L’opera di arte in natura più grande al mondo sarà rasa al suolo

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Come fosse una fastidiosa presenza, l’amministrazione comunale di Lodi ha deciso di tagliare la testa al toro: la Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri sarà presto abbattuta. E questo non va affatto bene.

Non è certo un felice epilogo quello della Cattedrale Vegetale di Lodi, opera monumentale realizzata in onore del grande artista Giuliano Mauri, mancato nel 2009. Un fallimento che certo non riempirà le pagine dei giornali, ma che ancora una volta mette in luce la poca considerazione che alcune amministrazioni pubbliche del nostro paese hanno verso l’arte, e verso la grande importanza sociale e formativa dell’arte contemporanea.

cc Associazione Giuliano Mauri, foto Alessandro Cappella

Siamo del 2010 quando il comune di Lodi, all’epoca amministrazione PD, decide di dar vita ad un progetto artistico di bonifica della sponda del fiume Adda. Una zona all’epoca abbandonata a se stessa, a ridosso della città, dove si decide di costruire un’opera monumentale che l’artista Giuliano Mauri aveva  progettato prima di morire. Mauri è stato uno dei principali esponenti italiani dell’arte ambientale, realizzatore di architetture vegetali volte a dar vita a dialoghi con i luoghi che le ospitano e le hanno ospitate. Il progetto prende vita, e nell’area dell’Ex Sicc viene innalzata la sua opera, composta da 108 colonne di legno volte alla protezione di altrettante piccole querce, dando vita per l’appunto ad una vera e propria cattedrale naturale. La più grande opera in natura del mondo.

 

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Il lavori di costruzione durano addirittura 7 anni, e nel 2017 Philippe Daverio inaugura la Cattedrale Vegetale di Lodi, simbolo di rinascita. Ma in pochi mesi, il tracollo. Cambia amministrazione, e sale la Lega. La manutenzione della delicata opera viene completamente trascurata, causando un velocissimo deterioramento, accentuato dalle difficili condizioni climatiche della zona. Iniziano i crolli, e oltre 70 delle 108 colonne cadono una dietro l’altra, nei mesi, senza che nessuno intervenga per tutelare la cattedrale. Quando ci si trova davanti a una situazione come questa, la logica vuole che si corra ai ripari: la cattedrale non è costata solo denari (pubblici e privati) e 7 anni di lavoro. La cattedrale è arte, è un simbolo. La cattedrale è l’arte che diventa riqualificazione, che manifesta al massimo la sua funzione sociale. E, come abbiamo ripetuto centinaia di volte, è molto più importante che questo tipo di operazioni avvengano in luoghi come Lodi, piuttosto che a Londra e New York. Ma l’amministrazione attuale non sembra sentirci da quell’orecchio, e così la sentenza. Nessun recupero: la cattedrale sarà presto rasa al suolo, come fosse un fastidio di cui sbarazzarsi.

 

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