Se parli di arte e comunicazione non puoi non conoscere Giacomo Nicolella Maschietti. Giornalista, esperto in mercato dell’arte e musicista per vocazione, Nicolella ci ha parlato del mercato italiano e del segreto per comunicare al meglio l’arte contemporanea.
Giacomo Nicolella Maschietti scrive d’arte per le maggiori testate nazionali italiane. Conduce “Top Lot, le aste in diretta”โ sul canale 507 di SKY “Class CNBC” in partnership con Christieโs e Sothebyโs. Modera conferenze dโarte in tutta Italia; รจ social media manager per Wanennes e consulente strategico per lโassociazione no profit Save the Artistic Heritage. Ah, dimenticavo, insegna anche alle Universitร IED a Venezia e Iulm a Milano. Lโ interesse per il mercato dellโarte รจ arrivato tardi, in realtร lui รจ laureato in filosofia ed รจ un musicista (non a caso abbiamo svolto lโintervista nel suo ufficio, che รจ anche una sala prove). La sua non รจ una passione trascinante per lโarte e forse, proprio grazie a questo distacco, Giacomo riesce a raccontarla con uno sguardo lucido e oggettivo, come ben emerge in questa intervista.
Visualizza questo post su Instagram
1) Hai iniziato a lavorare nel mondo dellโarte attraverso esperienze in galleria: che cosa ti hanno insegnato? Oggi sempre piรน giovani iniziano a lavorare in galleria, spesso gratuitamente (tramite stage). Perchรฉ รจ utile unโesperienza di questo genere?
Ho lavorato in galleria fino ai miei 26 anni circa, in diverse gallerie ma per un periodo circoscritto, di qualche mese per ognuna. Penso che lโesperienza in galleria abbia tanto da insegnare agli studenti, perchรฉ, diciamocelo, dopo lโuniversitร non sanno fare nulla. Ma รจ normale che dopo gli studi non si conosca il mondo del lavoro dellโarte. Per questo i ragazzi hanno bisogno di formazione e una galleria รจ una bella palestra perchรฉ puoi apprendere diversi mestieri: come fare un condition report, la logistica, la mobilitazione delle opere, lโallestimento, la conoscenza dei quadri stessi, imparando a distinguere un olio da un acrilico e cosรฌ via. Consiglio la galleria e francamente anche lo stage gratuito: รจ fondamentale per rendersi conto delle proprie competenze e migliorarle.
2) Come ti sei formato nel settore artistico?
Frequentando. Ho imparato lavorando. Non ho affrontato un percorso di studi specialistico perchรฉ, quando ho iniziato ad avvicinarmi allโarte, ero in ritardo sui tempi, quindi ho dovuto rimboccarmi le maniche. Ci sono corsi e master molto validi ma per il mercato la teoria non basta. Puoi fare tutti i corsi che vuoi ma il mercato va conosciuto ogni giorno e bisogna seguirlo. Non basta pagare lโabbonamento ad Artprice. Devi conoscere le dinamiche in atto, frequentare le gallerie, le persone che ci lavorano, andare alle fiere e seguire le aste. I testi accademici servono a poco perchรฉ questi fanno la fotografia a fenomeno passato, mentre il mercato รจ una realtร presente, dinamica, in continua trasformazione.
3) โHarryisonfordโ รจ il tuo nome su Instagram: che significato ha?
La traduzione รจ โHarry รจ sulla Fordโ. Ho un amico molto bravo a fare i giochi di parole. Si tratta del titolo di una sua canzone dei primi 2000. Lโho scelto come nome dellโaccount perchรฉ quando mi ero iscritto su Instagram ho pensato che quelli che cercavano Harrison Ford si potessero imbattere nel mio profilo e iniziare a seguirmi.

4) Sappiamo che suoni una Gibson Les Paul nel tuo gruppo โNew Martiniโ. Che cosa hanno in comune lโarte e la musica?
La necessitร di espressione creativa. Lavorando nel mondo dellโarte ho notato che il pubblico conta fino a un certo punto. Se negli altri settori cโรจ il pubblico come interlocutore e assoluto giudice della qualitร del lavoro, nellโarte no. Scrivi un libro che nessuno legge, o componi una canzone che nessuno ascolta o giri un film che nessuno guardaโฆ รจ difficile che tu possa diventare uno scrittore, un musicista o un regista. Nellโarte, invece, ti basta convincere tre persone: un gallerista e un paio di collezionisti. Il pubblico sta diventando pleonastico, le manifestazioni artistiche sono elitarie e tendenzialmente escludono la grande massa. Basta pensare alla Biennale di Venezia, che ci mette mesi a fare lo stesso numero di visitatori del Lucca Comics.
5) Artista e musicista preferito?
Domanda troppo difficile, dipende dal momento. Affettivamente, se dovessi scegliere un artista con cui sarei andato a cena insieme, ti direi Aldo Mondino. Perchรฉ รจ un signore che non ha ancora ricevuto una meritata rivalutazione accademica e sul mercato, nonostante sia stato uno dei piรน luminosi talenti del 1900 dellโarte italiana. Per la musica, anche in questo caso, cambia in base ai momenti e allโetร . Ora se devo farti un nome ti dico Franco Califano, anche se ho ascoltato e suonato violentemente Kurt Cobain e lโondata di hardcore americano fino al 2005/2006. Ho fatto anche una fase emo-core, prima delle frange, quando era solo musica e non baracconata.
6) La comunicazione dellโarte: come si sta evolvendo nellโera dei social network?
Lโarte ci รจ arrivata tardissimo a comunicare in maniera decorosa sul digitale. Tutti i maggiori players ci stanno arrivando ora. Basta pensare che la galleria Gagosian, la piรน importante e potente del mondo dellโarte, ha assunto il fondatore di Artsy per rilanciare la comunicazione sul digitale. Quindi, se Larry ha capito che lรฌ ci sarร da mangiare nei prossimi anni, forse dovrebbero seguirlo tutti gli altri. Non credo che avere tanti fan sia importante per il mondo dellโarte: quel conta รจ avere un target qualificante e qualificato perchรฉ, come dicevamo prima, lโarte non ha bisogno di pubblico. Si tratta di trovare la maniera giusta per comunicare al target giusto: questo รจ il vero goal. In Italia, ad esempio, trovo che Giulio Alvigini (Make Italian Art Great Again) o Silvio Salvo ( Fondazione Sandretto Re Rebaudengo) siano molto bravi ma ognuno rispetto al proprio target di riferimento e allโobiettivo che si pongono con la loro strategia di comunicazione. Per le gallerie o le case dโaste la cosa cambia, il fotomontaggio o il meme puรฒ essere nocivo perchรฉ il social รจ una disciplina in continuo aggiornamento. La domanda che chiunque si occupi di comunicazione in arte deve farsi รจ: โquale tono di voce devo tenere sui miei canaliโ?

7) Formazione nel settore artistico: pensi che in Italia ci sia una dovuta educazione allโarte e alle sue professioni?
No, in Italia non cโรจ probabilmente la dovuta formazione in nessun settore. Si puรฒ fare sicuramente di piรน. Mentre sullโantico siamo messi meglio, perchรฉ abbiamo 2000 anni di storia sparsi per il Paese, per il contemporaneo cโรจ una totale mancanza di strumenti e di grammatica per poterlo fruire. Questo non solo per colpa del pubblico, ma dellโarte contemporanea stessa. Servono i mediatori culturali che ti aiutano a visitare le mostre nei musei. Eโ difficile perfino per una persona laureata andare ad una mostra di Joseph Beuys e uscirne perfettamente consapevole senza che nessuno glielโabbia spiegata. Cosรฌ come risulta incomprensibile una mostra di un qualsiasi artista concettuale del dopoguerra.
8) Il mercato dellโarte in Italia: come si puรฒ fare per valorizzare questo settore economico?
Questo settore si sta valorizzando secondo me. Se guardiamo le ultime aste di maggio le cose stanno cambiando: Il Ponte a Milano ha fatto 8 milioni di fatturato, il che รจ incredibile considerandoย le nostre tasse e le nostre leggi. Quindi direi che รจ un momento buono e frizzante. Lo รจ perchรฉ i mercati finanziari non stanno dando particolarmente soddisfazioni allโinvestitore. Se ora investi 100 tra 5 anni ti devi ritenere fortunato se hai ancora 100, mentre con lโarte rischi di guadagnare dei soldi. Cosa si dovrebbe fare? Snellire la burocrazia e andare a tappare i buchi legislativi, cosa che fanno studi legali come Negri Clementi, che sta lavorando per soddisfare le esigenze dei collezionisti o soprattutto di chi eredita delle opere dโarte. E magari si potrebbe fare qualcosa che seguisse di piรน lโart bonus di Franceschini, che รจ stato un inizio, ma che sicuramente non rimane sufficiente. Comunque il mercato dellโarte in Italia non va male. Certo, cโรจ una differenza sostanziale tra le gallerie di fascia alta e le altre. Direi che รจ cambiato il mondo nel senso che oggi un giovane collezionista che compra il giovane artista non cโรจ piรน. Un collezionista di 40 anni che si compra unโopera di contemporaneo da 20 mila euro รจ molto raro. Mentre รจ piรน facile trovare un collezionista che si compra unโopera di moderno che puรฒ andare dai 5 mila euro ai 2 milioni. Perchรฉ? Perchรฉ il moderno รจ piรน sicuro e trasmette piรน fiducia. Unโopera di contemporaneo รจ un completo tuffo nel buio.
9) Sulla base di ciรฒ come fanno i giovani artisti a sopravvivere?
Fanno altri mestieri. Sono veramente pochi quelli sotto i 50 anni che campano solo di arte. E questo รจ anche un poโ una selezione naturale, come avviene per i libri e la musica – fa parte di ogni disciplina artistica. Ma รจ anche giusto che non ci sia una regola o un metodo per emergere tout court . Oggi la qualitร del lavoro e le pubbliche relazioni contano 50 e 50, e queste fan parte del mestiere. Perchรฉ se Jackson Pollock non avesse avuto sua moglie che gli faceva le pubbliche relazioni e lo portava a conoscere Peggy Guggenheim, Jackson Pollock sarebbe ancora ubriaco nella tromba delle scale del suo appartamento in affitto a New York. Non basta essere Jackson Pollock, ma ci vuole anche chi ti metta in contatto con chi ti possa aiutare in quel momento. Il mito dellโartista maledetto che sta chiuso a produrre nel suo studio e viene scoperto per caso, nel mondo dellโarte contemporanea di oggi, รจ molto difficile. Pensa a Olafur Eliasson, che fa le super installazioni allโinterno delle gallerie. Senza lโaiuto di una galleria o di un investitore non avrebbe mai la possibilitร di poterlo fare. Quindi va bene un buon talento, ma deve essere supportato da una macchina organizzativa. O anche allโinstallazione piรน fotografata alla Biennale di Venezia 2019, โCanโt Help Myselfโ di Sun & Yuan Peng Yu. Quella รจ unโoperazione costata decine di migliaia di euro, supportata da galleria Continua di San Gimignano.ย Uno deve fare lโartista perchรฉ si sente artista, non per vendere le sue opere. Io suono da tutta la vita perchรฉ ho la passione per la musica, non perchรฉ voglio diventare famoso come musicista.

10) Quanto conta lโesposizione sul web per promuovere un artista?
Sicuramente รจ necessaria, ma รจ un primo passo, non รจ garanzia di niente. Tramite il web si puรฒ arrivare anche a conoscere delle gallerie ma, parliamoci chiaro, anche le gallerie piรน grosse adesso lavorano con gli artisti morti, con il mercato secondario. Alle aste non ci va il ragazzo di trentโanni con unโopera da 5 mila euro, ci vanno gli artisti morti che magari ti fanno 8 milioni di fatturato con una vendita. Il giovane, semmai, cerchi di comunicarlo e di farlo uscire dal suo recinto portandolo alla fiera o facendogli fare la mostra in galleria.
11) Seguirti su Instagram vuol dire seguire la scena artistica milanese. Come valuti il panorama dellโarte contemporanea di Milano?
Milano รจ la capitale economica in Italia un poโ in tutti i settori. Per quanto riguarda lโarte contemporanea forse per un artista contemporaneo era piรน facile qualche anno fa. Quando ho iniziato a lavorare nelle gallerie nel 2006-7 cโerano ancora quelli che compravano lโarte contemporanea dei giovani artisti. Oggi รจ piรน difficile. Ma Milano รจ sicuramente il massimo che puoi trovare in Italia, perchรฉ ci sono piรน gallerie, piรน soldi, piรน collezionisti.ย Nonostante sia comunque difficile, se sei un artista o uno studente che vuole lavorare nellโarte, Milano รจ la scelta migliore. Hai talmente tanta offerta che le opportunitร sono tantissime: piรน di Milano, in Europa, hai forse Berlino e Londra, ma questโultima con degli scalini di accesso molto piรน complicati. Il passo successivo sono gli Stati Uniti.