Colin Raff: invento mondi immaginari per creare mitologie future

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Durante la pandemia si sono formati molti gruppi delle più svariate tipologie sui social, alcuni anche molto interessanti per le interazioni e divulgazioni tra gli artisti. Uno di questi era senz’altro “The Soft Bunker” su Facebook. Grazie a questo spazio libero mi è capitato di conoscere i sarcastici video e le gift di Colin Raff, un video artista, narratore e scrittore americano di stanza a Berlino, che da anni domina il web con le sue animazioni e i suoi video realizzati con collage dall’estetica inconfondibile dal timbro horror-fantascientifico, fatto di anatomie distorte in ambientazioni dall’atmosfera noir.

Ecco, qui di seguito, l’intervista esclusiva per i lettori di Artuu a questo straordinario artista, autore e pensatore che sfugge a ogni schema e definizione.

Chi è Colin Raff? 

Vengo da Seattle e vivo a Berlino da diversi anni. Sono cresciuto in una casa nuova piena di vecchi oggetti e di libri, e la lettura occupava gran parte del mio tempo. Ho sempre e solo desiderato realizzare cose che fossero frutto della mia immaginazione, che in genere ritengo all’altezza del compito, anche se non posso usarla per immaginare di fare altro.  

Qual è il tuo percorso di studi e il tuo background artistico? 

Ho studiato letteratura. C’è molta scrittura collegata a quello che faccio (quando è possibile integrarla). Cercando su Google “Torpid Slivers” o il mio (molto) vecchio blogspot, “Perturbatorium” si possono vedere molti esempi. E la mia graphic novel Sintaktik 1 di Le Dernier Cri, ecc. Altre pubblicazioni in arrivo. 

Torpid Sliver #42

Come crei i tuoi video animati? 

Ho iniziato a giocare con Photoshop non appena ho avuto un computer adeguato, alla fine degli anni Novanta. Ho sempre avuto delle idee molto visive, ma all’inizio ero disposto a bypassare l’arte visiva a favore della scrittura. Nel corso del tempo, tuttavia, alcuni esperimenti con la manipolazione fotografica digitale hanno ottenuto risultati che mi hanno convinto a perseguire questo mezzo insieme al mio lavoro di scrittura. Il flusso di lavoro si estende in generale ad Adobe Suite, ma continuo a eseguire l’animazione dei fotogrammi in Photoshop. 

Da dove vengono le tue ispirazioni?

Oggi, la maggior parte nasce dal desiderio di costruire un cosmo artificiale che sia coerente ma sufficientemente malleabile per i miei scopi. Ad esempio: distorcere i fenomeni immaginari attraverso le percezioni e i sogni di personaggi di fantasia e articolare l’effetto che questo processo ha su una cultura fantastica.

Oppure: trasmutare un organismo immaginario (tassonomia inclusa) attraverso il folklore inventato in una creatura o figura appartenente a una mitologia fittizia. Questo per me è il modo migliore per rappresentare una metamorfosi complessa. A questo scopo, il mio inventato paese costiero balcanico di Euxinova (e affini) esiste già da diversi anni sullo sfondo. La sua presenza potrebbe non essere evidente, ma diventerà sempre più evidente col passare del tempo.  

 

Chi sono le persone che hanno maggiormente influenzato la tua arte?

Probabilmente dovrei prendere la domanda alla lettera e limitarmi a quelli che sono stati “maggiormente influenti”, perché altrimenti parlare di influenze potrebbe continuare all’infinito, ramificandosi in elenchi infiniti. (La domanda ignora necessariamente anche tutte le cose di suprema influenza che non possono essere attribuite a una singola persona, come la curiosità verso la natura, i dipinti murali romani e le maschere di lotta messicane).

In termini di animazione, per lo più vecchi maestri, Ladislas Starevich soprattutto. Altri registi: Luis Buñuel su tutti; Mario Bava (luci), Fritz Lang (montaggio). Louis Feuillade. Molti artisti, come Pieter Bruegel il Vecchio, Paul Klee, Goya, Manet, Callot, Hokusai. Tra gli scrittori, Ernst T. A. Hoffmann, Edgar Allan Poe, Max Ernst coi suoi romanzi-collage, Stephane Mallarmé, Raymond Roussel, Shakespeare con La Tempesta, Euripide con Le Baccanti, Ovidio. Tra gli autori di fumetti, Winsor McCay, George Herriman e dovrei dire Hergé, anche solo per una sequenza in cui Tintin, in viaggio verso un paese immaginario, legge un opuscolo di viaggio che promuove la sua destinazione (è riprodotto sulla pagina). Definendo ed elaborando un luogo irreale in un modo così banale, questo artefatto virtuale mi ha impressionato molto presto. 

Cosa pensi dell’intelligenza artificiale e del suo utilizzo e impatto nei campi creativi e scientifici? 

Non intendo essere iperbolico, ma mi chiedo quale sia la proporzionalità inversa tra l’affascinante progresso di questa tecnologia e la diminuzione dell’ispirazione degli “artisti” che la utilizzano oggi su Internet. L’eccessiva dipendenza dall’intelligenza artificiale è sempre immediatamente distinguibile quando è presente (una spaventosa pigrizia era già evidente nella maggior parte dei collage digitali che ho visto). Ma sono arrivati gli strumenti di intelligenza artificiale, ricchi di possibilità. Gli artisti dovrebbero determinare come coinvolgerli con integrità piuttosto che fare affidamento su di loro. Il mio recente pezzo, Terminus 1, deriva in parte da questo problema. 

Come è nata la collaborazione per il Coachella Valley Music and Arts Festival (un festival musicale che si svolge annualmente nell’arco di due giorni negli Stati Uniti d’America, sui campi dell’Empire Polo Club di Indio, in California, ndr)? 

Come in altri casi, questo genere di commissioni e di collaborazioni nascono in genere da qualcuno che, vedendo il mio lavoro su Internet, mi contatta chiedendomi di partecipare al progetto.

Utilizzi principalmente isocial media come Tik Tok, Instagram e Facebook per diffondere il tuo lavoro. Qual è la tua opinione su questi mezzi di comunicazione? 

Qualunque siano i vantaggi di queste piattaforme, non sono ideali per gli artisti, non sono state create pensando all’arte e non mi indirizzano facilmente verso l’arte dei miei contemporanei che ammiro. Non dovremmo fare affidamento su questa manciata di aziende brutali. Le cose continuano a cambiare, quindi mi chiedo cosa sostituirà questo incubo centralizzato una volta che le strutture attuali crolleranno. Forse qualcosa di peggio, ma chi lo sa. ​

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