Andy Warhol e i ritratti di Joseph Beuys in mostra a Londra

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“Per coloro che li videro avvicinarsi sul pavimento di granito lucido, il momento aveva tutta l’aura cerimoniale di due papi rivali che si incontravano ad Avignone” così il critico d’arte David Galloway descrive il primo incontro avvenuto tra Joseph Beyus e Andy Warhol nel 1979, durante un opening alla Hans Mayer Gallery a Düsseldorf, in Germania.

Andy Warhol and Joseph Beuys, Lucio Amelio [Gallery], Naples (1980). © DACS, 2023; Photo: Tate.

Un’incontro che deve aver sicuramente fatto vibrare l’aria circostante: Joseph è l’artista-sciamano concettuale, lo scultore sociale impegnato a riscoprire le energie primordiali sopite sotto i terreni del contemporaneo (proprio “vivendo” la terra) per rifondare i nostri paradigmi di civiltà; Andy è il glam, il colore, il pop, l’apparente sacerdote di un consumismo sfrenato e della ripetizione serigrafica e ossessiva. Sono Europa e America, papi di due religioni contrapposte che però da quel momento sviluppano un rapporto di riverenza e collaborazione.

nstallation view of “Andy Warhol: The Joseph Beuys Portraits” at Thaddaeus Ropac London. Photo: Aggie Cherrie. © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. /DACS, London, 2023. Courtesy of Thaddaeus Ropac gallery.Thaddaeus Ropac gallery.

Joseph sa che non si può rifondare la società senza entrare nei meccanismi consumistici per scardinarli dal suo interno. Sempre nel 1979, ha quindi un’idea: recarsi nello studio di Andy a New York per farsi scattare una polaroid e poi diventare parte del panteon delle sue icone. Subito dopo l’inaugurazione di una sua personale al Guggenheim Museum, Joseph, vestito con il suo cappello in feltro e la sua tuta da pescatore, si reca di corsa nello Silver Factory: prima di lui c’è la pittrice Georgia O’Keeffe. Andy impugna la sua Polaroid, tac, uno scatto veloce e quella foto di Joseph è già immortale.

Andy Warhol, Joseph Beuys (1980–83). © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Schellmann Art / DACS, London, 2023.

Tra il 1980 e il 1986, Andy userà questa foto come base per la creazione di un insieme di serigrafie variamente colorate o adornate con polvere di diamante, esposte per la prima volta nella Galleria Lucio Amelio a Napoli nel 1980, un evento che vide la partecipazione di entrambi gli artisti. Da allora, le opere hanno trovato posto in importanti collezioni, tra cui quelle del Tate Museum di Londra e del Museum of Modern Art di New York mentre oggi, parte di esse fa parte della mostra “Andy Warhol The Joseph Beuys Portraits” presso la galleria Thaddeus Ropac di Londra, visitabile fino al 9 Febbraio 2024.

nstallation view of “Andy Warhol: The Joseph Beuys Portraits” at Thaddaeus Ropac London. Photo: Aggie Cherrie. © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. /DACS, London, 2023. Courtesy of Thaddaeus Ropac gallery

Un’esposizione che include anche prove di stampa e altre rare opere su carta di Warhol. Ropac, gallerista austriaco che negli anni ’80 fu stagista presso Beuys, ha descritto l’artista come dotato di un “carisma incredibile”. Egli osserva come la serie di ritratti di Beuys di Warhol si distingua in un periodo in cui il pittore Pop tendeva a produrre commissioni di ritratti singoli. La decisione di Warhol di sviluppare ed esperimentare variazioni dell’immagine di Beuys – come disegno a linea, tela con polvere di diamante, serigrafia bicolore – testimonia l’interesse profondo e la connessione che Warhol sentiva verso Beuys.

La mostra è, in un certo senso, un momento di pieno cerchio per Ropac, unendo il passato e il presente in un tributo visivo che celebra due giganti del mondo dell’arte, la loro intersezione e il loro impatto duraturo.

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