L’artista Luca Granato ricorda la strage di Cutro con il progetto “Lenti nel sogno”

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In occasione del primo anniversario della strage di Cutro, avvenuta il 26 febbraio 2023, l’artista cosentino Luca Granato ha portato avanti un percorso di ricerca e commemorazione sfociato nel progetto “Lenti nel sogno”, a cura di Lucrezia Caliani, presentato per la prima volta in anteprima all’edizione 2024 di BOOMing Contemporary Art Show a Bologna

Ispirato alla tragica Strage di Cutro, di cui oggi 26 febbraio ricorre il primo anniversario, il progetto “Lenti nel sogno” di Luca Granato intende affrontare un problema che da tempo affligge il nostro Paese, portando avanti una riflessione di carattere sociale e politico. Granato sceglie coraggiosamente di parlare di immigrazione attraverso l’arte, indirizzando le sue energie sul presente e sulle problematiche sociali che lo caratterizzano: il più alto numero di crisi umanitarie di sempre con 114 milioni di persone in fuga dalle guerre e le numeroso persecuzioni e violazioni dei diritti umani. 

L’opera “Hoeing the sea (Zappava lu mari)” è un video estratto dalla performance svoltasi sulle rive della costa tirrenica nell’agosto 2022, dalla durata di circa un’ora, il titolo riprende un modo di dire popolare e vuole simboleggiare l’attuale inadempienza della politica mettendo in luce quanto governi e istituzioni non stiano promuovendo azioni concrete per intervenire sul momento presente. Crescono crisi umanitarie e disastri ecologici, eppure sono stati attuati pochi e futili provvedimenti, utili quanto zappare l’acqua dal mare. Tramite quest’azione si criticano i fenomeni che caratterizzano le dinamiche globali in atto, le quali sembrano puntare verso una nuova trasformazione transumana e politica connotata da retoriche e atti repressivi che di fatto limitano i diritti civili di individui provenienti da Paesi diversi dal nostro. Quest’opera esplora i rapporti uomo-natura e uomo-società identificando nell’individualismo dell’età contemporanea un atteggiamento di isolamento e indifferenza, un meccanismo vuoto e reiterato fino al no-sense come: l’atto della zappatura che “contrasta” l’incessante movimento ritmico del mare.

Mentre quello stesso mare trattiene e restituisce corpi inermi, siamo posti di fronte ad una situazione drammatica perfettamente rappresentata attraverso la narrazione visiva di Granato che utilizza il paradosso come un potente mezzo espressivo. Affianca simbolicamente al video un’installazione composta da blocchi di cemento cubici come feretri da cui emergono dei batuffoli di tessuto, brandelli di indumenti rinvenuti sulla costa di Cutro nei giorni successivi al naufragio del febbraio 2023, spesso gli unici resti da cui è stato possibile identificare i corpi rinvenuti. Parte importante del progetto sono le fotografie realizzate dall’artista sul luogo della tragedia durante i lavori di ricerca, ulteriori testimonianze di quelle tracce fatte di oggetti e tessuti utilizzate come mezzo di preghiera per le vittime dai cittadini dell’area interessata, che hanno realizzato effimeri monumenti in loro ricordo. Memoriali destinati a scomparire nel nulla come l’interesse mediatico che ha presto abbandonato Cutro.

“Lenti nel sogno” è un progetto a cui l’artista si è dedicato discostandosi leggermente dalla sua solita linea di ricerca, focalizzata sulla memoria e i ricordi analizzati da un prospettiva intima e personale. Con questo lavoro assistiamo ad un’evoluzione della ricerca seguita dall’artista, che si distacca dalla sfere strettamente personale e dal delicato processo di elaborazione del ricordo per abbracciare un’indagine sociale e collettiva rivolta alle problematiche del nostro tempo, all’attualità. Tuttavia, esiste una costatante con la produzione precedente ossia il medium adoperato, il tessuto, nell’opera infatti Granato non utilizza materiali collegati alla propria storia familiare, ma tessuti di indumenti rinvenuti fisicamente sulla costa, dove ha trascorso diverse settimane per portare avanti la sua riflessione e documentare fotografando e raccogliendo gli oggetti restituite dal mare.

Seppur mantenendosi coerente dal punto di vista stilistico e tematico, quest’opera sembra essere il primo passo di una sperimentazione che unisce video art, installazioni scultoree e fotografia per realizzare un progetto scaturito dall’urgenza di comunicare i fatti di Cutro, ma capace di dare avvio ad una discussione più ampia. L’artista porta alla luce una serie di problemi umanitari destinati ad aumentare esponenzialmente, di cui il tragico risvolto di Cutro rappresenta solo uno dei molti episodi da contrastare. Progetti come quello ideato da Luca Granato ci ricordano come le arti possano essere un trampolino di lancio per dare avvio a riflessioni fondamentali, troppo spesso trascurate a favore di argomenti meno impegnativi e faticosi. 

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