Ai Weiwei sfida l’intelligenza artificiale negli schermi di mezzo mondo

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Ai Weiwei è tornato, e lo fa suo modo, nel silenzio dirompente dei suoi social media (senza pomposi comunicati stampa e con immagini in bianco e nero) con un nuovo progetto che è allo stesso tempo concettuale (nell’idea) e globale (nella realizzazione). Figura emblematica nell’arte contemporanea, Ai è un Artivista (artista+attivista) cinese noto per il suo impatto rivoluzionario e per il suo impegno incrollabile nei confronti della libertà di espressione e dei diritti umani. Sebbene l’anteprima di Google lo definisca come un architetto, la sua pratica, dalla scultura all’installazione, dalla fotografia al cinema, è intrisa di un’intensa carica politica e di un profondo interrogativo sulla natura della libertà e dell’identità. La sua voce, potente e inconfondibile, emerge non solo nelle sue opere, ma anche nella sua attività di critico sociale, spesso al centro di controversie e dibattiti globali.

Ai Weiwei, Ai vs AI (2023). Courtesy the artist and CIRCA. Photo: BTS Images, Leroy Boateng.

In questo contesto si inserisce il suo nuovo progetto “Ai vs AI”, commissionato dalla piattaforma CIRCA.ART, e che vede Ai Weiwei immergersi in maniera critica, per la prima volta, nel mondo dell’intelligenza artificiale. Dal 11 gennaio al 31 marzo, un periodo di 81 giorni che riecheggia il tempo trascorso dall’artista nelle prigioni cinesi, Ai Weiwei compare su schermi pubblici in città globali quali Londra, Seoul, Milano, Lagos, Accra, Nairobi, Abidjan e Berlino. Il progetto è quindi un dialogo tra due interlocutori curiosamente omonimi “Ai” e “AI”, entrambi esploratori di nuovi orizzonti nella comprensione umana.

Ogni sera, alle 20:24 ora locale, l’artista si fa portatore di domande che oscillano tra il filosofico e il pragmatico. Queste interrogazioni, che vanno da “Puoi compilare un elenco completo di tutti i prigionieri di coscienza nel mondo?” a “Mi trovo in una superposizione quantistica?” e “Gli Stati Uniti possono continuare a stampare dollari USA?”, risuonano come un eco contemporaneo delle “Domande Celesti”, 172 quesiti rivolti agli dei, scritti da Qu Yuan circa 2.300 anni fa sui muri di un tempio cinese.

Le domande di Ai Weiwei, tuttavia, non rimangono senza risposta. Vengono affrontate sia dagli algoritmi di intelligenza artificiale sia dall’artista stesso, con le risposte condivise sul sito web CIRCA.ART e sui social media. Tra le questioni più provocatorie vi sono: “Chi possiede chi nelle società democratiche?”, “Gli esseri umani anelano alla morte?” e “Quali persone trarrebbero maggior beneficio usandoti durante una guerra?”

L’interrogativo più profondo, forse, è però racchiuso nelle parole dello stesso Ai Weiwei: “Questa non è una questione di libertà di parola. È una questione di libertà di fare domande. Ognuno ha il diritto di interrogare.” In questo labirinto di domande e risposte, il progetto si avvale anche di un’animazione di un drago, simbolo dell’arrivo dell’Anno del Drago di Legno, che presagisce un cambiamento imprevedibile e una trasformazione che richiedono coraggio e cautela.

Ma dove comparirà esattamente Ai Weiwei domani 11 gennaio? Le informazioni sembrano essere svelate in questa pagina misteriosa di CIRCA chiamata Screen Locations. A Milano lo schermo sarà in Piazzale Cadorna, sede centrale di Luxottica, Piccadilly Circus a Londra, Kurfürstendamm a Berlino, la K-Pop Square a Seul, mentre rimangono un mistero Lagos, Accra e Nairobi.

“Ai vs AI” non è solo un’esplorazione artistica o un esperimento intellettuale; è un viaggio attraverso la coscienza collettiva, un invito a riflettere sulla liberazione umana attraverso l’arte del chiedere, piuttosto che nell’arte del rispondere. In questo dialogo tra passato e futuro, tra uomo e macchina, Ai Weiwei ci sfida a considerare la potenza trasformativa delle domande giuste.

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