Soggiorni d’arte, Art Hotel a Milano

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Rilassarsi con la cultura, quattro hotel milanesi dove godere di opere d’arte contemporanea. Hotel che si vestono da museo per avvicinare i loro ospiti a quelle che sono le nuove tendenze, spesso anche lontane dalle direttive del mercato.

Questo tipo di strutture è molto di moda negli ultimi tempi, ma affonda le radici in una tradizione più lunga di quanto si possa immaginare. Ricorda infatti le storiche residenze per artisti: un tempo gli alberghi e le residenze di charme, erano luoghi in cui scrittori, pittori e compositori si ritiravano in cerca d’ispirazione. Era l’epoca del Grand Tour, l’epoca d’oro del viaggio, gli artisti abitavano tra le stanze di alberghi e ville, immergendosi nella bellezza del luogo, per stimolare creatività e visioni. Immersi tra quadri di artisti famosi, arredi e sculture di pregio.

Oggi il sogno di tanti è proprio quello di passare una notte all’interno di un museo per addormentarsi dentro un’opera d’arte, e di sentirsi ispirati da questi luoghi come gli intellettuali di un tempo. E allora vediamo dove è possibile, già oggi, realizzare questo sogno. Partendo da Milano, da sempre capitale economica d’Italia, ma oggi sempre di più anche capitale dell’arte, oltre che della moda e del design.

Abbiamo scelto quattro hotel di grande livello, ognuno con una tipologia diversa e molto particolare: il design, l’arte contemporanea italana e internazionale, la street art e il Pop.

Nhow Milan: Design e Fuori Salone

E allora partiamo proprio dal design, che a Milano da tempo ha il suo centro più vitale e più conosciuto in tutto il mondo. E non c’è dubbio che l’hotel che maggiormente ha sposato l’idea del design – anche per il luogo in cui è situato, via Tortona, storico cuore del Fuori Salone milanese, in piena zona Navigli – sia il Nhow Milan.

Affacciato praticamente davanti a un museo oggi molto frequentato e attivo – il MUDEC o Museo delle culture (che fino al 10 marzo ospita la bellissima mostra su “Rodin e la danza” e fino al 28 gennaio la mostra immersiva e tecnologica dedicata a “Van Gogh pittore colto”), il Nhow è uno dei primi art hotel nati a Milano: incentrato sul design ma anche sull’arte più fresca e innovativa, è da sempre un luogo espositivo in continua evoluzione, che diventa ogni sei mesi galleria, museo, luogo d’incontro, crocevia di tendenze, con la collezione di opere d’arte di artisti internazionali. Nato nell’edificio della vecchia fabbrica della General Electric, completamente ristrutturata e riconvertita, l’hotel si distingue soprattutto per i numerosi pezzi di design presenti nei vari ambienti, come i candelabri Medusa di Jacopo Foggini della hall o la poltroncina disegnata da Matteo Thun per Frau o le lampade della serie Choose di Artemide, adeguandosi perfettamente al carattere del quartiere che ormai da più di vent’anni è considerato il fulcro e l’anima del Fuori Salone, la settimana in cui tutta la città è invasa da eventi e mostre dedicate al design: proprio qui, infatti, a due passi dall’hotel, al Superstudio Più, è nato il concept della manifestazione che porta ogni anno a Milano decine di migliaia di visitatori.

E difatti, ogni anno, per il Salone del Mobile, anche il Nhow Hotel si riempie di oggetti e di opere per mostre ed eventi speciali che illustrano le nuove tendenze del design italiano e internazionale. Dal grande e modernissimo foyer sono passate le opere di artisti, designer italiani e internazionali, ma anche di street artist italiani già affermati come Kayone e Cheone, e di esponenti di spicco del new pop, come Tomoko Nagao, Francesco De Molfetta, Anna Muzi, Antonella Casazza, Ludmilla Radchenko, Alessandra Pierelli.

Attualmente, al Nhow è ospitata una mostra collettiva, a cura di Alessia Bennani, che rimarrà aperta fino al 20 maggio 2024, intitolata “The flow of the future”, Il Flusso del futuro, incentrata proprio sul rapporto tra arte e design, e in particolare sul tema dell’acqua e della fluidità, intesa come flusso vitale che scorre e sostiene il pianeta. Una mostra, dunque, che guarda al design e all’arte in relazione al tema della sostenibilità. “L’obiettivo del progetto espositivo”, spiega la curatrice, “è invitare lo spettatore ad immergersi con consapevolezza e responsabilità in un futuro sostenibile attraverso un flusso, caratterizzato dalle trasformazioni urbane e dall’impegno verso la tutela ambientale”. Tra gli artisti presenti in mostra, Massimo Catalani, Eward Spitz, Domenico Pellegrino, Giangaetano Patané e Davide Medri.

Galleria Vik: Il meglio dell’arte italiana e internazionale

Nel salotto buono dei milanesi è situato il Galleria Vik Hotel, nato da un’idea di Alexander e Carrie Vik, che apre le sue finestre proprio sulla Galleria Vittorio Emanuele II.

Più di ottanta stanze, la maggior parte delle quali affacciate su Galleria Vittorio Emanuele, dove si sono create sinergie con diversi artisti, e con diversi linguaggi, tra fotografia, scultura, installazioni, pittura. Tutte di gran livello: artisti affermati, già presenti sul mercato, pochissimi e super selezionati i giovani.

Poche e altrettanto selezionate le stanze dedicate ad artisti internazionali – come la bellissima suite dedicata al cinese Liu Bolin, famoso per le foto in cui si “minetizza” con lo sfondo, o la stanza dedicate a quello che viene considerato l’erede spirituale di Helmut Newton, il fotografo polacco Szymon Brodziak (che ha anche una mostra in corso attualmente al primo piano dell’hotel, con oltre 30 fotografie originali mai esposte prima in Italia), e quella dedicata a Julian Lennon, cantautore ma anche artista visivo, figlio di John Lennon. Per la maggior parte, le altre stanze sono realizzate da artisti italiani.

La stanza di Leonida De Filippi.

La hall è decorata con una riproduzione della scultura in bronzo “Il pensatore” di Auguste Rodin, tra le poche autorizzate e uscite dalla stessa fonderia in cui le forgiava il maestro francese, e le pareti sono state affrescate dall’artista italiano Alex Folla con la moglie Elena Trailina. L’affresco presenta in primo piano otto figure mitologiche che reggono il mondo.

Lungo un mix davvero unico di mobilio moderno e vintage, ogni stanza dell’hotel è stata decorata con opere d’arte di oltre 90 artisti italiani e internazionali: il cliente può così scegliere con quale stanza d’artista condividere il suo soggiorno milanese. Nelle stanze ideata da Marta Mez, dove le rigorose linee dell’artista ricordano le facciate dei palazzi razionalisti milanesi; da  Paolo Cassarà, che lavora con la scultura
policroma in resina e terracotta e ritrae con divertita ironia, i cambiamenti  della società contemporanea; da Ali Hassoun, l’artista di origini libanesi che mescola le influenze culturali della sua terra d’origine con icone, simboli e immagini tratte dalla storia della cultura occidentale e dall’iconografia artistica contemporanea, e da Andrea Zucchi, con i suoi disegni di ispirazione orientale, che ha creato un ambiente immersivo dall’effetto straordinario;​​​​​​​​​ da Florencia Martinez con la sua inconfondibile arte tessile sui temi dell’identità e della memoria; o in quella decorata da Felipe Cardeña, artista noto per i motivi floreali dei suoi quadri, ma anche per quelliu realizzati con mix strabordanti e ipercolorati di stoffe multietniche con inserimenti di perle, collane, pizzi, strass e ricami.

La stanza di Pino Pinelli.

Vengono anche creati mensilmente diversi progetti espositivi. Dalle sale del Vik sono passati molti artisti internazionali, da Cheri Samba a Liu Bolin, da Nina Surel a Frédéric Bruly Bouabré, e poi nomi di spicco della scena italiana di oggi, come Marco Nereo Rotelli (a cui è stata dedicata anche una mostra nel 2022), Pino Pinelli, Marco Lodola, Max Papeschi, Tomoko Nagao, Francesco De Molfetta, Marco Casentini, Leonida De Filippi e Dany Vescovi, oltre a nomi storici importanti, da Pino Pascali a Mario Schifano a Carlo Maria Mariani.

La stanza di Carla Mura.

Dopo la mostra di Brodziak, per febbraio sarà prevista la personale dell’artista Sara Forte, che utilizza vetro di murano e dischi di silicio per opere in bilico tra tradizione e innovazione, eleganza e fragilità, e a marzo quella di Carla Mura, dedicata al tema dell’identità femminile.

Il Vik Hotel vuole essere, quindi, un contenitore di arte, che interagisce non solo con gli ospiti dell’hotel, ma anche con il territorio.

La hall dell’hotel con un murale di Peeta+Joys.

Nyx: La Street Art nell’hotel

Lo street hotel per eccellenza, si chiama Nyx, come la dea notte per gli antichi greci, è vicinissimo alla stazione centrale, e ha deciso di portare la strada nell’hotel e in qualche modo l’hotel in strada, e per farlo si è avvalso della collaborazione di artisti internazionali, ma con una particolare attenzione alla scena artistica milanese.

Ad accogliere gli ospiti, infatti, ci sono due provocatorie sedie del duo milanese UrbanSolid, un Adamo ed Eva tridimensionali.

Una veduta del piano terra con un murale di Yama11 + Joys e Peeta.

Ognuno dei suoi 12 piani ospita il lavoro di un artista, ognuno con il proprio stile, in quella che diventa una sinfonia di tecniche e colori. Il progetto è curato da Daniele Decia e Stefania Sarri, fondatori della galleria d’arte diffusa Question Mark, con sedi a Milano e in Liguria, a Finale Ligure.

Così al primo piano troviamo Andrea Casciu con Sun and Moon, un doppio autoritratto contrapposto, due volti “barbuti” rivolti verso il sole e la luna e uniti da fasce colorate celesti che rimandano a universi paralleli. All’ottavo – ETNIK – la sua ricerca artistica parte dall’evoluzione tridimensionale della sua tag, in cui la lettera si trasforma in un volume che nasconde il nome del suo creatore. Le visionarie immagini di Jair Martinez all’undicesimo.

Una veduta di un corridoio con un murale di Yama11.

Fabrizio Sarti, in arte Seacreative, con uno stile lineare e dettagliato, ha creato dei personaggi attoniti immersi in una realtà, senza luogo e senza tempo.

I graffiti si alternano alle tempere in un crescendo, per arrivare alla terrazza vista Piazza Duca d’Aosta, dove un’enorme “femme fatale” creata da Neve accoglie il visitatore per godere il panorama racchiuso in una boccetta di “Essenza di Milano”.

Nel cortile interno una grande parete decorata dall’artista torinese Vesod, mentre il patio è invaso dalla crew EAD, di cui fanno parte JoysPeetaYama11. I tre writers fanno danzare le loro lettere tra le colonne e la parete.

Guardando il cortile dall’alto, si vede un buco nero che si espande sul tetto del palazzo sottostante, intervento creato da Astro per la copertura del dehor, un’illusione ottica perfettamente riuscita.

Una veduta di un corridoio con un murale di Skan.

Un progetto temporaneo, che si rinnova periodicamente, è la mostra di Alessandro D’Aquila che durerà sino al 12 marzo, l’esposizione è un viaggio attraverso i più iconici marchi della pubblicità interpretati nel linguaggio Braille, protagonista assoluto del lavoro dell’artista, che sul suo sito racconta: “La società contemporanea venera il Lògos. Il Brand è il nuovo Verbo Universale da venerare e si è in grado di comprenderlo anche senza poterlo leggere. Il Lògos è Dio”.

Collini Rooms: Pop Art ed eroi Marvel

Per finire, ecco l’hotel più Pop di Milano: il Collini Rooms. Un Art Hotel che si definisce non convenzionale, in uno spazio super contemporaneo dove gli elementi di design si fondono con l’arte, e l’accoglienza è quella di un grande, modernissimo parco dei divertimenti in stile iperpop, uno zoo-safari in bilico tra Jurassik Park e una mostra d’arte futuristica, una specie di fantasmagorica “camera delle meraviglie” neobarocca, straboccante di forme, animali finti che paiono veri che ci accolgono in un misterioso paesaggio psichedelico, a metà tra passato remoto e futuro, dall’aspetto frizzante, sorprendente, divertente (ma anche gli animali veri sono i benvenuti, avvertono sul sito, senza alcun supplemento: “al suo arrivo, il cane ospite troverà in camera brandina, ciotole e croccantini apposta per lui”!).

Una vera e propria giungla animata e colorata accompagna il viaggio all’interno dell’hotel, tra giochi vintage, riproduzioni di animali e insegne cult che occupano un’intera ala. Qui si incontrano i mondi Hollywood, Marvel e Disney: i personaggi del mondo del fumetto, tridimensionali, compaiono in ogni parte della struttura, con l’Uomo Ragno che si arrampica alle pareti del ristorante, Hulk che saluta gli ospiti all’ingresso, i personaggi di Star Wars che presiedono ai tavoli del ristorante, i velociraptor di Jurassic Park che accompagnano l’aperitivo sul ristorante panoramico nel roof, Ronald Mc Donald che riceve gli ospiti nel corridoio. Per gli appassionati di fumetti, cinema fantastico, effetti speciali e cartoon, questo spazio è il paradiso.

Lungo le pareti, ecco però anche l’arte con la “A” maiuscola, con gli affreschi di Federico Unia – in arte ‘Omer’ – che contrappone il sacro e il profano, uomo e animale, arte classica rivisitata e cultura pop. Esponente di spicco della street art milanese – in quanto esponente storico della TDK Crew, una delle realtà notoriamente più forti e radicate nell’ambiente del graffiti writing italiano –, Federico Unia è oggi uno dei nomi del new pop italiano più interessante e innovativo, che ha lavorato molto, con intenti di descralizzazione divertita e intelligente, dell’universo pop dei fumetti e dei cartoon, soprattutto con i personaggi della Marvel. Nei suoi quadri, l’artista rappresenta infatti dei supereroi umanizzati e problematici, mostrando il loro declino nell’epoca contemporanea. I supereroi, come Capitan America, Wolverine e Superman, si vedono obbligati a sottoporsi a sessioni continue di palestra per mantenere un fisico tonico. Flash lotta con il peso a causa di cattive abitudini alimentari, mentre Batman e Superman cercano di recuperare la loro notorietà sui social media. Anche le eroine come Catwoman e Superwoman devono allenarsi costantemente per mantenere un corpo perfetto. L’artista evidenzia le sfide personali e la vulnerabilità dei supereroi nell’affrontare le pressioni del mondo moderno. Più pop di così non si potrebbe!

Di dimensioni medio-grandi – 50 camere e 5 suite –, l’hotel Collini Rooms è un progetto fortemente innovativo, in una zona in via di grande riqualificazione per Milano: sempre in via Mecenate sono infatti nati, negli ultimi anni, oltre a numerosi studi fotografici e di produzione, anche il distretto della moda Gucci Hub, nel sito della ex-fabbrica aeronautica Caproni, che riunisce insieme per la prima volta gli uffici milanesi del marchio, gli showroom, lo spazio per le sfilate, oltre a uffici grafici, studi fotografici, mensa e ristorante. E, proprio di fronte, la bellissima e grande sede, in stile newyorchese, su tre piani, di una galleria importante nel panorama italiano, la M77 Gallery.

Quella degli Art Hotel è una tendenza in gran fermento e in continua evoluzione, vi terremo aggiornati…

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