Luigi Ghirri e Giorgio Morandi: a Bologna un dialogo inedito

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In occasione del sessantesimo anniversario della morte di Giorgio Morandi, Palazzo Bentivoglio a Bologna celebra l’arte e l’eredità di questo maestro attraverso una mostra particolarmente intima e significativa, allestita nei suoi spazi sotterranei. La mostra, frutto di una collaborazione con gli eredi di Luigi Ghirri, presenta una serie di fotografie scattate da Ghirri tra il 1989 e il 1990 nello studio di Morandi situato in via Fondazza. Queste immagini provengono sia dalla collezione privata di Palazzo Bentivoglio sia dall’archivio dell’artista e includono alcune stampe mai pubblicate precedentemente, offrendo così una nuova prospettiva sul lavoro di Morandi.

Questo itinerario fotografico non solo documenta lo spazio fisico dello studio di Morandi come appariva prima della sua musealizzazione, ma invita anche a una riflessione più profonda sulle dinamiche della percezione artistica e sulla rappresentazione visiva. Le opere esposte permettono ai visitatori di immergersi in un’atmosfera carica di storia e sentimento, in cui lo sguardo di Ghirri cattura l’essenza degli oggetti quotidiani e degli spazi vissuti da Morandi, con una sensibilità che rispecchia il metodo pittorico dell’artista bolognese.

Il legame tra Morandi e Ghirri è evidenziato nel testo di Tommaso Pasquali che accompagna l’esposizione, descrivendo come entrambi gli artisti condividessero un profondo interesse per la “forma delle cose sotto una luce vera”. Ghirri, come Morandi, trae ispirazione da una ricca tradizione artistica che comprende figure come Pietro della Francesca e Cézanne, cercando di esplorare e interrogarsi sulla sostanza delle proprie immagini.

La mostra presenta anche un interessante approccio ecologico nell’allestimento, progettato da Davide Trabucco, che reimpiega i materiali utilizzati in una precedente esposizione per creare una nuova configurazione spaziale. Al centro della stanza, pannelli di feltro azzurro delineano la pianta dello studio di Morandi, mentre elementi modulari di legno sbiancato supportano le fotografie, facilitando un’esperienza immersiva per i visitatori, che possono letteralmente camminare tra le immagini posizionate in corrispondenza della loro originale disposizione nello studio.

Questa esposizione non solo offre uno sguardo unico sullo spazio personale di Morandi, ma crea anche un dialogo tra due grandi artisti che, seppur attraverso medium diversi, hanno esplorato temi comuni di osservazione, memoria e rappresentazione.

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