Il Mondo di Tim Burton in mostra a Torino

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Dalla sua visione, a partire da 35 anni fa, è nato un intero mondo che non smette di rinnovarsi e ad adattarsi alle estetiche più contemporanee, incantando ormai 3 generazioni di pubblico.

Nato e cresciuto a Bubank, un quartiere suburbano californiano, Timothy Walter Burton (nato nel 1958), prima di diventare un regista acclamato, ha cercato di fuggire dalla sua esistenza grigia incanalando la sua immaginazione ispirata dai film in televisione, dai fumetti sui giornali, dai miti e dalle favole raccontati a scuola e da altre forme di cultura popolare, nonché dalle festività natalizie (quando le case e i prati del suo quartiere venivano decorati con ornamenti festivi).

A partire da “Bettlejuice” (1989), passando da capolavori come “Edward Mani di forbice” (1989) e “Batman”, per arrivare fino alla serie su Netflix “Mercoledì” (2023), Tim Burton ha inventato un suo genere, un gothic-steampunk con personaggi poetici e disadattati che solo con il regista sembrano trovare una loro effimera collocazione.

Questo flusso creativo, una genesi racchiusa in un mondo espressivo composto da 500 oggetti tra bozzetti, manichini, pupazzi, costumi e sculture di scena, disegni e dipinti, fanno parte di una mostra itinerante che ormai è stata vista e apprezzata in mezzo mondo. E oggi, dopo più di 9 anni dal suo primo opening a Praga, arriva finalmente in Italia, a Torino, nel grandioso palcoscenico della Mole Antonelliana, al Museo Nazionale del Cinema con un allestimento site-specific

Fino al 7 Aprile 2024 infatti, i visitatori potranno entrare nel Mondo di Tim Burton per ripercorrere inedite fonti di ispirazione dei suoi successi più celebri: prima dello showbiz e delle grandi luci dei riflettori, Tim infatti attingeva a piene mani dai mondi visivi più disparati, dalle favole popolari fino agli illustratori e fumettisti classici come Edward Gorey, Charles Addams, Don Martin e Theodore Geisel; senza dimenticare i demoni della tradizione giapponese e i maestri del cinema horror.

Ed è proprio questa sapiente interazione tra horror e umorismo unito all’onnipresente tema del “carnevalesco”– che crea quel mix esplosivo e gotico tra commedia e grottesco, dove mai uno dei due temi prevale sull’altro in un gioco di eterna suspance. Spazio anche agli iconici “oustider” (da Edward mani di forbice a Jack Skellington) nei disegni in mostra, con la loro cupa malinconia degli incompresi.

Il tutto in un grandioso ambiente immersivo, dove troneggia la figura del Balloon Boy, e dove sarà possibile anche “entrare” in una replica fede del suo studio, godendo di uno sneak peak esclusivo su progetti futuri o mai realizzati.

Questa mostra è ideata e co-curata da Jenny He in collaborazione con Tim Burton;  è adattata da Domenico De Gaetano per il Museo Nazionale del Cinema.

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