La magia dei luoghi abbandonati negli scatti di James Kerwin

Il fotografo inglese viaggia alla ricerca di edifici in rovina, testimonianze di un passato ormai svanito.

L’esplorazione urbana, anche nota come Urbex, è diventata negli ultimi anni un movimento di tendenza. Sempre più persone si avventurano alla ricerca di edifici in stato di abbandono e decadenza, spesso e volentieri documentando le proprie scoperte sui social con fotografie e riprese. James Kerwin può essere reputato, in questo senso, un vero e proprio pioniere e influencer

Fotografo trentaquattrenne originario di Norwich, Inghilterra, Kerwin ha fatto della passione per l’esplorazione urbana il centro della sua espressione e ricerca artistica. Il suo primo progetto fotografico, Decadence, vede la luce nel 2014 e raccoglie una serie di scatti di interni di luoghi abbandonati, realizzati in giro per l’Europa.

Come spiegato dall’artista in una recente intervista, ciò che rende questi edifici così magnetici per gli esploratori urbani è la sensazione quasi irreale di pace e sospensione da cui si è catturati non appena varcata la soglia. Che si tratti di chiese sconsacrate, fabbriche dismesse o dimore disabitate, le immagini trasportano l’osservatore in un passato di lustro e sfarzo, portandolo a immaginare come fossero quei luoghi quando ancora le persone animavano gli ambienti ora diroccati. 

Nel corso degli anni, James Kerwin ha affinato il lato autoriale delle proprie opere, agendo in particolare sull’impatto cromatico e prospettico delle inquadrature ed estendendo le sue ricerche anche a paesi extraeuropei. È paradigmatico in tal senso Uninhabited, progetto inaugurato nel 2019 e focalizzato sulla documentazione visiva della città fantasma di Kolmanskop, in Namibia.

Gli scatti, quasi dei dipinti surrealisti, mostrano come il deserto abbia ripreso possesso dei suoi spazi, letteralmente invadendo gli edifici da ogni apertura. I colori pastello delle pareti e la luce crepuscolare che si riflette sul mare di sabbia contribuiscono ad alimentare il senso di straniamento e fascinazione. 

Un altro aspetto su cui il fotografo inglese ha lavorato molto è lo storytelling: ogni nuova serie è costruita su un preciso fil rouge che collega i vari scatti. Ne è un esempio Lebanon: a Paradise Lost(2019). Il Libano, come rievocato dal noto scrittore Nassim Taleb in “Il Cigno Nero”, era un paese fiorente e dalle architetture sfarzose, ispirate a quelle parigine, di colpo spazzate via da una lunga e logorante guerra civile.

British Fine Art Architecture & Location Photographer

Le immagini di Kerwin sono la narrazione visiva della decadenza di edifici in cui si riflette metaforicamente la perdita di un’età dell’oro e della sua cultura. Un intento simile si riscontra in De Facto(2018), che documenta una serie di rovine di epoca sovietica nell’attuale Georgia. È evidente che il fenomeno Urbex possa agire anche come una forma di denuncia sociale, un tentativo di portare all’attenzione delle autorità il degrado in cui versano molte architetture, spesso anche di notevole valore storico/artistico. 

Ad oggi James Kerwin mette a disposizione diverse forme di audience engagement per condividere la passione per il proprio lavoro con i suoi numerosi followers. Da conferenze e chiacchierate informali fino a video tutorial e veri e propri workshop sul campo, le opportunità per aspiranti fotografi e semplici appassionati di diventare esploratori urbani per un giorno non mancano.  

Cover Photo Credits: Courtesy James Kerwin

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