L’arte mistica di Paul Laffoley

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Paul Laffoley è stato in grado di fondere più discipline come filosofia, architettura e scienza nelle sue opere per parlare di spiritualità e misticismo

Artista, pittore e architetto. Impossibile dare una definizione all’identità creativa di Paul Laffoley (1935 – 2015). Le sue opere sono tele maestose su cui prendono vita forme, parole e colori che ricordano l’oriente, ma comunicano con la tradizione psichedelica occidentale.

La vita di Paul Laffoley

Paul Laffoley nasce a Cambridge in Massachusetts nel 1935. La sua famiglia è di origini irlandesi e il padre è avvocato, presidente della Cambridge Trust Company e docente alla Harvard Business School

Nonostante i risultati altalenanti nell’apprendimento durante gli anni dell’adolescenza, Laffoley si riscatta nel suo percorso universitario conseguendo una laurea con menzione speciale in studi classici e storia dell’arte alla Brown University nel 1961. 

Quello stesso anno si iscrive alla Harvard Graduate School of Design per proseguire i suoi studi, scegliendo come indirizzo architettura.

Tuttavia, un anno dopo viene allontanato dall’ateneo per decisione del gran giurì che lo accusa di essere ossessivamente coinvolto dal suo lavoro.

L’incontro che cambierà la traiettoria della sua carriera artistica avviene per caso. Lo zio di Laffoley gli regala una copia di Progressive Architecture e così l’artista scopre il lavoro di Frederick John Kiesler

Dopo avergli inviato 17 lettere, Laffoley riesce finalmente ad ottenere un incontro con Kiesler e diventa suo apprendista nel 1963. Questa esperienza gli apre le porte della vita culturale di New York dove conosce Warhol che gli offre vitto e alloggio in cambio di lavoro.

La ricerca artistica di Paul Laffoley

Nel frattempo, Laffoley continua a dipingere nel seminterrato della casa di famiglia a Belmont e arriva a delineare il suo primo tema artistico completo: il Kali-Yuga, l’era del mondo che secondo la tradizione Induista coincide con la fine dell’Universo.

Qui nasce la visione interdisciplinare di Laffoley che combina filosofia, scienza, architettura e spiritualità nella pratica pittorica. Nei suoi primi lavori un soggetto ricorrente sono i mandala asiatici, conosciuti durante il periodo di lavoro con Warhol. 

Da qui Laffoley arriva a definire i suoi archetipi pittorici, da lui chiamati: sistemi operativi, strumenti psicotronici, meta-energia, viaggio nel tempo e sogno lucido.

Le sue opere sono concepite come “singolarità strutturate”, ossia pezzi unici che non rientrano in serie di produzione.

Laffoley lavora su enormi tele che richiedono fino a tre anni di lavoro ciascuna. Dietro ogni tela c’è un attento lavoro di codifica che ne determina la struttura. 

Negli anni ’80 la sua produzione artistica diventa ancora più spirituale e le sue opere si trasformano in strumenti interattivi studiati per permettere allo spettatore di raggiungere uno stato di rivelazione mistica. 

Nonostante Laffoley non riuscirà ad ottenere la sua licenza di architetto prima dei 50 anni, l’architettura ha un peso rilevante nel suo linguaggio espressivo.

Si può dire che le parole e le immagini usate nelle opere sono gli elementi architettonici che compongono una struttura spirituale che esplora concetti generati dalla fusione di discipline filosofiche antiche e teorie sull’origine cosmica del genere umano. 

L’eredità di Paul Laffoley è rappresentata da Kent Fine Art.

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