Cento, rinasce la Pinacoteca del Guercino

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Uno per Cento e Cento per uno. Con quell’aria guascona, da quinto moschettiere, Giovanni Francesco Barbieri, detto Il Guercino, è effigie della città di Cento, all’incrocio perfetto tra l’Emilia e la Romagna, espressione storico-mitica del Genius loci, incarnato nella figura nobile e bella, da fiero cavaliere della grande avventura letteraria dei primi romanzi di cappa e spada, più che dell’artista di gran vaglia che fu, fra le maggiori manifestazioni pittoriche del manierismo italiano. 

I centesi, avviliti e prostrati dalla furia tellurica devastatrice del 2012, non hanno voluto sopportare l’umiliazione del sisma, assai fieramente, emuli ed eredi degni del beniamino locale. Con vigoroso spirito i cadetti basso padani di Guascogna si sono schierati tutti insieme, in forza unica e compatta, attorno al loro patrono culturale, e hanno rimesso in sesto quell’imbattibile presidio artistico che oggi festeggia la sua rivincita sulle offese ricevute dagli assalti delle profondità della terra. 

Riapre, dopo quasi dodici danni, la Civica Pinacoteca di Cento, oggi rinominata Pinacoteca del Guercino, a suggello di una fedeltà collettiva all’eroe seicentesco dell’arte, che pare proteggere e guidare i suoi concittadini dalla bella piazza che ne contiene uno ieratico monumento da combattente: tale è la rassomiglianza del pittore con le figurazioni che si sono date di Aramis, il più spirituale dei compagni d’armi di D’Artagnan.

Quasi quattro milioni di euro, tra fondi regionali e statali, contributi privati e donazioni, elargizioni liberali e sostegni sponsorizzati delle banche locali (Credem e la fondazione Cassa di Risparmio di Cento hanno anche contribuito con la concessione permanente all’esposizione in pinacoteca di molte delle opere della collezione dell’istituto), oltre al lavoro corale di progettisti, designer, curatori e allestitori, cittadini benemeriti e associazioni. Tanto e tale è stato lo sforzo unanime, cameratesco, nel senso più leale, fraterno e solidale, intrapreso dalla comunità per ultimare l’impresa.

La ricorrenza è stata celebrata con una tre giorni di eventi collegati alla memoria del Guercino, tra il 24 e il 26 Novembre scorsi, a cui hanno partecipato le massime cariche culturali dello Stato, ad ammirare lo sforzo tenace che ha restituito a Cento e al resto del mondo una sede museale più bella e più forte che mai: 120 opere tra pitture e sculture, 46 disegni e 20 affreschi staccati, testimonianze non solo firmate Guercino, ma dagli allievi più talentuosi della prospera bottega che l’artista centese aveva installato in città, e poi tele preziose di Guido Reni, Ludovico Carracci, Matteo Loves, esposte in un assemblaggio mirabile di luci e colori parietali delle sale rinnovate, anche con un dinamismo architettonico degli interni che attribuisce agli ambienti la solennità della grande arte del secolo XVI in una atmosfera di freschezza estetica assai godibile.

Il risultato visivo che offre la camminata tra i diversi livelli dell’itinerario di mostra, ben fluidamente interconnessi da passaggi strutturali e cromatici che accompagnano un percorso di sapore quasi epico tra tele monumentali e poderosi, magniloquenti affreschi, che pare davvero di sentire le trombe di carica della cavalleria di Guascogna, più temibile di tutti i terremoti. 

Nell’occasione della riapertura della Pinacoteca riprende poi vita anche il Centro Studi Internazionale “Il Guercino”, insediato nei nuovi spazi della sede storica e guidato da Valeria Tassinari, una biblioteca specialistica, un archivio digitale e una sala studio e conferenze. La bellezza dell’arte post rinascimentale, a Cento, è ora schierata per la vittoria. E tutti i centesi sono schierati nel reggimento dell’arte, una volta al mese entrano gratis in Pinacoteca, se lo desiderano, per una sfilata in rassegna ai capolavori che hanno difeso e custodiscono.

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