Marcel Duchamp e la seduzione della copia a Venezia

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Alla Collezione Peggy Guggenheim dal 14 ottobre 2023 al 18 marzo 2024 una mostra che racconta e svela i retroscena del grande maestro dadaista.

Nel cuore del movimento dadaista, Marcel Duchamp ha sollevato domande rivoluzionarie sull’arte, tra cui una in particolare, quella sulla sua riproducibilità; attraverso la sua opera e le sue teorie, Duchamp ha aperto la strada a una nuova era nell’espressione artistica, sfidando le convenzioni tradizionali e anticipando il concetto di riproducibilità artistica, facendo storcere il naso a parecchi della sua epoca (e ancora oggi).

Il Dadaismo è stato un movimento che è emerso durante la Prima Guerra Mondiale, sfidando le norme artistiche convenzionali dell’epoca. Al centro di questo movimento c’era Marcel Duchamp, un artista francese di origini americane, che ha sfidato l’arte tradizionale con una serie di opere provocatorie e concetti audaci.

Uno dei concetti più noti associati a Duchamp è la sua idea di “arte riproducibile” con cui l’artista ha spesso sottolineato che l’arte non dovrebbe essere limitata dalla singolarità di un’opera. Questa idea ha trovato la sua massima espressione nella sua opera iconica “Fontana” del 1917, un orinatoio rivisitato e firmata dall’artista, questa scelta ha sollevato domande fondamentali sulla natura dell’arte e sulla sua riproducibilità.

Duchamp ha spiegato che il suo desiderio di riproducibilità artistica era motivato dalla necessità di svincolarsi dall’idea tradizionale di opere d’arte come oggetti unici e irripetibili; sosteneva che l’arte avrebbe dovuto evolversi con il progresso tecnologico e la società stessa, permettendo così la creazione di opere in serie.

A Venezia alla Fondazione Peggy Guggenheim dal 14 ottobre 2023 fino al 18 marzo 2024 potrete visitare la mostra: “Marcel Duchamp e la seduzione della copia”, che racconta attraverso opere importanti e minori del maestro del dadaismo e del ready l’importanza di questa indagine.

Installation View, ph Matteo De Fina

Nelle sale della fondazione americana sul Gran Canale a Venezia, possiamo ammirare una sessantina di opere realizzate tra il 1911 e il 1968, i lavori iconici provenienti dalla Collezione Peggy Guggenheim, quali Nudo (schizzo), Giovane triste in treno (1911-12), Marcel Duchamp o Rrose Sélavy (Scatola in una valigia) (1935-41), e da altre prestigiose istituzioni museali italiane e statunitensi, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Philadelphia Museum of Art, il Museum of Modern Art di New York, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York. Insieme a questo prezioso nucleo di opere, possiamo trovare una serie di lavori meno noti al grande pubblico appartenenti al lascito dell’artista nonché a collezioni private. Molte opere esposte, circa la metà, provengono dall’eminente collezione veneziana di Attilio Codognato, lungimirante collezionista che fin dai primi anni ’70 si è interessato alla produzione dell’artista francese: è la prima volta che un così ampio nucleo di opere di Duchamp appartenenti alla collezione Codognato viene esposto in occasione di una mostra pubblica.

Installation View, ph Matteo De Fina

Inoltre, Un importante tassello della mostra è la sezione scientifica, organizzata dal dipartimento di conservazione della Collezione Peggy Guggenheim e dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Marcel Duchamp: un viaggio nella “Scatola in una valigia” presenta i risultati dello studio scientifico e dell’intervento di conservazione sull’opera Scatola in una valigia condotto in due fasi, nel 2019 e nel 2023. Un progetto scientifico e didattico che attraverso un allestimento multimediale conduce i visitatori all’interno del mondo di un conservatore e restauratore d’arte, per scoprire le scelte tecniche e i materiali che l’artista ha utilizzato per creare una vera e propria icona della storia dell’arte del XX secolo, nonché le tecniche di indagine scientifiche utilizzate per approfondirne la conoscenza e le soluzioni scelte per assicurare all’opera una migliore conservazione. I video e touch-screen consentono la possibilità di visionare virtualmente l’opera come lavoro unitario e di leggerla nel suo complesso, così come nelle intenzioni dell’artista, ma anche di esaminare singolarmente ciascuno dei 69 elementi che la compongono e di comprenderne il complesso sistema di costruzione.

Le teorie di Duchamp sulla riproducibilità artistica hanno avuto un impatto duraturo sulla storia dell’arte, aprendo la strada a movimenti come il Pop Art e l’Arte Concettuale, che hanno posto l’elemento della serialità come centrale della loro estetica. Questi movimenti hanno trasformato l’arte da un’esperienza elitaria a un fenomeno accessibile a un pubblico più ampio.

Un visionario, un innovatore come pochi, Duchamp.

La sua influenza è ancora evidente oggi: in un’epoca in cui l’arte può essere condivisa, riprodotta e reinterpretata in modi mai immaginati, il pensiero duchampiano ha aperto la porta a nuove possibilità creative e continua a spingere gli artisti contemporanei a esplorare i confini della creatività e dell’originalità, senza alcuna barriera.

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