CCCP, un’avventura che ha segnato un’epoca. In mostra a Reggio Emilia

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Esiste forse una mostra di cui l’argomento trattato divenga un’unica grande opera d’arte esposta nella mostra stessa? 

Sì, ed è già (quasi) la mostra dell’anno. Parliamo di “FELICITAZIONI! CCCP – Fedeli alla linea. 1984 – 2024”, in scena ai Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia fino all’11 febbraio 2024, mostra voluta, realizzata e supportata dalla Fondazione Magnani, dove una commistione di fotografie, video, installazioni, performance e costumi di scena divengono parte di una complessa struttura, finemente articolata e orchestrata come unica opera d’arte globale nonché come vero e proprio unicum, direttamente dalla band punk-rock più discussa e controversa del panorama musicale italiano, e al contempo, incontrovertibilmente, anche la più famosa ed incisiva.

Installation View, foto di Michele Lapini

FELICITAZIONI! CCCP – Fedeli alla linea. 1984 – 2024 è il nostro ultimo spettacolo, stabile e immobile, tutto è nato a Reggio e inevitabilmente deve finire a Reggio. Non era possibile una storia diversa. Eravamo una cellula dormiente e adesso ci siamo risvegliati. Una necessità, una volontà di continuare. Ogni stanza della mostra è un percorso nella nostra storia, ma anche nella storia della cultura del nostro Paese”, ha asserito Giovanni Lindo Ferretti, mitico frontman della band. 

E non c’è dubbio: all’ingresso dei chiostri di San Pietro, appena sotto lo striscione della mostra che campeggia in alto, ad accogliere lo spettatore c’è la mastodontica scritta “Felicitazioni!”, un monito, un’esortazione, un’esclamazione dai molteplici risvolti ma alla cui vista certamente sembra facilmente riecheggiare la voce inconfondibilmente profonda e roca di Giovanni Lindo Ferretti, che per ben tre volte pronuncia e ripete quella parola nel brano Spara Jurij contenuto nell’album Ortodossia II (1985):

Spara Jurij spara, spara Jurij spara, spara Jurij spara Jurij

Spara!

Spera Jurij spera, spera Jurij spera, spera Jurij spera Jurij

Spera!

Felicitazioni, felicitazioni, felicitazioni!

È curioso notare come le tre esclamazioni poc’anzi citate siano in numero eguale della grande sagoma dei soldati messi in mostra, attigua alla scritta a caratteri cubitali: sono tre, e sono gli stessi che abitano proprio la copertina di Ortodossia II, marciandoci sopra.

Installation View, foto di Michele Lapini

Nel libro Io e i Cccp – Una storia fotografica e orale di Umberto Negri, cofondatore dei Cccp assieme a Giovanni Lindo Ferretti e a Massimo Zamboni nonché primo bassista della band, scrive: “Ferretti era indubbiamente un catalizzatore di energie creative, se non altro perché aveva questa capacità di valorizzare le cose, tipo, hai un’idea lui la vede, gli piace e la infila nel disco. Poi i giornalisti ci scrivono su dieci articoli ed ecco lì: l’ideuccia è diventata una cosa importante. Allo stesso modo io sono diventato un grande bassista, Zamboni un grande chitarrista e Ferretti un grande cantante, nonostante non sapesse affatto cantare e io e Zamboni fossimo di fatto dilettanti. Seguiva il suo motto, cantante è chi si pone come tale. Da questo punto di vista, io la storia dei CCCP l’ho sempre vissuta come una storia musicale e in parte ci soffrivo anche, perché avrei voluto che fosse più musicale, che Zamboni e Ferretti fossero più musicisti, avrei voluto avere un batterista bravo. Il mio divertimento era la musica, però devo dire che, al di là di questi piccoli rimpianti, era bellissimo stare sul palco con loro. Il gruppo era molto chiuso al mondo esterno. Vivevamo una storia unica, che ci staccava dalla quotidianità della vita reggiana”. 

Installation View, foto di Michele Lapini

La mostra si snoda poi attraverso un percorso rigoroso che occupa ben venticinque spazi, precisamente sette al piano terra e diciotto al primo piano; entrando all’interno dei chiostri, il visitatore viene accolto, ancora una volta, da una ripetizione, quasi ossessiva: “È una questione di qualità”, citazionista in maniera lapalissiana del brano Io sto bene, parte dell’album 1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi – del conseguimento della maggiore età (1986)

A noi piace un casino confondere le idee

Però ci piacerebbe molto di più farvi ballare, ve lo garantisco

È una questione di qualità

È una questione di qualità

È una questione di qualità

O una formalità

Non ricordo più bene, una formalità

Partendo da Reggio Emilia, la mostra ci proietta verso e attraverso uno spazio illimitato, collegando di volta in volta la Berlino dell’Est e dell’Ovest, l’Europa delle frontiere, Beirut, il mondo arabo, l’URSS e i paesi satelliti, la Cina, Hong Kong, la Mongolia, Kabul, la Palestina, Israele, Mosca, Leningrado e trasformando vorticosamente quei luoghi, centri e periferie, in un unico impero mentale.

All’interno del chiostro grande, c’è una Trabant e una lastra originale del muro di Berlino, perché, sempre secondo Giovanni Lindo Ferretti, “Carpi è la periferia estrema di Berlino, perché lì comincia l’autostrada del Brennero”. 

Installation View, foto di Michele Lapini

E poi, ancora, ci sono le foto di Luigi Ghirri, che scattò tutte le foto dell’album Epica, Etica, Etnica, Pathos (1990): la foto della copertina, che raffigura la cappella della Villa Pirondini, (una casa colonica settecentesca abbandonata, situata nella campagna reggiana, nei pressi di Rio Saliceto) adattata a sala di mixaggio del disco, e le quattro foto che accompagnano i quattro temi/facciate in cui è suddiviso il disco. 

A contorno della mostra si svolgerà una serie di diversi eventi, tra cui nuove pubblicazioni discografiche: un album-raccolta chiamato come la mostra, Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla linea. 1984 – 2024 (la mostra infatti celebra i quarant’anni dall’uscita del primo singolo della band Ortodossia), le ristampe di tutti gli album in studio, sia in cd che in vinile, nonché due date preziose, quelle del 21 e 22 ottobre, con il Gran Gala Punkettone di parole e immagini in cui i CCCP – Fedeli alla Linea saranno presenti al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia.

A latere, possiamo invece segnalare la ristampa del corposo volume Io e i CCCP. Da Carpi a Berlino. Una storia fotografica e orale, scritto da Umberto Negri, primo bassista della formazione originale della band, pubblicato da Shake Edizioni, con una sezione rinnovata di fotografie, in cui si raccontano i primi anni della band, la Reggio degli Ottanta, l’avvio di un’avventura che segnò un’epoca e definì un carattere per la musica underground italiana.

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