L’artista Nicolas Party in mostra al museo MASI di Lugano

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Nicolas Party, Still Life, 2020, Pastello morbido su tela, 150.3 x 120 cm. Courtesy l’artista e The Modern Institute/ Toby Webster Ltd., Glasgow. Foto: Adam Reich © Nicolas Party

Il Museo d’arte della Svizzera italiana presenta la prima grande mostra monografica di Nicolas Party allestita in un museo europeo.

Visitabile dal 27 giugno 2021 al 9 gennaio 2022, questo progetto immersivo crea un universo straniante, contraddistinto da audaci contrasti cromatici, avvolgenti forme architettoniche e inaspettate decorazioni trompe l’œil, all’interno del quale sono messe in scena le sue magnetiche opere: ampi dipinti murali site-specific, intriganti sculture policrome e luminosi dipinti a pastello.

Questo ambizioso progetto espositivo è stato concepito dall’artista espressamente in relazione alla struttura della grande sala espositiva situata al piano interrato del MASI, nella sede del centro culturale LAC, dove è sorta un’imponente architettura a pianta centrale, articolata in cinque ambienti distinti dedicati ad altrettanti temi ricorrenti nell’opera di Nicolas Party: la natura morta, il ritratto, le vedute rocciose, le grotte e il paesaggio.

All’esterno di questa struttura Party ha realizzato quattro ampi dipinti murali a pastello ispirati ad altrettante opere di Arnold Böcklin (1827-1901), pittore svizzero fra i principali esponenti del simbolismo, raffiguranti enigmatiche vedute di edifici in disfacimento a cui fa allusione il titolo della mostra. Questi scenari monocromi e decadenti accolgono lo spettatore in un ambiente in netto contrasto con il tripudio cromatico che contraddistingue le opere e gli spazi interni dell’architettura.

Come è sua consuetudine, l’artista ha infatti ulteriormente modificato lo spazio espositivo attraverso campiture di colori contrastanti e decorazioni di marmi policromi trompe l’œil, realizzate in collaborazione con Sarah Margnetti. Questa modalità di presentazione è centrale nel pensiero di Party: le sue esposizioni rappresentano un’opportunità per mettere in scena i dipinti e le sculture in un ambiente in grado di attivare nuove possibilità di lettura delle opere, ponendole in relazione non solo le une alle altre, ma anche allo scenario nel quale sono presentate.

L’allestimento presenta trentuno dipinti a pastello e quattro sculture dipinte (di cui una di grandi dimensioni collocata all’esterno del museo), opere realizzate tra il 2013 e oggi, alcune delle quali vengono presentate per la prima volta al pubblico. Questa accurata selezione evidenzia la predilezione dell’artista per una gamma cromatica estremamente vivace e una figurazione semplificata. I suoi soggetti sono delineati da campiture di colore circoscritte e contrastanti, secondo una strategia che può essere in parte ricondotta al suo singolare apprendistato artistico, che ha preso avvio con la realizzazione di graffiti.

Le composizioni di Party non nascono dall’osservazione del dato reale (non si serve di modelli e non realizza paesaggi en plein air), ma sono esclusivamente frutto della sua immaginazione. Sono caratterizzate da un’impostazione estremamente semplice e priva di qualsiasi riferimento temporale o ambientale. Sebbene i suoi soggetti non abbiano alcuna relazione diretta con la realtà, essi contengono nelle loro forme essenziali il minimo comun denominatore che porta lo spettatore ad associarli a entità chiaramente riconoscibili come volti, frutti o alberi. Ed è proprio la possibilità di elaborare un linguaggio universale e atemporale ad affascinare Party e a guidare la sua ricerca artistica.

Party pone il suo universo creativo in costante dialogo con la storia dell’arte, di cui è attento e instancabile esploratore. Se nei suoi dipinti è facile sentire l’eco dell’inquietante étrangeté della pittura surrealista o delle scelte cromatiche dei Fauves, i riferimenti dell’artista spaziano ben oltre, dalla ricerca di un’ideale perfezione dell’arte classica, alla minuzia scientifica delle nature morte olandesi del Seicento. Party, inoltre, si appassiona tanto all’opera di artisti celebri quali Georgia O’Keeffe (1887-1986) o Ferdinand Hodler (1853-1918), quanto a quella di figure meno conosciute, come il simbolista belga William Degouve de Nuncques (1867-1935) o la ritrattista Rosalba Carriera (1675-1757), il cui nome è indissolubilmente legato alla storia del pastello, medium prediletto da Nicolas Party.

Cover Photo Credits: Nicolas Party, Rocks, 2014, Pastello morbido su tela, 150 x 180 cm. Collezione Donald Porteous. Foto: Michael Wolchover © Nicolas Party

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