A Torino CAMERA offre due mostre sulla fotografia e all’arte italiana

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L’arte e la fotografia negli anni Sessanta e Settanta sono in mostra da CAMERA Torino dal 14 luglio al 2 ottobre 2022.

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografiadi Torino continua la sua missione nel valorizzare il ruolo della fotografia tra i grandi linguaggi del Novecento, in particolare sul rapporto con le principali correnti artistiche del XX secolo.

Dopo la grande mostra dei capolavori del MoMa, CAMERA diventa doppia offrendo due percorsi di visita paralleli dedicati alla fotografia e all’arte italiana degli anni Sessanta e Settanta.

La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967-1977 e Ketty La Rocca. Se io fotovivo. Opere 1967-1975 sono le due grandi mostre, una collettiva e una personale, che saranno presenti a CAMERA fino al 2 ottobre 2022.

Claudio Abate, Installazione Sfere di Sergio Lombardo, Biennale di Venezia, 1970, Courtesy Archivio Claudio Abate

Raccontano il clima di quegli anni in cui le parole d’ordine erano sperimentazione, ricerca e invenzione di nuove forme artistiche.

I veri protagonisti sono gli artisti, come Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Alighiero Boetti, Joseph Beuys, Marina Abramović per citarne alcuni, e la fotografia gioca il ruolo di testimone.

Testimonianza di avvenimenti divenuti iconici come la nascita dell’Arte Povera a Torino oppure della storica mostra tenutasi ad Amalfi nel 1968.

La personale dedicata a Ketty La Rocca invece indaga il rapporto tra fotografia e parola, tra gesto e linguaggio.

Ketty La Rocca, Senza titolo, libro d’artista, 1974 (particolare) © Archivio Ketty La Rocca | Michelangelo Vasta

Attraverso la rielaborazione di immagini iconiche, l’artista reinterpreta la propria calligrafia la storia della fotografia del Novecento in chiave personale.

Ad esempio il mito del viaggio, esploso con il boom economico degli anni Sessanta, viene capovolto in chiave ironica con cartelli stradali della performance Approdo, in una commistione tra arte e vita che caratterizza la produzione di Ketty La Rocca.

Si tratta quindi di due percorsi espositivi accomunati da un’unica azione, il fotovivere, neologismo proprio della fotografa che può estendersi a tutte le manifestazioni artistiche del periodo rese esterne dalla presenza della fotografia.

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