Chiara Fumai: Inviting the evil spirits a Bologna

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Inviting the evil spirits è una mostra dedicata a Chiara Fumai, artista femminista nata a Bari prematuramente scomparsa all’età di 39 anni, organizzata dall’Associazione Traditum est in occasione di Art City Bologna, visitabile da giovedì 1° febbraio a domenica 4, all’interno delle straordinarie sale della Biblioteca Italiana delle donne di Bologna.

In via del Piombo 5, non a caso vicino al giardino dedicato all’artista Lavinia Fontana, e all’interno del grande chiostro quadrangolare del convento di Santa Cristina, ha la sua sede la Biblioteca italiana delle donne, uno dei centri di documentazione femminista più rilevanti del panorama non solo nazionale, ma europeo. Con l’archivio, la biblioteca e gli spazi dedicati alle riunioni di Non una di meno Bologna, la Biblioteca delle donne, risulta uno dei centri indispensabili della cultura contemporanea per la ricerca sugli studi di genere e i femminismi. Uno spazio insomma, in cui si trovano studi e scritti di poete, scrittrici, critiche, studiose, scienziate e donne rivoluzionarie che ci hanno lasciato un frammento non trascurabile di storia: la loro.

Evidente a tal proposito risulta il nesso simbolico che lega la mostra sull’artista contemporanea a uno spazio come quello della biblioteca. Le installazioni video delle performance eseguite da Fumai: Shut up, Actually Talk (2012-2013) e The book of evil spirits (2015), vivono espandendosi nelle sale della biblioteca. A generarsi è uno straordinario rimando storico, culturale, artistico tra le performance contemporanee e le voci plurime, troppo a lungo zittite, delle donne presenti nelle pagine dei libri.

L’essenza artistica di Fumai consiste nell’essere diventata medium delle donne che si sono opposte alle logiche del patriarcato, nel decostruire la storia ufficiale e metterne in discussione l’oggettività. La poetica di Fumai è incentrata sulla rivolta, sull’occulto, sulla rabbia, sul vandalismo, vissuti come strumenti di liberazione. Il suo è un gioco ironico, quasi macabro in cui appropriandosi di una pluralità di tecniche dal video, alla performance, alla scrittura automatica, evoca figure femminili che con coraggio, ma per lo più rabbia, hanno segnato la storia dell’umanità «poco prima di essere escluse». Chiara Fumai è stata un’entità mutevole che ha voluto prestar voce e corpo a quante più donne poteva: Zalumma Agra, una bellezza circassa, Annie Jones l’attrice soprannominata “donna barbuta”, la filosofa femminista Carla Lonzi, la scrittrice e attivista Ulrike Meinhof, la femminista radicale Valerie Solanas.

La performance-lecture Shut up, actually talk fu presentata per la prima volta nel 2012 in occasione di Documenta 12 di Kassel, curata da Carolyn Christov-Bakargiev e fece parte di Moral Exhibition House, ambiente artistico sotto forma di casa infestata dagli spiriti di donne irregolari.

In questa performance o «ventriloquismo femminista» Chiara Fumai evoca il potente linguaggio di Carla Lonzi, che mette in soggezione lo spettatore tramite un climax interrogativo costituito dall’indagine dell’artista sulla loro conoscenza femminista, impersonando appunto Zalumma Agra, che nel XIX secolo si esibiva in silenzio al Barnum’s American Museum di NY.

The Book of Evil Spirits (2015) immortala l’artista bendata seduta ad un tavolo rotondo in legno, davanti a lei una tavola Ouija, una sfera di cristallo e una candela accesa evocano un clima di misteriosa sospensione. Impersonando la veggente analfabeta Eusapia Palladino, evoca dall’aldilà donne di diverse epoche e spazi, accomunate, però, dalla necessità di sottrarsi all’egemonia patriarcale.

Rievocare dall’aldilà dimenticato, dall’altra storia, donne emarginate, ribelli, anticonformiste, significa ridefinire l’intera visione dominante e patriarcale della Storia. In cui per Storia si intende una tradizione selettiva, che tramite dinamiche di potere, di esclusione e subordinazione del suo Altro, produce i suoi significati esclusivi. «Di chi sono le storie raccontate? Nell’interesse di chi? Quali storie dovremo trovare? Come possiamo leggere diversamente?», scriveva nel 1988 Griselda Pollock in Vision and Difference: Femininity, Feminism and Histories of Art.

«Riscrivere la monocultura fallocentrica occidentale» è secondo Pollock l’obiettivo delle studiose per creare finalmente una storia dell’arte, in questo caso, ma più in generale della cultura, che non tenga nascoste le voci, invece deliberatamente occultate. Bisogna guardare dunque secondo una prospettiva non monolitica, non predefinita, ma tracciare una nuova traiettoria.

Quel canone sorretto dalla «struttura psico-fantasmatica più profonda del desiderio maschile e del narcisismo» viene frantumato dalla rivoluzione artistica di Fumai, che oggi rivive presente in un luogo che non poteva essere più consono.

In occasione dell’inaugurazione dell’evento, il 2 e il 3 febbraio sono stati organizzati due talk finalizzati alla promozione dei servizi della Casa delle donne di Bologna per non subire violenza. Gli alter ego di Fumai rivivono in lei per occupare uno spazio, quello della storia, della cultura, che nessuno ha, ingiustamente, riservato loro.

Chiara Fumai: Inviting the evil spirits offre un frammento della fulminea ma potente produzione artistica dell’artista, che elaborando le estetiche del femminismo nei suoi modi più diretti e anarchici, ha prestato se stessa, per dar voce ai suoi alter ego spirituali: donne fantasma, presenze invisibili, ma non per questo silenziose.

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