Ozmo, a La Spezia un murale per la pace

Lo street artist Gionata Gesi, in arte Ozmo, su invito del Comune di La Spezia, ha da poco inaugurato il murale Ieri, Oggi e Domani alle porte dell’ex Rifugio Antiaereo Quintino Sella. Il rifugio, costruito durante la Seconda Guerra Mondiale quando La Spezia era uno dei tanti obbiettivi dell’offensiva alleata, era stato appunto destinato alla popolazione civile per proteggersi durante i bombardamenti. Diventato poi simbolo storico della città, lo spazio, a pochi passi dal Castello San Giorgio, si è trasformato in una galleria grazie al progetto “La Spezia Forte”.

L’opera di Ozmo ritrae un volto, anzi gli occhi di un bambino sorridente, raggiante, felice posta proprio all’ingresso della Galleria e che guarda e osserva i visitatori passare. “Ho rappresentato il volto di un bambino sorridente”, ha raccontato Ozmo, “che, espandendosi sulle pareti del corridoio, ci guarda direttamente, interrogandoci. Questa tecnica non solo amplifica l’effetto Mona Lisa (che dà l’impressione che gli occhi della persona ritratta seguano lo spettatore mentre si muove di fronte all’immagine , ndr) creando l’illusione che l’intera testa si muova per seguirci, generando così un impatto emotivo ancora più forte, ma trasforma le pareti laterali in uno spazio di luce raggiante celeste, risuonando con i principi della filosofia del “Ma” giapponese e del Tao Te Ching dove il vuoto è carico di significato”. L’artista aggiunge poi che il bambino “incarna tutte le generazioni, evocando Pace, purezza e apertura, e proiettando una visione ottimista del futuro. Quest’opera trasforma la memoria di guerra e distruzione della città in un messaggio universale di rinnovamento e speranza”.

È stato un progetto intenso durato circa due settimane e che ha accolto, durante i lavori, non solo i passanti curiosi, ma anche gli studenti del liceo artistico Cardarelli, che hanno potuto sia osservare attentamente l’esecuzione dell’opera che incontrare l’artista nell’auditorium della scuola.  

Per creare l’opera, Ozmo si è dovuto avvalersi di speciali vernici per proteggerla dal sole, dal salmastro e dalla pioggia: “è la prima volta che creo un’opera così orizzontale e accessibile da chiunque, devo quindi pensare anche alla sua durabilità e restaurabilità”, ha spiegato l’artista.

Durante l’inaugurazione, il sindaco Pierluigi Peracchini ha spiegato che “l’opera realizzata da Ozmo all’ingresso dell’ex Ricovero Antiaereo Quintino Sella amplifica le emozioni che si provano al suo interno, dove la simulazione del bombardamento del 18 aprile 1943 ci consente di vivere l’intensità e la paura di quei drammatici momenti sulla nostra pelle. Gli occhi di quel bambino parlano ad ognuno di noi e ci caricano di responsabilità, sono occhi sorridenti, pieni di speranza e di vita. Le azioni dell’uomo però spesso sono capaci di realizzare immani tragedie e togliere ogni luce dallo sguardo delle persone, compresi i più innocenti. Il nostro dovere è lavorare e impegnarci per la pace e quest’opera è qui a ricordarcelo ogni giorno. Ringrazio Ozmo per il suo lavoro e per questi giorni qui a La Spezia”.

Tutti, dunque, dai residenti della città ai turisti potranno ammirare, anche solo di scorcio, il murales e incantarsi dello sguardo innocente del bambino, grazie alla fantastica illusione ottica, che li seguirà percorrendo la strada o anche solo facendo visita alla Galleria Quinto Sella.

Ma non solo questo: il murales vuole anche soffermarsi e farci riflettere sui disastri e sulle guerre in atto che in questo periodo storico stanno divampando ovunque. “La storia del rifugio, infatti, è testimone di eventi bellici”, come spiega Ozmo, “e la sua attualità diventa parte integrante dell’opera, sottolineando l’importanza di costruire un futuro in cui sicurezza e pace siano valori condivisi e universalmente accessibili”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Il premio Palombini a Tarquinia, connettere antico e quotidiano attraverso la ceramica

Tarquinia, culla di antiche civiltà, continua a essere un crocevia di cultura e innovazione artistica grazie al lavoro della STAS (Società Tarquiniense d'Arte e Storia), da oltre un secolo custode del patrimonio artistico cittadino, e a iniziative come la mostra "Orizzonte Terra" e il Premio “Vasco Giovanni Palombini”.

Artuu Newsletter

Scelti per te

Seguici su Instagram ogni giorno