Botero: sarà a Milano la prima mostra postuma

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Ha scelto l’Italia come paese in cui riposare in pace per sempre, nella sua amata Pietrasanta, ed è anche in Italia che si celebra la prima retrospettiva postuma dell’artista colombiano Fernando Botero.

Dal 23 novembre al 4 febbraio infatti, 60 opere provenienti dal Museo di Antioquia a Medellín, in Colombia, faranno parte della mostra “Botero: Via Crucis”, in programma al Museo della Permanente di Milano.

Un insieme di opere ( 27 dipinti e 33 opere su carta), realizzati da un Botero ormai maturo a Medellin tra il 2010 e il 2011, che svela il suo lato più intimo e spirituale, ovvero il suo rapporto con la religione e con l’eterno.

Le forme e i consueti volumi eccessivi stavolta esprimono tutto il dolore, la passione e l’umiliazione subita da Gesù Cristo, lasciando da parte l’ironia per concentrarsi sulla pietas.

“Il Bacio di Giuda”, Fernando Botero, 2011

Botero crea quindi una Via Crucis moderna, in cui emergono elementi che accompagnano il contesto storico alla modernità: i soldati romani divengono l’emblema dell’autoritarismo, funzionando come strumenti di un governo oppressivo contemporaneo. In opere come “Il bacio di Giuda” del 2010, “Il Flagello” del 2011 e “Gesù cade la prima volta” del 2011, Botero rappresenta i soldati romani come figure chiave nel processo di arresto, flagellazione e caduta di Cristo, ma altri personaggi come Giuda sono vestiti in abiti moderno, il colore verdastro, presentano giacche, cravatte e orologi: la corruzione dell’animo è arrivata fino ai giorni nostri e tutti siamo traditori.

“Crucifixion”, Fernando Botero, 2011

“Crucifixion” del 2011 ci presenta un Cristo che si erge a Central Park, circondato dai grattacieli di New York, con il Citicorp Building sulla sua destra e l’Empire State Building sulla sua sinistra. Questa sovrapposizione paragona in modo inequivocabile il mercantilismo americano all’imperialismo di Roma, presentando New York come la “nuova Roma”. La massiccia figura di Cristo domina le altre figure, rese minuscole dalla prospettiva accentuata e manierista, evocando la sua grandezza divina che opprime e comanda.

In questa nuova interpretazione, la grandezza e la solennità della figura di Cristo simboleggiano il potere, sia positivo che negativo. Richiamando l’iconografia di Ercole Farnese, una scultura greca nota per la sua circonferenza e forza, Botero suggerisce la potenza dell’animo umano. Tuttavia, questi dipinti di Botero rievocano anche il passato artistico, ad esempio, il verde utilizzato per la figura crocifissa di Cristo potrebbe richiamare le pale d’altare medievali tedesche, in cui il colore verde simboleggia il decadimento, in questo caso, forse, la perdita di fede.

La folla malvagia raffigurata in “Gesù e la folla” del 2010 richiama le rappresentazioni di Hieronymus Bosch o James Ensor del 1889. Tuttavia, Botero gestisce queste scene complesse con una sensibilità unica, evidente nelle linee morbide e delicate dei suoi disegni.

Non ci resta che aspettare fine novembre dunque, per toccare con mano ancora una volta l’audacia e la spiritualità di uno dei più importanti artisti del ‘900 e non solo.

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