TvBoy clandestino nella mostra di Banksy

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Un’incursione in piena regola, esattamente come quelle realizzate da Banksy nei musei newyorchesi nei primi anni Duemila, che gli valsero la fama di “imprendibile” (i quadri vennero trovati dai guardiani a fine giornata, ma nessuno vide Banksy all’opera al momento di attaccarle al muro). Un’incursione simile, che ha il sapore dello sberleffo ma anche dell’omaggio all’unico e inimitabile “maestro”, è quella che ha compiuto in questi giorni TVBoy, al secolo Salvatore Benintende, nato in Sicilia e da tempo residente a Barcellona, tra i più celebri street artist italiani, salito agli onori delle cronache negli anni scorsi con le sue parodie attaccate sui muri delle strade delle città italiane ed europee, che spesso ritraevano i volti di politici italiani e stranieri (famosissima quella del bacio tra Salvini e Di Maio al tempo del governo gialloverde, che gli valse le prime pagine di tutti i giornali del mondo).

Oggi, dunque, TvBoy ha realizzato – per la serie del “chi fa l’aspetti” – un’incursione proprio nella mostra di Banksy a Glasgow, alla Gallery of Modern Art. “L’idea”, ci racconta TvBoy, “è nata perché spesso mi hanno paragonato a Banksy, e di fatto io lo considero un maestro, quindi volevo stabilire una sorta di dialogo a distanza con lui e con la sua storia, andando a piazzare illegalmente un mio lavoro nella sua mostra a Glasgow, proprio come lui aveva fatto nei musei inglesi vent’anni fa”. Se il blitz è andato bene (nessun guardiano se n’è accorto, e l’artista ha potuto attaccare indisturbato la sua opera), è stato quando ha voluto “marcare” anche l’esterno del museo che sono nati i problemi: appena ha iniziato ad attaccarla, ci racconta ancora l’artista, “è arrivato un furgone con 5 poliziotti, che mi hanno intimato di toglierlo. Abbiamo aspettato che se ne andassero, poi lo abbiamo riattaccato e ce ne siamo andati”.

Ma TvBoy non si è limitato alla sola incursione nella mostra del suo “maestro”: ha anche tappezzato di opere con il suo classico stile, tra l’ironico e il dissacrante, i muri di Bristol, che è notoriamente la città natale di Banksy. “Sì”, conferma l’artista: “prima di andare a Glasgow, ho voluto fermarmi a Bristol proprio per fare un omaggio nella sua città. È stata un’esperienza molto bella: ho avuto modo di conoscere e chiacchierare con molti ragazzi ed ex ragazzi che l’hanno conosciuto, che avevano lavorato o studiato con lui ai tempi in cui Banksy frequentava il Bristol Youth, uno dei centri giovanili più antichi della Gran Bretagna (l’artista ha anche donato anonimamente alcuni anni fa un dipinto, realizzato su una porta del centro, per aiutare i gestori a superare le loro difficoltà finanziarie, ndr). E mi è piaciuto molto il fatto che, nonostante la sua fama, tutti volessero tutelarlo continuando a mantenere il segreto sulla sua identità. Ho sentito storie e racconti delle loro avventure giovanili, di quando erano scappati dalle retate della polizia o di quando dipingevano e facevano musica assieme nelle zone più vive e multietniche della città”.

Quasi tutti gli interventi che TvBoy ha realizzato a Glasgow riguardavano membri della famiglia reale: c’è la Regina Elisabetta con in mano una foto di Carlo e la scritta “God save my Son”, Kate Middleton e Meghan Markle che indossano abiti da sposa e sventolano una bandiera LGBTQ, la coppia reale Carlo-Camilla con in mano del “Junk Food”, il principe Harry in stile James Dean in “Gioventù Bruciata” (il cui titolo originale era “Rebel Without a Crown”, ripreso oggi da TvBoy come metafora del suo allontanamento dalla Famiglia Reale); e anche un grosso topone (notoriamente, uno dei “simboli” di Banksy) con in mano uno dei più celebri lavori dell’artista. Omaggio, dissing o giocoso sberleffo artistico da allievo a maestro, quel che è certo è che l’operazione-Banksy di TvBoy è stata un successo.

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