“L’abbraccio” di Cesare Catania: una scultura senza tempo

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Ingegnere per formazione e artista per passione, profondo conoscitore di tutto ciò che rientra nell’universo digitale e fervido sostenitore del cubismo. La Biografia di Cesare Catania spazia dalla matematica, alla musica, una formazione senza confini. Da un lato il rigoroso e lo schematico modo di approcciarsi alla vita tipico dell’ingegnere e dall’altro una visione multi prospettica della stessa. Questo lo ha portato ad avvicinarsi a tutto ciò che è bellezza e arte. Questa assenza di pregiudizio si osserva anche nelle sue espressioni artistiche, capaci di cogliere l’essenza dell’oggetto dipinto in quadri sia fortemente realistici e dettagliati che in altri astratti e simbolici.

Nei suoi quadri si fondono tradizione (impiego di materiali quali gesso, legno, pietra, pittura ad olio) e innovazione (utilizzo di materiali a base siliconica e acrilica). Il tutto per dar vita a opere tridimensionali che “escono letteralmente dalla tela”. Affascinato dall’arte moderna, dall’architettura, e dai maestri pittorici dell’età classica, l’arte di Cesare Catania è in continua evoluzione, sempre alla ricerca di nuove tecniche per esprimere al meglio le sue ispirazioni.

Nei suoi lavori scultorei l’artista esprime una dinamicità, tipica anche del futurismo italiano, attraverso la sintesi della realtà e l’utilizzo armonico di solidi sia tondeggianti che non, ridefinendo l’uomo nella sua centralità rispetto al mondo che lo circonda. Utilizza la sfera e il geoide come elemento equilibrante delle forme, questo lo si osserva sia nei dipinti che nelle sculture.

Come lui stesso racconta “Il processo astrattivo è fondamentale nella mia ricerca. Ritengo che i solidi e le forme geometriche siano in grado di descrivere la realtà che ci circonda in modo pieno e completo grazie al semplice gioco che si crea accostandoli tra loro.”

Rappresentazione della scultura “L’Abbraccio F Version”

Cesare Catania è stato nominato a Gennaio 2023 negli USA “Ambassador a livello worldwide della Giornata Internazionale dell’Abbraccio”, grazie al suo lavoro sugli abbracci. Quando è iniziato questo progetto?

“Il progetto è nato nel 2015 infatti credo che l’Abbraccio Versione F sia il sunto di questo lavoro, che è però in continua evoluzione. Il percorso artistico è partito da un gesto, quello appunto dell’abbraccio, che ho dapprima rappresentato in maniera stilizzata e pittorica per poi definirne i contorni e i sentimenti sottostanti, è quindi diventato a tutti gli effetti un concetto e un progetto sociale per tornare infine ad essere una scultura.”

La sua scultura l’Abbraccio F Version – esposta fino a qualche giorno fa alla Fabbrica del Vapore di Milano nell’ambito della sua ultima mostra “Bozzetti inediti dove nasce l’ispirazione” – ricorda per la leggerezza delle forme le sculture classiche, ma per l’intensità l’opera rivolge lo sguardo all’abbraccio di Klimt. Chi meglio dell’autore può descrivere il suo lavoro, allora, abbiamo chiesto all’artista di raccontarcela.

“L’opera è composta da un’asta curvilinea che sintetizza il movimento slanciato e filiforme di due corpi che si congiungono, un anello ellittico che rappresenta la congiunzione delle braccia dei due personaggi, due geoidi che alludono alle teste e tre sfere che armonizzano forme e movimenti. Sette elementi geometrici che da soli formano una scultura, un progetto e un messaggio.”

Qual è la tecnica, tra le tante che solitamente utilizzi, che hai usato per realizzarla?

“La scultura è stata realizzata con acciaio tradizionale, trattato superficialmente con acidi per esaltarne l’arrugginimento e infine chiuso con trattamenti che bloccano quasi completamente l’ossidazione. In realtà l’opera continua “a vivere” poiché non chiudo volutamente del tutto l’ossidazione. Quest’ultima progredisce molto lentamente nel corso degli anni facendo cambiare impercettibilmente di aspetto la scultura nel corso degli anni.”

Rappresentazione della scultura “L’Abbraccio F Version”, dettaglio

L’Abbraccio, ci è stato negato per molto tempo a causa della pandemia di Covid, in un mondo in cui il contatto fisico si va sempre più perdendo, qual è l’importanza di una scultura come la tua? 

“La forza di questa opera sta nel messaggio che trasmette da una parte e dalla semplicità realizzativa dall’altra. L’armonia dei movimenti può ricordare una scultura greca, attualizzata ovviamente nelle forme geometriche e nel materiale usato. Questa è la prima scultura appartenente al mio Progetto dell’Abbraccio, un progetto in cui ho voluto fortemente che l’arte per la prima volta non fosse più il fine ultimo cui tende l’artista ma è il mezzo attraverso cui far del bene in maniera etica.”

Ci sono altre versioni dell’opera, una monumentale alta tre metri e alcune di dimensioni più ridotte di circa novanta centimetri, ma è in cantiere una nuova serie in bronzo, a tiratura limitata. Questo è un progetto che tu definisci: di matrice socioculturale che vuole diffondere un’arte democratica e inclusiva, in che modo? 

“La mia opera parla un linguaggio universale, vorrei che ogni essere umano uscisse allo scoperto con la propria individualità per aprirsi agli altri in un abbraccio reale e insieme simbolico. Sento l’urgenza e l’importanza di unire le persone, sotto ogni punto di vista.”

 Rappresentazione della scultura “L’Abbraccio F Version”, dettaglio

Il tuo abbraccio è diverso da altre opere che hanno questo tema, ci spieghi come?

“L’abbraccio di solito in arte è sempre stato realizzato con persone vicine sia con il corpo che con le teste. Anzi…. solitamente le teste tendono ad avvicinarsi una all’altra quasi a completare un gesto naturale.”

In questa scultura infatti per la prima volta l’abbraccio sembra quello di due persone che danzano, che fluttuano nell’etere. I corpi, infatti, si fondono insieme in una sola asta ma le figure rappresentate hanno il capo riverso con lo sguardo rivolto verso l’alto, quasi come se i personaggi volessero evidenziare la propria fierezza nel gesto che stanno compiendo. Si tratta quindi di un abbandono consapevole di un individuo nell’altro.

Allora, torniamo ad abbracciarci ancora.

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