13 libri d’arte per (superare) le vacanze di Natale più casalinghe di sempre

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Per chi ama l’arte, soprattutto quest’anno, un libro rappresenterà una valida alternativa per rinnovare e vivere il nostro rapporto con le esperienze artistiche che viviamo solitamente. Non potendo visitare musei e mostre l’unica cosa che ci resta è farci sorprendere da quello che possiamo leggere nei libri. Nuove storie pronte a farci meravigliare.

Ecco la nostra selezione di libri d’arte per questo Natale 2020

 

LIBRI PER ARTLOVERS IN ERBA

REINVENTA L’ARTE

Per bambini e non solo ecco un invito a riscoprire il lato creativo e artistico nascosto in ciascuno di noi ci viene da “Reinventa l’arte” un curioso libro pubblicato da 24ORE Cultura che ci invita a seguire le orme di Marcel Duchamp. L’artista francese aggiungendo baffi e barba su una cartolina che riproduceva la Gioconda diede vita ad un originale ready-made. All’interno dell’album “Reinventa l’arte” sono riprodotte, perfettamente, tredici opere tra capolavori d’arte e tesori dell’antichità che includono “Ragazzo dai capelli rossi” di Amedeo Modigliani, “La Venere di Milo”, gli autoritratti di Durer e di Vincent Van Gogh. Completano la pubblicazione gli stickers, da attaccare, staccare e riattaccare per potersi sbizzarrire a far cambiare espressioni, far vestire alla moda o aggiungere accessori impensabili ai personaggi di queste splendide opere. Bisognerà essere irriverenti e allenarsi a reinventare l’arte e di conseguenza anche se stessi. Giocare non è mai stato così indispensabile!

BANKSY raccontato ai più piccoli

Banksy è ormai sulla bocca di tutti. Per chi volesse “spiegarlo” a nipoti e/o figli, il consiglio è quello di acquistareil libro di Fausto Gilberti. Il racconto è affidato a Banksy in prima persona e parte dalle origini della sua passione per i graffiti elencando poi tutte le “bravate” organizzate nel corso degli anni. Banksy ricorda quando ha fatto vendere le sue opere su una bancarella da un venditore ambulante o ha guidato un camioncino carico di peluche mentre era resident artist a New York. Poi narra di quando ha disegnato in Cisgiordania sul muro di separazione beffando l’esercito israeliano, di quando ha appeso una sua opera al Louvre eludendo la sicurezza o di quando nel 2015 ha dato vita al parco giochi più triste della storia Dismaland. Il Banksy di Gilberti assomiglia molto al supereroe della porta accanto, capace di combinarne di tutti i colori e di far parlare di sé tutti i media ma alla continua ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo.

 

 

 LIBRI PER ARTADDICTED INCALLITI

 

COME RISCOPRIRSI CREATIVI con un’artista fallito

All’inizio potrà sembrare contradditorio che il critico Jerry Saltz, proprio dopo aver vinto nel 2018 il Pulitzer nella sezione critica per il suo personale racconto di artista fallito, abbia pubblicato un manuale tascabile su come diventare artisti, con tanto di esercizi e consigli pratici. Ma la storia personale di Jerry Saltz e i suoi consigli non possono essere liquidati così. Il suo è un libro pieno di suggerimenti, raccomandazioni, idee per rinnovare quotidianamente la propria vita, per renderla più creativa, per cambiare approcci, per cambiare prospettiva o annullarla definitivamente. In pochissime pagine si parla di arte, e quando c’è non si arriva all’arte. È un libro in cui le arti sono il pretesto per parlare della vita. Dopotutto infatti, non importa se artisti o aspiranti tali, creativi o non, chiuso il libro passeremo alla nostra prossima occupazione: la vita. Ma con un approccio diverso. Perché no?

 

UNA PANORAMICA SULL’ARTE CONTEMPORANEA

Non deve essere un caso se proprio nel 70º anniversario dalla prima pubblicazione del longseller di Ernst Gombrich “La storia dell’arte”, Einaudi ha pubblicato il libro di Tony Godfrey “L’arte contemporanea – Un panorama globale”. Fedele al libro cui dice di essersi ispirato, Godfrey ha scelto di seguire  una delle massime di Gombrich “(…) non esiste in realtà una cosa chiamata arte. Esistono solo gli artisti“ e infatti  i veri protagonisti del suo libro sono loro. Egli li fa parlare tutti e oltre alle pregevoli immagini il libro è ricco di citazioni e storie in cui gli artisti presentati svelano e approfondiscono il loro fare arte. Quello che è apprezzabile del lavoro di Godfrey è lo sforzo che egli fa di creare connessioni tra la Storia del mondo e le storie degli artisti, cercando di intrecciare gli eventi della Storia che si proiettano su scala globale al fare artistico locale di ogni protagonista raccontato. La ricerca di Godfrey non manca di cercare risposte alle domande che molti si pongono quando ci si confronta con  quella che definiamo arte contemporanea: che cosa significa? perchè è davvero arte? a chi è destinata e a cosa serve? perché costa così tanto? E per concludere l’arte è solo una massa di merci in vendita, o il suo scopo è cambiare il mondo? Non possiamo nemmeno immaginare quante risposte siano possibili, resta però vero che sembra sia rimasta solo l’arte contemporanea con questo anelito di voler cambiare e incidere sulla realtà: non siete d’accordo?

 

CAPIRE GERHARD RICHTER 

Il libro “Gerhard Richter” curato da Benjamin H. Di Buchloh, edito da Postmediabooks, è un’imperdibile raccolta di saggi sulla ricerca artistica, sulle opere e sul significato del fare arte per Gerhard Richter. Le letture non svelano immediatamente l’universo dell’artista tedesco, considerato tra i più importanti pittori contemporanei. Questo infatti è un libro “enzimatico” capace di stimolare interrogativi e di istillare riflessioni nel tempo. Ad aprire e chiudere il libro ci sono due interviste, fatte dal curatore all’artista nel corso degli anni, la prima del 1986 mentre la seconda è del 2004. Dalle sue stesse parole scopriamo che Richter fu folgorato da Jackson Pollock e da Lucio Fontana alla Documenta di Kassell nel 1958 e ispirato dalla loro impudenza, ventiseienne, decise di lasciare la Germania dell’Est per cercare la libertà artistica nell’Ovest. Come egli stesso ha affermato “L’arte richiede di essere libera… Nelle dittature non c’è arte, nemmeno cattiva arte”. Questa ricerca non si è mai fermata, anzi. Nella seconda intervista quando Buchloh cerca di chiedergli cosa pensa del futuro della pittura, Richter sembra abbastanza pessimista. Ma non smette di essere fiducioso e afferma “anche il presente ha il suo momento di promessa”. Sembra ribadire uno dei suoi pensieri più citati “l’arte, la più alta forma di speranza” e di questi tempi vale come consiglio.

 

ALLA RICERCA DEL CAMBIAMENTO CON CHRISTO E JEAN CLAUDE

La moglie di un generale francese incontra a Montmartre un giovane artista che per pochi soldi dipinge e disegna. Scopre ben presto che il ventenne è un esule in fuga dalla Bulgaria comunista e decide di invitarlo a casa per commissionargli un ritratto della sua giovane figlia. I due ragazzi scopriranno presto di essere nati lo stesso giorno e nello stesso anno. Inizia così non solo una grande storia d’amore, ma un sodalizio artistico che ha segnato la storia dell’arte contemporanea. I due artisti sono Christo e Jeanne-Claude e la storia la potete leggere in “Trasformazioni – L’arte nascosta di Christo e Jeanne-Claude” di Zornitza Kratchmarova edito da Morellini. Tutto il libro sembra ispirarsi a quest’incontro. Ogni capitolo, infatti, racconta sia i progetti artistici sia alcune delle relazioni che i due artisti hanno progressivamente intessuto nel corso degli ultimi quarant’anni con le persone che hanno conosciuto mentre preparavano le loro opere più importanti. Leggendo il libro si rimane affascinati dalla capacità dell’arte di trasformare le persone. Mentre vengono raccontati la genesi, lo sviluppo e la fine di ogni progetto che andrà a modificare temporaneamente un parco, un pezzo di costa, un lago, ci si rende conto che in realtà sono le persone che vengono trasformate e che si sentono cambiate dopo aver incontrato Christo e Jeanne-Claude.

 

 

LIBRI PER IRRIDUCIBILI AMANTI DELL’ARTE

 

OUTSIDERS

Il fenomeno editoriale di “Outsiders”, due libri in pochi anni, nasce dalla passione di Alfredo Accatino.  L’autore dal 2010 guidato dalla curiosità e da una passione ingombrante per l’arte,  scrive sul suo blog  cercando di fissare la memoria di opere e di artisti che pur essendo outsider o proprio perché erano fuori dagli schemi non ce l’hanno fatta a diventare famosi . La maggior parte delle storie, più di 70 in tutto, sono di persone che hanno vissuto, loro malgrado, nel secolo meno ospitale della Storia perchè ebrei, omosessuali o donne. Persone nate povere o fin troppo ricche perché le famiglie approvassero la loro vocazione. Molti sono stati sconfitti dalla loro passione, ma non hanno mai rinunciato a viverla e hanno continuato, nonostante non fossero riconosciuti, a fare arte. Sono stati precursori e anticipatori di stili e approcci. Non hanno potuto integrarsi con i gruppi culturali dominanti e non hanno fatto parte di cordate artistiche. Ignorati dai critici del tempo, o ostacolati e uccisi dai regimi che loro stessi hanno cercato di combattere o di cui svelavano le ipocrisie. Hanno tutti vissuto “solitudini parallele”. Alcuni di loro sono stati criminali, altri potrebbero essere iscritti nel calendario dei santi laici. Tutte le vite di “Outsiders” meritavano di essere trascritte perché sono di esseri speciali che hanno cercato sempre di vivere la propria esistenza non riuscendo a rinunciare alla cosa che faceva battere il loro cuore: l’Arte. Proprio come noi.

 

TUTTO SU QUELLO CHE UN DIPINTO NASCONDE

Perché Caravaggio ha dipinto un’ombra a forma pesce nel suo “Cena in Emmaus” e perché William Turner nel suo capolavoro “Pioggia, vapore e velocità” ha inserito tanti elementi lasciando vuoto il centro del dipinto? Perché il seno nudo della Madonna di Melun non è mai stato censurato? Cosa si nasconde dietro le macabre e surreali creature che vivono nei dipinti di Hieronymus Bosch? Quale incubo sta mettendo in scena Géricault ne “La zattera della Medusa”? Con la pittura è possibile fissare in uno spazio circoscritto una quantità inimmaginabile di dettagli. L’essenziale, nei dipinti, non è invisibile agli occhi. Tutt’altro. Per cogliere certi dettagli però bisogna allenarsi e la prima regola è che non bisogna sottovalutare nessun elemento di un dipinto. Jacopo Veneziani, con il suo libro edito da Rizzoli “#Divulgo – Le storie della storia dell’arte”, svela con paragoni accattivanti, alcuni degli elementi che 35 artisti, da Giotto a Van Gogh, da Arcimboldo a Manet senza dimenticare Tiziano e Velazquez, hanno racchiuso nei loro lavori. E davvero non importa quanti anni siano passati dalla loro realizzazione, quando guardiamo un dipinto o una scultura “improvvisamente gli artisti si fanno presenti, sembrano stare al nostro fianco e ci parlano”. Buon ascolto e buona chiacchierata!

 

 

LIBRI PER APPASSIONATI DI FUMETTI E ROMANZI GRAFICI

 

MARK ROTHKO IN UNA BIOGRAFIA A FUMETTI

Immaginatevi in età adulta mentre dialogate con voi stessi da bambini, per un bilancio esistenziale o una litigata con il fanciullo che eravate e che è ancora dentro di voi. È quello che succede al pittore Mark Rothko, nella graphic biography edita da Centauria. Con le illustrazioni di Giovanni Scarduelli e i testi di Francesco Matteuzzi ci si può immergere, in meno di 60 pagine, nell’intensa vita dell’artista conosciuto per i suoi iconici dipinti della maturità. L’intero percorso artistico e la ricerca del proprio posto nella storia dell’Arte viene raccontato in prima persona da un Rothko anziano in perenne conflitto con Rothko bambino. Nel fumetto si fa riferimento all’esperienza dell’insegnamento che per oltre 20 anni vide Rothko rapportarsi con bambini e ragazzi. Questo periodo influenzerà molto la visione dell’arte di Rothko. Nei suoi scritti appuntò: “questi bambini hanno idee spesso acute, che esprimono con vivacità e stupore, riuscendo a trasmetterci quello che provano”. Quello che molti riconoscono all’arte di Rothko, e che lui riconosceva nei suoi studenti, è proprio la capacità di stupire, di aprire nuove visioni, di dipingere quelle che lui definisce le emozioni fondamentali. Tra i suoi scritti appunta “io penso che il colore, aiutato dalla luce, entri in relazione con l’anima e comporti conseguenze emotive inattese” e per riuscire in questa sua missione, Rothko si confronterà con le tele di grande formato. Per far sentire l’osservatore come se facesse parte dell’opera, come se fosse stato risucchiato nel quadro e trasformare la tela in un’esperienza totalizzante. Forse è proprio questo il prodigio cui fa riferimento il titolo del fumetto: il miracolo della pittura. Cui Rothko ha dedicato l’intera esistenza.

 

DUCHAMP – UNA VITA READY MADE

“D’altronde sono sempre gli altri che muoiono” è l’inizio della graphic biography sulla vita di Marcel Duchamp, scritta e disegnata da Sergio Rossi ed Emanuele Racca e pubblicata da Centauria, nella collana delle vite d’artista. Non è un controsenso cominciare a raccontare la vita di un artista con l’epitaffio scritto da lui stesso. Duchamp, infatti, non è mai morto e l’influenza che ha esercitato sugli artisti e sull’arte contemporanea non si è mai fermata. La maggior parte di noi associano Duchamp solo all’orinatoio ma grazie a questo fumetto finalmente si può, mentre si gioca idealmente a scacchi con Duchamp (una sua grande passione!), farsi raccontare da egli stesso una buona parte della sua vita e della sua idea dell’arte. Messa da parte la pittura, per mantenersi egli ha partecipato a tornei di scacchi, guidando la nazionale francese, ha lavorato come bibliotecario, venduto dipinti di altri artisti e scritto libri. Tutto questo gli ha permesso di mettere da parte i pennelli e gli ha regalato il tempo di riflettere sulla sua concezione dell’arte: liberare l’arte e l’artista dalla aurea, andare oltre la “pittura retinica” che colpisce solo l’occhio, lasciare agire il caso escludendo “la mano” dell’artista per produrre arte e infine eliminare l’artista stesso. Leggere questa biografia invoglia ad approfondire la sua visione dell’arte e sulla figura dell’artista, su cui egli stesso ha riflettuto lungo tutta la sua vita e con la sua stessa esistenza, tanto da arrivare ad avere un alter-ego femminile Rrose Sélavy, un ready-made vivente. Chi leggerà il fumetto scoprirà anche cosa successe alla Biennale del 1978 quando una sua opera fu portata in tribunale… Ma questa è un’altra storia e merita di essere letta nel fumetto.

I GATTI DEL LOUVRE

Nelle soffitte del Louvre, vive un’enigmatica colonia felina. Qualcuno, come il guardiano Marcel, sa della loro esistenza e anzi li accudisce e li nutre, altri come la guida Cecile, che ne ignoravano la presenza, si fanno ben presto conquistare dalle avventure di questi speciali felini parigini. Tra loro poi si nasconde un gatto speciale che fa parte dei “visitatore dei dipinti”. Sono esseri unici, speciali, che riescono ad ascoltare la voce dei dipinti e quando vogliono possono addirittura entrare in essi e vivere fantastiche esperienze all’interno. Persino il temutissimo responsabile dei restauratori del Louvre, invidia i visitatori dei dipinti perché, a differenza sua che può solo toccarli, essi possono tuffarvici dentro. A questo gatto speciale toccherà vivere qualcosa di unico e viaggiare nel tempo e nello spazio per sanare una vecchia ferita che coinvolge un dipinto poco conosciuto intitolato “I funerali di Amore”. Una volta che si entra all’interno di un dipinto ‘non c’è nulla che possa ferirti, i fiori sbocciano all’infinito, nessuno muore e il vento soffia sempre. È uno splendido sogno senza fine’. Non deve essere un caso che il maestro mangaka Matsumoto abbia scelto i gatti per raccontare questa storia che racconta il Louvre e le sue stanze piene di storia dell’Arte da un punto di vista inedito. Proprio tra le poesie ispirate dai gatti ne troviamo alcune di Charles Baudelaire che nei “I fiori del male” scrisse a proposito dei gatti “amici della scienza e della voluttà essi cercano l’ombre, i silenzi, i misteri… quando in nobili pose giaccion pensosi e immoti, paiono grandi sfingi che in deserti remoti smemora a poco a poco un sogno senza fine”.

 

RAFFAELLO E IL RINASCIMENTO IN UN FUMETTO

Nella ricorrenza dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio , Ernesto Anderle e Chiara Stigliani sono riusciti nell’intento di raccontare la ricchissima, seppur breve, vicenda biografica di Raffaello facendosi aiutare da Giorgio Vasari e dalle lettere e dai versi dello stesso Raffaello, che come le rockstar fu segnato dal destino del live fast, die young. Pittore, poeta, architetto, disegnatore: solo la morte avrebbe potuto fermare la vitalità di questo genio dell’arte e delle pubbliche relazioni, come si direbbe oggi. Raffaello è stato discepolo del Perugino, giovane amico del Pinturicchio, ammiratore di Leonardo e di Michelangelo, entrambi co-protagonisti del fumetto, che per inciso è anche un’ode al Rinascimento. Il libro racconta un’artista curioso e ostinato, che davanti ai giganti dell’arte, non si è impaurito, ma rispettosamente si è messo ad imparare per poter ambire a traguardi sempre più importanti. E poi, nonostante la giovane età, fu capace di conquistare e mantenere la fiducia di papi e nobili le cui richieste erano sempre più assidue. Il punto debole di Raffaello era la sua anima “amorosa et afezionata alle donne” tant’è che il fumetto si apre proprio con un suo sonetto e i seguenti versi “tanto ardo, che né mari né fiumi potrebbero spegnare quel fuoco”. Purtroppo a soli 37 anni, con molta probabilità proprio a causa dei suoi eccessi amorosi, una malattia stroncò la sua esuberanza artistica ma non ha spento la fiamma della sua arte. Succede solo a pochissimi artisti: Raffaello è uno di questi da 500 anni.

 

PER APPASSIONATI DI FOTOGRAFIA

 

COSA PUÒ PROVOCARE UNA FOTOGRAFIA

Ogni minuto su Facebook vengono caricate 147.000 foto mentre su Instagram vengono postate 347.222 storie dice un recente report. “Però che nel mondo ci siano tante immagini è diventato un cliché vuoto, anche perché non è una lamentela recente”. Così ha scritto David Campany, scrittore e curatore d’arte, nel suo ultimo libro pubblicato da Einaudi e intitolato ‘Sulle fotografie’. A quanto pare già negli anni 20 e 30 del Novecento c’erano, soprattutto in Germania, molti critici che parlavano di “foto-inflazione”. Ma non dobbiamo preoccuparci perché il libro in questione non è un saggio sociologico sulla fotografia. Il libro di Campany è una dichiarazione d’amore nei confronti delle fotografie. Una dichiarazione d’amore che vede solo le fotografie, 119 per la precisione, più una ghost track, come le vere protagoniste.

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