L’immagine nell’era dell’AI al Photo Vogue Festival 2023

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What Makes Us Human? Image in the Age of A.I.. Una domanda su cui si interroga l’ottava edizione di Photo Vogue Festival, in corso da BASE MILANO

Cosa ci rende (ancora) umani? La risposta è di una semplicità disarmante: il pensiero è ciò che ci rende ancora umani. E non perché sia una prerogativa solo della specie cui apparteniamo, seguendo un modello di pensiero utilizzato dalle comunità che vivono in stretta relazione con la natura, secondo cui ogni essere vivente (uomini, animali, piante, ecc.) è un soggetto. Ma perché resta un luogo non ancora colonizzato. I corpi si stanno già ibridando con elementi esterni, da diverso tempo. Si modificano e si trasformano seguendo inclinazioni naturali, opportunità mediche e estetiche, e perseguono possibilità post mortem con la criogenia. 

L’uomo ha sempre guardato al futuro, stimolato dagli strumenti del suo tempo. Prima attraverso la tecnica, oggi con la tecnologia, tra visioni più entusiastiche tipiche delle innovazioni, e implicazioni più critiche, per via dei potenziali limiti e pericoli, che ogni grande trasformazione porta con sé. Se Hope al Museion indagava il futuro cancellato di Mark Fisher, What Makes Us Human? Image in the Age of A.I. l’8a edizione del Photo Vogue Festival 2023, visitabile dal 16 al 19 novembre da BASE MILANO, si interroga su cosa renda umano l’uomo contemporaneo, considerando il ruolo delle immagini nell’epoca dell’intelligenza artificiale. 

Luisa Dörr, Imilla, ©Luisa Dörr, “Joselin Brenda Mamani tinta (27) and Lucia Rosmeri tinta Quispe (46)” 

Il festival è un progetto diretto da Alessia Glaviano (Head of Global PhotoVogue), co-curato da Francesca Marani (Senior Photo Editor, Vogue Italia), Chiara Bardelli Nonino (redattrice, scrittrice e curatrice), Daniel Rodríguez Gordillo (Content Operations & Strategy Manager) e Caterina De Biasio (Visual Editor, PhotoVogue). Una manifestazione che da anni esplora la rappresentazione dei corpi e dei temi della contemporaneità (dai disastri ambientali, alle questioni di genere, dalla violenza, alla tecnologia). E quale luogo migliore se non un magazine come Vogue, che ha intercettato nel corso della sua lunga storia, i cambiamenti tecnici dell’immagine fotografica, l’estetica e il costume delle società che ha attraversato, come documenta l’immenso archivio Condé Nast, in mostra fino a gennaio 2024 a Palazzo Grassi con la mostra Chronorama. Tesori fotografici del 20° secolo, curata da Matthieu Humery. 

Cosa ci rende umani? Alessia Glaviano suggerisce una serie considerazione sull’argomento, partendo dalle immagini e guardando prospettive diverse. Alcune delle quali sono state affrontate dagli interventi di Azu Nwagbogu (Fondatore e direttore Dell’African Artist’ Foundation -AAF, e prossimo curatore del Padiglione del Benin alla Biennale d’Arte di Venezia), e da Fred Rictchin (Decano emerito dell’International Center of Photography – ICP- School), ospiti dell’anteprima riservata alla stampa.

Installation view- PhotoVogue Festival, WHAT MAKES US HUMAN?IMAGE IN THE AGE OF A.I.Installation view, BASE Milano, 2023. Ph. Enrico Luoni

Un festival di tre giorni tra mostre e appuntamenti di approfondimento, che cercano di esaminare il punto di vista teorico, attraverso un fitto calendario di incontri, “questioni legali, di erosione del materiale, piuttosto che problemi legati alle possibilità di falsificazione delle immagini”, come anticipa Glaviano. Il primo incontro è stato con l’artista Refik Anandol (Istanbul, 1985), nella giornata inaugurale, che ha raccontato il suo modo di creare opere usando algoritmi GAN (Generative Adversarial Network), in grado di produrre contenuti immersivi e potenti. Ma la sfida è anche quella di mostrare una panoramica su aspetti estetici, con sette mostre prodotte dalla creatività umana, e altre in cui l’impatto dell’Intelligenza Artificiale è più evidente, in cui il repertorio di forme alimentato da una banca dati infinita, genera nuovi scenari e narrazioni. 

“[…] definire un nuovo concetto di bellezza attraverso una pluralità delle voci degli artisti contemporanei”, scrive nel comunicato stampa Francesca Ragazzi (Head of Editorial Content Vogue Italia). Intento che trova ampia rappresentazione negli sguardi e negli esiti diversi degli artisti selezionati, tre le sinfonie stranianti delle architetture sovrappopolate di Alkan Avcıoğlu, poetiche polaroid di Alexey Chernikov, immagini in bianco e nero di Leslie Fratkin e le bambine di Kristina Rozhkova. Ma anche le comunità di Enrique Leyva e di Louisa Dörr (che insieme a Sarfo Emmanuel Annor vince un premio economico per il progetto più interessante), le donne di Omar Khaleel, l’Africa di Jean-Claude Moschetti, e molto altro ancora, che più che raccontato ha bisogno di essere osservato. Un percorso tra immagini che raffigurano una bellezza diversa, non omologata, concentrandosi sui dettagli e evidenziando la singolarità dei soggetti. Ma anche quelle prospettive che l’uso dell’Intelligenza Artificiale permette, mettendo in gioco tutti i rischi di una contraffazione della realtà. 

Rozemarlin Borkent , I am that I am ©Rozemarlin Borkent, “Ada and Amara”

Eppure, a pensarci bene la prima stampa positiva diretta di Hippolyte Bayard (1807-1887) raffigurava un falso storico. Il suo autoritratto di annegato era un’immagine artefatta, rispetto all’intento documentale che avrà la fotografia dell’epoca. Ogni rivoluzione ha bisogno di un tempo di maturazione e di definire intenti e opportunità a seconda degli ambiti di applicazione. Se nel linguaggio dell’arte è concessa una libertà espressiva, l’utilizzo in altri settori deve prevedere e definire limiti e regole, per evitare derive e usi impropri. 

What Makes Us Human? Image in the Age of A.I., ci invita a guardare le forme della bellezza, della rappresentazione, dei mezzi utilizzati per realizzarle, e a riflettere intorno a quelle dinamiche, agli strumenti e alle trasformazioni del presente. 

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