conserva le sue caratteristiche architettoniche neoclassiche, insieme a una collezione ricca di opere, che dialogano con la contemporaneità attraverso il progetto di Furla Series” di Fondazione Furla. La mostra racconta il percorso artistico e professionale dell’artista americana, le opere sembrano fluttuare nello spazio, occupando le generose pareti che incorniciando gli ambienti, con cui la Fondazione ha stretto un sodalizio che dura da qualche anno. Un percorso non cronologico”, spiega la curatrice Bruna Roccasalva e Direttore Artistico di Furla Series”, “ma costituito per connessioni e rapporti tra pittura e scultura e sperimentazioni più radicali”. Sperimentazioni con vernici e acrilici che nel loro comporsi formano agglomerati colorati di materia, che da sola, definisce i confini dell’opera stessa. La pittura figurativa si afferma nei primi lavori trovando matrici e contenitori di varia natura. Immagini femminili rimandano a miti lontani, come a quello della dea madre nella tradizione africana, ma anche a elementi vegetali e animali.

Furla Series – Suzanne Jackson. Somethings in the World, 2023. Installation view of the exhibition promoted by Fondazione Furla and GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milan. Ph. Andrea Rossetti / Héctor Chico. Courtesy Fondazione Furla

Soggetti che sono il risultato di una narrazione personale autobiografica e esperienziale, che trova la sua sintesi visiva nel processo di stratificazione, dapprima attraverso un impianto più scultoreo, e poi nell’impasto di colore che diventa esso stesso plastico. La ricerca di Suzanne Jacskon nonostante parta da una base pittorica, si estende e si espande per installarsi nell’ambiente. Occupa un campo spaziale che dilata le due dimensioni tipiche della pittura, in cui condensare opera dopo opera, il desiderio di un’osmosi tra l’uomo e la natura. 

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