Alfredo Jaar e le frasi motivazionali per un mondo migliore

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Fino all’8 gennaio 2023 i celebri neon di frasi motivazionali di Alfredo Jaar sono esposti al Chiostro del Bramante alla mostra “Crazy” a Roma.

Alfredo Jaar, M’illumino d’immenso, 2009, neon.

Ogni volta che ci si imbatte in un’opera realizzata con il neon si ha un imprinting immediato e lampante che illude di conoscerne il significato e per di piú di sentirlo nostro, come l’oroscopo letto distrattamente la mattina in metropolitana.

Il neon possiede da sempre spiccate potenzialità comunicative, dalle prime insegne pubblicitarie studiate per attrarre lo sguardo dei passanti, al successivo utilizzo dello stesso per le produzioni artistiche contemporanee; le declinazioni del materiale ne rispecchiano la versatilità strutturale e semantica, dalle forme piú astratte alle scritte pop sulle pareti dei musei, ma talvolta rischiano di tradire il messaggio dell’opera a favore dell’estetica dell’attrazione.

LA MOSTRA CRAZY AL CHIOSTRO DEL BRAMANTE

La mostra Crazy allestita fino all’8 gennaio 2023 tra le mura del Chiostro del Bramante e curata da Danilo Eccher, è il quarto capitolo che segue alla trilogia di esposizioni Love, Dream e Enjoy inaugurate a partire dal 2017 nella medesima sede: come é deducibile dal titolo si parla di follia, di arte fuori dagli schemi che non trova limiti espressivi né tantomeno architettonici, pur rapportandosi con un edificio storico di struttura complessa come il capolavoro del Bramante. Le installazioni site-specific sorprendono il visitatore tra stanze tattili-sensoriali e giochi visivo-sonori per un’esperienza immersiva di alto valore artistico; in questo percorso di stupore e meraviglia si riconosce una presenza costante che ben si identifica tra luci e ombre: le opere al neon di Alfredo Jaar.

LE FRASI MOTIVAZIONALI DI ALFREDO JAAR

Frasi che tutti vorrebbero sentirsi dire almeno una volta, se non addirittura vederle appese alle pareti di casa, ma che spesso e volentieri vengono apprezzate solo per un effetto placebo che rende tutti protagonisti e destinatari di parole dolci e confortanti. L’artista riprende sí versi e citazioni note a molti, ma al posto di confermare la tendenza generalizzante come un aforisma detto al momento giusto, ne trae l’essenza poetica e la restituisce al pubblico, con una veste sgargiante e impertinente.

Dall’ungarettiano M’illumino d’immenso (2009) al dantesco E quindi uscimmo a riveder le stelle (2022), Jaar ci regala attimi di spensierata riflessione per una lettura anticonvenzionale costituita da frammenti di verità che coniugano l’espressione artistica e il lirismo piú delicato in una forma pop. Come leggere quindi l’opera senza cadere in banali supposizioni? La carriera di Alfredo Jaar è costellata di successi riconosciuti dalla critica di tutto il mondo, ma ció che ha permesso tale prolifica produzione è la cieca fiducia nel potere dell’arte, linguaggio salvifico oltre che veicolo pacifico degli ideali piú puri.

Alfredo Jaar, Si ballava e ancora si sperava, 2018, neon

“L’arte della resistenza”, cosí Jaar definisce la sua ricerca, iniziata in Cile ai tempi della dittatura di Pinochet e proseguita a New York: due luoghi del medesimo continente devastati da contraddizioni e soprusi che non sfuggono alla riflessione politica dell’artista. La laurea in Architettura conseguita nel Paese d’origine prima della definitiva fuga negli Stati Uniti, permette a Jaar di trovare occupazione nei primi anni in terra americana e di conoscere l’establishment artistico locale; solo grazie a una borsa di studio finanziata dal Guggenheim, l’artista muove i primi passi verso un’arte votata alla verità e alla denuncia che lo condurrà alle manifestazioni piú prestigiose, dalla Biennale a Documenta.

Che siano su una parete off-white, immerse in una cornice di capelli colorati o a mezz’aria tra i portici del Chiostro del Bramante, le parole di Alfredo Jaar suonano concilianti e romantiche, pensate per essere lette e interpretate da visitatori di età, provenienza e sesso differente, ognuno alla ricerca di un segno, un messaggio o una spinta in piú per continuare a difendere e a credere nelle piccole utopie personali.

Immagine di copertina: Alfredo Jaar, Be afraid of the enormity of the possibility, 2015, neon.

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